Il noto virologo Fabrizio Pregliasco, docente all’Università Statale di Milano, in un’intervista all’agenzia Adnkronos, ha rilanciato l’ipotesi delle zone rosse limitate in autunno, definendo la prossima stagione che verrà come “tranquilla” proprio grazie all’eventuale adozione di zone rosse sì più piccole ma anche più precise. Pregliasco ha voluto sottolineare in più di un’occasione come le prime ondate di Covid abbiano lasciato in eredità una lezione fondamentale: “Gestire le cose nel più breve tempo possibile“.

A questo, ovviamente, si aggiunge la massima attenzione di ciascuno di noi e delle autorità sanitarie, quest’ultime chiamate a compiere un ulteriore step sulla capacità di sequenziamento e tracciamento.

Covid in Italia, in autunno potrebbero debuttare le zone rosse limitate

Durante la prima ondata di Covid-19, la più drammatica per il nostro Paese, il governo di Giuseppe Conte fu il primo in Europa a istituire il lockdown generalizzato, una specie di unica grande zona rossa, in cui la maggior parte degli italiani era costretta a restare a casa, le scuole erano chiuse, idem gli esercizi commerciali, ad eccezione delle attività essenziali.

In occasione della seconda e terza ondata, invece, la scelta del governo è stata quella di istituire quattro zone colorate: zona bianca, zona gialla, zona arancione e zona rossa, sulla base dell’indice RT e la capacità degli ospedali di far fronte all’emergenza sanitaria.

Rispetto al 2020 e ai primi mesi del 2021, l’Italia – così come il resto dei Paesi europei, ha un’arma in più: il vaccino. Non solo, come ha spiegato bene Pregliasco nella sua intervista all’Adnkronos, c’è oggi una migliore comprensione delle autorità sanitarie di quanto la rapidità nell’affrontare un cluster sia fondamentale per contrastare la crescita dei contagi.

Piccole aree mirate con regole severe

Ed ecco che si arriva al prossimo autunno all’ipotesi di zone rosse limitate: piccole aree, mirate il più possibile, dove andare a imporre le severe regole della zona rossa grazie alla rapidità di sequenziamento e tracciamento.

In questo modo si affronta subito l’emergenza, impedendo al virus di diffondersi anche in altre aree limitrofe.

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