Secondo uno studio pubblicato su Eurosurvillance, alcuni focolai di Covid-19 anche tra vaccinati, si sono manifestati in Israele. La rivista, che si occupa della diffusione, monitoraggio e controllo delle malattie infettive ha analizzato i dati relativi ad alcuni contagi avvenuti appunto in Israele.

Il caso del focolaio di Covid-19 negli ospedali in Israele

In base al report in oggetto, era emerso che nonostante il gran numero di vaccinati con due dosi, molti contagi continuano ad avvenire in ospedale, dove sono nati dei veri e propri focolai.

I ricercatori, infatti, hanno analizzato un focolaio al Meir Medical Center, ospedale che conta 780 posti letto e camere da 3-4 posti. Si è esaminato il caso di un paziente vaccinato con due dosi e risultato positivo dopo un ricovero a luglio in una camera con altre persone.

I sintomi iniziali presentati dal paziente sono stati scambiati per un’infezione e solo in seguito il tampone ha rilevato il covid-19. Anche gli altri tre pazienti in stanza sono poi risultati positivi e in seguito, altri 42 pazienti ricoverati in altri reparti, tra cui anche sanitari e familiari, 38 dei quali vaccinati con due dosi. Sul totale, il virus si è manifestato in forma grave in 8 pazienti e in forma critica in 6, 5 persone sono morte.

Studio sull’immunità di gregge difficile da raggiungere

Lo studio sul focolaio in ospedale, insomma, sembra mettere in luce che la teoria dell’immunità di gregge non può riuscire, in quanto il virus sembra trasmettersi anche in popolazioni con molti vaccinati, anche se viene sottolineato che la maggior parte erano anziani con malattie pregresse. Gli studiosi, invece, hanno fatto sapere che:

“Non possiamo escludere che le misure di protezione non siano state indossate in modo ottimale. Tuttavia, la trasmissibilità nell’estate 2021 differisce dalle nostre esperienze nei diciotto mesi precedenti. Quanto accaduto potrebbe essere spiegato dal calo dell’immunità col passare del tempo e per questo una terza dose di vaccino potrebbe comportare un’inversione di tendenza, specialmente per i più fragili e a rischio”.

Vedi anche: Green Pass al lavoro dal 15 ottobre: multe, tamponi e smart working, le questioni ancora aperte