Nel Decreto varato dal Governo ieri 4 marzo rientrano di fatto anche le assemblee di condominio che sono bloccate da Nord a Sud salvo rari casi, dietro responsabilità dell’amministratore. Ricordiamo che il Dpcm di ieri 4 marzo firmato dal Ministro della Salute e dal Consiglio dei Ministri ha sospeso infatti eventi e manifestazioni di qualsiasi natura per le quali si produca affollamento di persone e per le quali non sarà possibile consentire il rispetto della distanza di sicurezza tra persone di almeno 1 metro.

Le assemblee di condominio, quindi, rientrano in quest’ambito.

Stop alle assemblee di condominio

La distanza di sicurezza da rispettare per emergenza Coronavirus sarà di almeno 1 metro per cui è evidente che le assemblee di condominio non potranno essere svolte in quanto ci vorrebbe uno spazio minimo di 1,5 metri quadrati per condomino. In una sala di 100 metri quadri, ad esempio, il numero massimo di persone che potrebbero starci è di 30 unità.

L’amministratore potrà però in rari casi indirla ma a sua responsabilità in quanto potrebbe verificarsi un contagio. L’alternativa alla riunione condominiale sarà, ad esempio, l’assemblea in video-conferenza qualora si abbiano gli strumenti necessari.

La scelta di bloccare le assemblee di condominio

Associazioni nazionali di amministratori di condominio come l’Anammi, l’Anaci, l’Anapic e la Federamministratori hanno già bloccato ogni iniziativa, come riporta Ilsole24ore, ed inoltre invitano gli associati a rinviare tutte le assemblee.

Viene comunicato infatti che l’amministrazione ordinaria non ha bisogno di assemblee e che gli atti conservativi delle parti comuni potranno essere compiuti senza la necessità di convocare un’assemblea. Qualora ci fossero azioni urgenti da svolgere, poi, non legate in senso stretto al decadimento dell’edificio, esse potranno essere ratificate dall’assemblea.

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