Dopo le esternazioni di ieri del Segretario di Stato, Mike Pompeo, che ha dichiarato di avere le prove che il Coronavirus sarebbe “scappato” dal laboratorio di Wuhan, è notizia di ora la pubblicazione di un report, da parte del Daily Telegraph, che conterrebbe le informazioni raccolte dai servizi segreti occidentali.

È chiaro che è in atto una offensiva degli Usa contro la Cina e lo stesso Donald Trump, che ha perso enormemente consensi sulla maniera mediante la quale ha gestito e sta gestendo l’emergenza Coronavirus, sta agendo anche in vista delle elezioni presidenziali che si terranno in autunno.

Ma di cosa parla il report shock? Quali sarebbero le colpe della Cina? Cosa avrebbe tenuto nascosto al resto del mondo?

Il report shock dei servizi segreti occidentali: la Cina e il Coronavirus

Il noto e autorevole quotidiano Daily Telegraph è venuto in possesso di un report stilato dagli agenti segreti del cosiddetto patto “Five Eyes”, che raccoglie e coordina l’intelligence di cinque paesi, Usa, Australia, Gran Bretagna, Canada e Nuova Zelanda.

Il report attacca frontalmente la Cina sulla gestione della crisi sanitaria e su come avrebbe nascosto una serie di prove che avrebbero rovinato il resto del mondo:

  1. La Cina avrebbe eliminato o distrutto le prove sul Covid-19: mediante l’utilizzazione di una dura censura avrebbe messo sotto silenzio e fatto scomparire testimoni ritenuti scomodi – i riferimenti sono a vari blogger indipendenti, ma anche alla cosiddetta paziente zero, la ricercatrice Huang Yan Ling, di cui si sono perse le tracce;
  2. Pechino non avrebbe fornito informazioni ed elementi da potersi utilizzare per la realizzazione del vaccino;
  3. L’origine dell’epidemia non è ancora stata chiarita, anzi gli stessi 007 hanno raccolto informazioni discordanti: c’è chi propende per la fuga dal laboratorio, chi per l’origine naturale.

Il documento della Homeland Security: le accuse alla Cina sul Coronavirus

Un altro documento di cui si sta parlando è quello interno alla Homeland Security che accusa Pechino sotto altri punti di vista.

Innanzitutto, la Cina avrebbe nascosto l’evidente gravità della situazione in maniera tale da poter accumulare tutto il materiale medico di cui necessitava e prepararsi al meglio all’emergenza.

La Cina avrebbe dunque stoccato tutto quello di cui aveva bisogno, ritardando nel dare l’allarme all’esterno. Si sostiene che la Cina avrebbe fatto di tutto per tenere all’oscuro anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), non permettendo di fatto una tempestiva risposta all’insorgenza della crisi.

Nei prossimi giorni, gli USA potrebbero rilasciare un documento ufficiale: al momento, occorre sottolinearlo, le prove di quanto affermato non sono state diffuse.

La posizione dell’intelligence USA su Cina e Coronavirus

La situazione, comunque, è particolarmente complessa e opaca. Donald Trump e il suo braccio destro, il Segretario di Stato Mike Pompeo, spingono affinché i servizi segreti USA trovino prove della colpevolezza della Cina: pretendono che il virus sia stato creato in laboratorio.

Sulle parole di Pompeo, “abbiamo le prove che il virus è stato creato in laboratorio”, è calato un imbarazzato silenzio da parte della comunità scientifica, che, con attenti studi, avrebbe dimostrato l’origine “naturale” e non umana del virus.

In questo senso, anche l’intelligence USA è molto prudente. Si segnala il primo verdetto pubblico della DNI, sigla sotto la quale operano tutta una serie di agenzie di servizi segreti USA.

Il comunicato è di 10 pagine e si sostiene che, al momento, non c’è alcuna evidenza della fuga del virus da un laboratorio di Wuhan, e che sembra essere molto difficile che il virus possa essere stato creato dall’uomo. Insomma, l’intelligence sembra concordare con il 99% degli scienziati mondiali.

Lo scontro tra Trump e i servizi segreti e la risposta della Cina

Donald Trump è in aperto dissenso con i servizi segreti oramai da molto tempo: il Presidente preme affinché, in un modo o nell’altro, essi si adeguino e firmino un documento sull’origine umana e cinese del Coronavirus, dall’altro l’intelligence non vorrebbe piegarsi, anche e soprattutto perché queste prove non esisterebbero.

Molti sottolineano una certa affinità con quanto successo con la Seconda Guerra del Golfo, quando gli Usa, per mostrare alla comunità internazionale la liceità della guerra, dichiarò di avere le prove che Saddam Hussein possedeva armi di distruzione di massa, prova inesistente, così come non esistevano le armi in questione.

Importante sottolineare in chiusura la presa di posizione della Cina: se Trump ha le prove, perché non le rende pubbliche il prima possibile? Sfida che sa anche di beffa: la guerra commerciale tra le due superpotenze è appena all’inizio.

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