Continuano e sembrano essere confermati i ritardi nell’emanazione dei vari bandi per il concorso scuola 2020: il cambio al vertice – da Fioramonti a Azzolina – ha provocato un ulteriore rinvio nell’emanazione che, a questo punto, stando ad alcune fonti, non dovrebbe arrivare prima del mese di marzo. Il problema riguarda non tanto la data in sé, ma la tempistica: con un bando pubblicato così tardi, si complica la possibilità che i vincitori possano essere assunti davvero per gli inizi dell’anno scolastico 2020/2021.

La buona notizia è che il Ministero ha deciso di convocare nuovamente i sindacati per il 29 gennaio, segnale che si intende accorciare quanto più possibile i tempi del confronto. Ma quali sono le richieste delle organizzazioni sindacali?

Focus sul concorso docenti straordinario 2020: le richieste dei sindacati

L’idea di un concorso straordinario riguarda il nodo del precariato storico e il fatto che l’Italia abbia reiterato l’utilizzazione di contratti a tempo determinato oltre le tre annualità, cosa per cui anche l’Europa ha attirato l’attenzione. La procedura dovrebbe riguardare circa 24mila posti, ma sulle procedure del concorso scuola straordinario, i sindacati hanno alcune richieste da fare: la prima concerne il peso da dare rispettivamente ai titoli di servizio e alla prova scritta computer based – secondo le organizzazioni sindacali si dovrebbe dare peso maggiore, in fase di attribuzione di punteggio, proprio al servizio svolto nelle scuole; la seconda concerne l’utilizzazione di una banca dati dei quiz, per permettere agli aspiranti docenti di ruolo di potersi preparare in maniera congrua (e anche più rapida).

Non sappiamo quali sono le idee che stanno circolando al Miur, ma è chiaro che queste richieste potrebbero far slittare ulteriormente l’emanazione del bando per il concorso, cosa di certo non auspicabile.

Cosa studiare per il concorso scuola 2020 straordinario – l’interpretazione della normativa

Come abbiamo già accennato, il concorso docenti straordinario prevede una valutazione dei titoli di servizio e una prova scritta computer based che si considererà superata con un punteggio pari o superiore a 7/10.

Ma la domanda riguarda il programma e cosa studiare (converrebbe infatti iniziare la preparazione quanto prima dal momento che i bandi sono in uscita a marzo e le procedure potrebbero prevedere tempistiche piuttosto strette). Stando alle indicazioni contenute nella legge n. 159 del 2019 (il cosiddetto ex ‘Decreto Scuola’) si legge quanto segue: “lo svolgimento di una prova scritta, da svolgersi con sistema informatizzato, composta da quesiti a risposta multipla su argomenti afferenti alle classi di concorso e sulle metodologie didattiche” e poco più avanti “Le prove di cui al comma 9, lettere a) e d), (…) riguardano il programma di esame previsto per il concorso ordinario per titoli ed esami per la scuola secondaria bandito nell’anno 2016”.

Si tratta di due indicazioni contraddittorie e che, in sede di concertazione con i sindacati, andrebbero rese omogenee: nella prima citazione, infatti, sembra che il programma verterà su contenuti disciplinari e metodologie didattiche, mentre il riferimento al concorso 2016 della seconda citazione farebbe pensare anche all’inserimento delle cosiddette ‘Avvertenze Generali’, vero spauracchio, perché è una parte di programma che analizza tutta la legislazione scolastica e risulta essere vasta e complessa. Al momento, l’interpretazione più diffusa (e ottimista) è quella che la legge vada interpretata nel senso che il programma sarà quello del concorso 2016, ma soltanto per quanto concerne contenuti e metodologie e non nella parte della normativa. Insomma, occorre ancora attendere per sciogliere una serie di dubbi, si spera che con il 29 gennaio tutto si chiarisca definitivamente.

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