Ci sono province che a quanto pare superano quelle che sono le direttive dell’UE per riferirsi solo a quelle nazionali, evidentemente non in linea tra loro. Le concessioni balneari finiscono nell’occhio del ciclone per il caso di Ginosa, in provincia di Taranto, ma il problema rilevato diventa di ordine generale.

Concessioni balneari, nuove irregolarità

Nessun rinnovo automatico per le concessioni balneari. L’occupazione delle spiagge deve essere oggetto di una procedura imparziale e trasparente. Tali procedure devono attenersi alle norme pertinenti di diritto dell’Unione Europea e non a quelle nazionali, le quali non sono conformi a quelle dell’UE.

Il tema delle concessioni balneari è stato trattato nella causa C-348/22 dalla Corte di Giustizia. Tale corte si riferisce alla direttiva Bolkestein. Cosa ci dice questa norma? Essa stabilisce che gli Stati membri devono applicare una procedura di selezione tra i candidati potenziali qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali.

Tale autorizzazione deve essere rilasciata a tempo limitato, quindi nessun rinnovo automatico. A dire il vero, l’ordinamento giuridico italiano aveva recepito tali direttive, ma allo stesso tempo aveva concesso una proroga alle concessioni balneari già in essere fino al 31 dicembre 2033 al fine di aver tempo necessario per mettere in pratica tali direttive. E qui entra in scena il comune di Ginosa, il quale, forte di tale proroga, aveva nel 2020 dato via libera all’occupazione del demanio marittimo nel suo territorio da parte del precedente occupante. A questo punto l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) è intervenuta chiedendo al comune un parere motivato, oltre all’azione di disapplicare le norme nazionali.

L’intervento dell’UE

Sembra una giornata particolarmente intensa quella dell’UE riguardo alle infrazioni del nostro paese. Dopo essere appena intervenuta sulla questione relativa ai contratti stagionali, ora arriva una nuova bacchettata anche sulle concessioni balneari.

La Corte ha infatti confermato le perplessità dell’Autorità, ricordando che gli stati membri devono attenersi a quelle che sono le direttive dell’UE. La decisione della Corte di Giustizia Europea comunque non risolverà la diatriba, in quanto sarà comunque il giudice nazionale a mettere la parola fine a questa vicenda. Ad ogni modo, come dicevamo nel nostro incipit, il caso di Ginosa non è un unicum, ed è per questo motivo che il nostro paese risulta essere un sorvegliato speciale. Da tempo infatti l’UE sta chiedendo al Governo di trovare una soluzione relativa alle concessioni balneari, così da garantire trasparenza e imparzialità nelle procedure di gara.