Sono andata a fare la spesa stamattina e poi colazione al bar. Il proprietario non era di buon umore. L’ho sentito parlare con altri clienti della situazione “bollette”, ormai diventate carissime, tant’è che pensa di chiudere. E non è il primo caso che sento. Come lui, anche altre categorie sono nella stessa situazione. Si vedono arrivare a fine mese dei veri e propri salassi: fatture da migliaia di euro che non riescono a pagare. E così l’unica soluzione è quella di chiudere l’attività.

Infatti, i rincari delle bollette non stanno impoverendo solo le famiglie italiane ma rischiano di mandare in malora anche le imprese medio piccole e addirittura intere categorie. Ma chi è che rischia la chiusura della propria attività se qualcosa non cambierà a breve?

Rincari bollette, chi rischia di chiudere nei prossimi mesi

Si parla ormai da tempo di misure urgenti e non rinviabili per risolvere la questione dell‘aumento dei prezzi come un Price-cap italiano. Nel frattempo, intere categorie sono allo sbando e rischiano di abbassare per sempre la serranda. I costi per le imprese sono diventati folli, se ci aggiungiamo i rincari sulle materie prime il gioco è fatto.
I bar e i locali sono i primi a rischiare la chiusura. Un anno fa pagavano bollette di 2.300 euro, adesso di quasi 7mila euro come comunica la Fipe. secondo il direttore generale Roberto Calugi:

“Chiediamo che ci sia un credito d’imposta sugli aumenti energetici e un tetto al costo dell’energia, altrimenti non è possibile lavorare”

Il rischio è di perdere almeno 250mila posti di lavoro. Non pochi se pensiamo ai danni già creati dalla pandemia. Non va meglio per la distribuzione alimentare. Confcommercio ha denunciato bollette quintuplicate. A trovarsi in difficoltà sono anche i distributori di metano. I rincari delle bollette rischiano di farli sparire – come ha spiegato il presidente di Federmetano Dante Natali, che chiede anche l’annullamento dell’Iva.

Le imprese in bilico

Un altro settore a rischio stop con il caro bollette è l’industria dell’acciaio. Molte aziende del settore dopo le ferie potrebbero non riaprire a meno di non ricorrere al price-cap. Allo stesso modo, rischiano il settore trasporti e logistica e quello della ceramica. Lo ha sottolineato il presidente di Confindustria Ceramica Giovanni Savorani, parlando della necessità di misure urgenti, come un tetto al prezzo del gas e una moratoria sui mutui. Infine, possibile stop senza un vero cambiamento è previsto per il settore della carta.
I rincari delle bollette rischiano davvero di creare un putiferio nazionale se non saranno approvate misure urgenti. Dopo il covid-19, che aveva causato la chiusura di molte attività, la botta finale sembra all’orizzonte.