Sono passati pochi giorni da quando la commissione per l’industria, per la ricerca e per l’energia del Parlamento europeo ha dato l’ok alla revisione della direttiva Ue sulle «case green». Lo scopo è quello di migliorare l’efficienza energetica delle case e arrivare al 2050 con lo zero emissioni nel settore edilizio. La proposta, che ha ottenuto 49 voti favorevoli, ha fissato che entro il 2030 tutte le case in classe G e F dovranno raggiungere almeno la classe E ed entro il 2033 la classe D.

Il prossimo 13 e 16 marzo si procederà al voto all’Assemblea plenaria del Parlamento Ue. In seguito inizierà il negoziato tra Parlamento, Commissione e Consiglio europeo per portare altre modifiche e una versione definitiva, fino al recepimento da parte di ciascun paese membro. L’obbligo di ristrutturazione degli edifici, quindi, avrà un impatto davvero forte nella vita di chi sarà obbligato a ristrutturare.

Case green, date scadenze della ristrutturazione obbligatoria

Con la nuova direttiva Ue, infatti, non si forniscono solo indicazioni per l’efficientamento energetico degli edifici. E previsrto anche un calendario di prescrizioni come riporta il Sole 24 Ore, che ha cercato di ricostruire le date clou.
Dopo l’approvazione definitiva della direttiva Ue, gli Stati membri avranno due anni per adeguarsi. Un primo effetto dovrebbe arrivare nel 2025. L’Ue vuole far scattare il divieto di installazione di sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, sia per le nuove case sia per quelle vecchie ma da ristrutturare. A rischi insomma, ci sono le caldaie a gas ma non quelle ibride, come le caldaie a condensazione o le pompe di calore.

L’iter, insomma, è lungo, ma tra i primi obiettivi da raggiungere nel 2024 c’è quello del divieto di agevolazioni per le caldaie alimentate a combustibili fossili. Nel nostro paese, il bonus caldaia rientra già negli ecobonus e possono usufruirne i soggetti che installano sistemi a basso impatto.

Quindi se il governo decidesse di rinnovare gli incentivi nei prossimi anni, non sono previsti conflitti con la normativa Ue sulle case green. E’ chiaro, però, che per valorizzare la propria abitazione non conviene puntare su una caldaia a gas.

Dal 2024 stop agevolazioni vecchie caldaie

In questo momento, chi vuole sostituirla può puntare su l‘agevolazione Bonus al 50% per interventi di ristrutturazione semplice. O l’Ecobonus con l’agevolazione del 65%, che prevede la sostituzione con una di classe A e l’installazione dei sistemi di termoregolazione evoluti. La Direttiva Ue, in ogni caso, indica un tempo di due anni per l’ok e il recepimento da parte dei paesi membri. Quindi questo potrebbe scattare dall’estate 2025, data in cui sarà vietato installare caldaie a combustibili fossili nei nuovi edifici e negli edifici in ristrutturazione.

Il divieto di vendita delle caldaie a gas, invece, dovrebbe scattare dal 2029. Tra il 2025 e il 2026 si prevede il declassamento sulle etichette, che mira appunto a disincentivare l’acquisto di queste caldaie.
La scadenza successiva è quella che va dal 2027 al 2033, e riguarda gli obblighi per gli edifici residenziali e non residenziali, con l’obiettivo di abbattere le emissioni. Quindi, arrivare al 2033 con tutte le case in classe D. I nuovi edifici, invece, dovranno essere a zero emissioni già da gennaio 2026 per quelli gestiti da enti pubblici e dal 2028 per gli altri. L’ultima scadenza riguarda il 2024, quando è previsto l’ultimo termine per lo stop ai combustibili fossili di tutti gli impianti presenti negli edifici residenziali e non.