Case Green: l’Italia ha un problema. Un problema che ha a che fare con la decisione dell’Ue di imporre a tutti gli Stati membri le ristrutturazioni dei loro edifici per tagliare i consumi d’energia di un quarto rispetto a quelli attuali. Ossia del 25%. Al riguardo la normativa parla chiaro: tutti gli immobili residenziali entro il 1° gennaio 2030 dovranno rientrare nella classe energetica E. Tre anni dopo, invece, nella classe D. In che modo? Con l’installazione di nuove caldaie a condensazione, pannelli solari, cappotti termici e infissi nuovi.
In Italia 9 milioni di edifici residenziali inquinanti
La fotografia esatta della situazione attuale in Italia la offre l’Ance, acronimo dell‘Associazione dei costruttori edili. Stando all’ultimo rapporto, sul territorio italiano ci sono 12,2 milioni di edifici residenziali. Di questi, oltre 9 milioni non rientrano nei parametri previsti dall’Ue. O per meglio dire, secondo la direttiva Ue 9 milioni di abitazioni devono essere ristrutturate entro il 2030/2033 per essere a norma.
L’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico, certifica che in un condominio dove ci sono circa venti appartamenti la spesa per adempiere alla normativa corrisponde a circa 30 mila euro per ogni abitazione. Una spesa che, bisogna aggiungere, va poi pesata con l’aumento del valore dell’immobile (stimato in circa il 30%) e il risparmio dei consumi (fino al 60%). Va però anche detto che una spesa simile non è per tutte le tasche né per tutte le famiglie.
Case green: gli italiani rischiano una stangata fino a 30 mila euro per colpa della normativa Ue
La politica, c’era da immaginarlo, si è ovviamente divisa.
Che cosa sarà dunque della normativa Ue che impone le case green agli Stati membri, Italia inclusa? Staremo a vedere.