Il caro spesa non si arresta. I prezzi dei prodotti alimentari crescono sempre di più e per un chilo di spaghetti si arriva a pagare anche il 237% in più. I rincari ovviamente pesano sempre di più sul budget delle famiglie costringendole a rinunciare a sempre più cose. L’Osservatorio Nazionale della Federconsumatori ha stilato una mappa di tutti i maggiori rincari dal 2001 fino ad oggi.

Situazione shock per il caro spesa: i motivi

L’Onf rivela che più del 16% del consumo di carne e pesce per colpa dei rincari è diminuito.

Gli italiani optano per verdure e ortaggi più convenienti per cui evitano i frutti esotici e le primizie che costano sempre più. Inoltre la merce vicina alla scadenza che costa meno nei supermercati è presa d’assalto mentre i prodotti per la salute e la cura della persona sono utilizzati sempre meno. Ma quali sono i motivi del caro spesa? Ovviamente gli aumenti dei costi delle materie prime e del trasporto dei beni alimentari. In molti casi, però, si rilevano delle speculazioni per le quali Federconsumatori ha chiesto verifiche all’Antitrust.
Gli aumenti dei prezzi non riguardano solo i prodotti che costano di più ma anche quelli che si utilizzano ogni giorno come la pasta. Quest’ultima subisce un rincaro del 77% seguita dalla farina con un rincaro del 63%. Seguono poi la pasta integrale, l’olio extravergine, il pane, i prodotti sott’olio e i gelati.

Il confronto dal 2001

L’Osservatorio della Federconsumatori ha effettuato un’analisi dei principali prodotti alimentari che hanno subito i maggiori rincari. Si parte dalla farina che nel 2001 costava in media 0,57 centesimi per 1 chilo. Nel 2021 il prezzo era di 0,79 centesimi mentre quest’anno è giunta a 1,29 euro. La variazione dal 2011 al 2022 è del 126%.
Capitolo pane: nel 2001 un chilo in media costava 1,80 euro, nel 2021 costava 3,36 euro e oggi arriva a 4,20 euro.

È quindi del 133% la variazione dal 2011 ad oggi. Non va meglio agli spaghetti in quanto 1 chilo nel 2001 costava 86 centesimi mentre nel 2021 il prezzo è salito a 1,64 euro e nel 2022 a 2,90 euro in media. Dal 2011 al 2022, quindi, si registra una variazione del 237%.
Registra un notevole aumento anche una confezione di uova da 6. Nel 2001 costava 1,09 euro, nel 2021 2,18 euro e ora è arrivata a 2,49 euro. È del 127% la variazione dal 2011 al 2022 spiega la Federconsumatori. La passata di pomodoro in bottiglia registra una variazione dal 2011 ad oggi del 173%. Nel 2001 costava 0,69 centesimi, nel 2021 la cifra di 1,59 euro e nel 2022 1,69 euro. E poi c’è il latte fresco (1 litro) che registra un aumento del 74%, l’olio extravergine del 56%, 1 chilo di parmigiano reggiano del 68% e 1 chilo di patate del 171%.
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