Complice la guerra in Ucraina, le manovre speculative e l’incapacità politica da parte dell’Unione Europea, il caro carburante raggiunge livelli di insostenibilità commerciale. Soprattutto il metano per auto. Fare un pieno costa sempre di più, anche per chi ha scelto in passato modelli alimentati a gas naturale. La scelta più economica degli ultimi anni grazie a una fiscalità favorevole e a prezzi decisamente più contenuti rispetto a diesel e benzina. A lanciare l’allarme è l’associazione di settore Assogasmetano che annuncia una possibile chiusura dei distributori di metano.

Questo se il governo italiano e, soprattutto, quello europeo non dovessero intervenire.

Caos gas metano per auto: il caro carburante mette in ginocchio il settore

Il prezzo del gas metano per auto è schizzato alle stelle negli ultimi mesi, un’accelerazione dovuta alla guerra in Ucraina e a manovre speculative incontrollate da parte del mercato dell’energia. Un dato è particolarmente significativo: al mese di aprile 2021 la media era di 0,975 euro al chilo, mentre oggi si parla di 1.904 euro al chilo. Praticamente il doppio, se si calcola che in alcuni momenti il picco è arrivato oltre i 2 euro. Le prime conseguenze sono immediatamente visibili: da un lato le immatricolazioni sono crollate all1,1% dell’intero mercato già in sofferenza, dall’altro le associazioni di settore lanciano l’allarme sul futuro dell’intero comparto.

Possibile chiusura dei distributori di metano

Assogasmetano, una delle principali associazioni di settore, lanciano l’allarme. I prezzi che gli operatori del metano per auto devono gestire sono otto volte superiori a quelli di 12 mesi fa e le previsioni non fanno intravedere un miglioramento, almeno per quanto riguarda il breve periodo.

Nel comunicato si legge che a breve l’intero settore rischia di trovarsi fuori mercato e rischia la chiusura definitiva. La ragione è semplice: il metano non risulta più essere conveniente come un tempo e per gli operatori di settore sta diventando un investimento anti-economico.

Questo significa che ci saranno nuovi rincari e, senza alcuna soluzione politica nazionale e europea, il rischio concreto è la chiusura dei distributori.

L’assenza della politica e le conseguenze del caro carburante

La crisi del settore del metano per auto rischia di non colpire soltanto i lavoratori dell’intera filiera. Anche tutti gli automobilisti e gli autotrasportatori che negli anni hanno scelto il gas naturale per la sostenibilità dei trasporti. L’ingegnere Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano, chiede un intervento urgente da parte del governo. Questo per sostenere un settore decisivo anche in vista della transizione ecologica dal momento che rappresenta la connessione verso l’uso di biometano e idrogeno nei trasporti.
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