Parte la guerra al caro benzina. Una guerra che il governo ha deciso di mettere in atto dopo la fine del taglio delle accise dal 1° gennaio 2023. Un taglio che, negli ultimi mesi del 2022, aveva portato il prezzo del carburante ad una buona discesa dopo l’impennata precedente.

All’inizio dell’anno 2023 però gli automobilisti hanno dovuto fare i conti con l’amara sorpresa. Le misure messe in campo dal legislatore erano fino al 31 dicembre 2022. Quindi, già dopo la mezzanotte che ha segnato l’inizio del nuovo anno, i prezzi di benzina e gasolio sono ricominciati a lievitare.

Sulla rete autostradale si è arrivati a toccare nuovamente i 2 euro al litro. Sulle strade urbane ed extraurbane, invece, se con il taglio delle accise il prezzo si era assestato intorno a 1,64 euro litro, adesso, dopo la caduta delle misure, si è risaliti almeno di 18 centesimi di euro. Quindi, siamo oltre 1,80 euro per ogni litro.

Ecco, quindi, che in attesa di trovare nuove risorse da destinare a mitigare i rincari, il governo guidato da Meloni, nella giornata del 10 gennaio 2023 ha approvato un nuovo decreto. Il provvedimento introduce disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo e sanzionatori del Garante prezzi. Insomma, si tratta di disposizioni finalizzate a combattere il caro benzina.

Il decreto trasparenza sul caro benzina, cosa prevede punto per punto

In dettaglio, come si evince dal comunicato stampa apparso sul sito internet del Consiglio dei Ministri, si stabilisce quanto segue:

  • si proroga anche per il primo trimestre 2023 (quindi, per i mesi di gennaio, febbraio e marzo) il bonus carburanti di 200 euro
  • diventa giornaliero l’obbligo per gli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione per uso civile di comunicare il prezzo di vendita praticato. Il Ministero delle imprese calcola e pubblica il prezzo medio giornaliero nazionale. Tale prezzo deve essere esposto, con specifica evidenza, da parte degli esercenti insieme al prezzo da essi praticato
  • si rafforzano le sanzioni amministrative in caso di violazione, da parte degli esercenti (distributori), degli obblighi di comunicazione e pubblicità dei prezzi. In caso di recidiva, la sanzione può giungere alla sospensione dell’attività per un periodo da 7 a 90 giorni
  • si rafforzano i collegamenti tra il Garante prezzi e l’Antitrust, per sorvegliare e reprimere eventuali speculazioni. Allo stesso fine, si irrobustisce la collaborazione tra Garante e Guardia di Finanz

Con il decreto trasparenza sul caro benzina si istituisce anche una Commissione di allerta rapida.

Il compito dell’organo sarà la sorveglianza dei prezzi finalizzata ad analizzare le ragioni dei turbamenti e definire le iniziative di intervento urgenti.

I controlli della Guardia di Finanza

Sul lato dei controlli, si intensifica quindi la collaborazione con la Guardia di Finanza. Ciò con particolare riguardo alla rete di distribuzione autostradale e a contesti territoriali sensibili.

Già da questi primi giorni del 2023 sono in aumento le attività di “vigilanza prezzi” che vedranno il coinvolgimento di tutti i Reparti del Corpo. Le Fiamme Gialle, inoltre, daranno supporto al garante per la sorveglianza dei prezzi e all’autorità garante della concorrenza e del mercato (A.G.C.M.), nell’ambito di alcune indagini istruttorie avviate, allo scopo di accertare eventuali violazioni della normativa di settore.

Ad ogni modo l’impegno della Guardia di Finanza finalizzato al contrasto del caro benzina è dettagliatamente descritto nell’apposito comunicato stampa.