Il prossimo 25 settembre si andrà alle urne per le elezioni politiche. La campagna elettorale, a distanza di poco più di un mese dal voto, sta prendendo forma e i partiti hanno già presentato i loro programmi elettorali. Occhi puntati su reddito di cittadinanza e pensioni ma non solo. Anche i bonus e i super bonus edilizi fanno parte dei temi di cui si discute molto. Mentre il M5S propone la stabilizzazione del superbonus 110%, il centrodestra vuole riorganizzare gli incentivi fiscali legati all’efficientamento energetico degli immobili.

Pochi riferimenti al tema da parte di Azione e Italia Viva.

Bonus e i super bonus edilizi, cosa vogliono fare i partiti per le Elezioni politiche 2022

Il M5S punta fortemente alla transizione ecologica. L’obiettivo per queste elezioni è proteggere l’ambiente tramite un Superbonus energia imprese e la stabilizzazione del superbonus e altri bonus, nonchè il meccanismo della cessione dei crediti d’imposta.
Nel programma elettorale del centrodestra in merito ai bonus edilizi, si guarda fortemente alla salvaguardia della situazione attuale e il:

“riordino degli incentivi destinati alla riqualificazione, alla messa in sicurezza e all’efficientamento energetico degli immobili residenziali pubblici e privati”.

Forza Italia vuole rendere strutturale la normativa sugli incentivi edilizi sull’efficientamento energetico e sul Sisma bonus semplificandola. La Lega punta a rendere Superbonus più coerente e applicabile, garantendo l’accesso all’agevolazione per tutti coloro che hanno già maturato il diritto. Nel programma si legge anche:

“prevedere la stabilizzazione degli ecobonus per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare privato”.

I programmi elettorali sulle pensioni, dalla quota 41 a Opzione Donna

Molto più articolato il programma relativo alle pensioni da parte dei vari partiti. In vista delle prossime elezioni. Il M5S vuole evitare il ritorno della legge Fornero ampliando la categoria dei lavoratori gravosi e usuranti usando dei meccanismi di uscita flessibile dal lavoro.

La Lega di Matteo Salvini, vuole puntare a Quota 41, con il raggiungimento del diritto alla pensione con 41 anni di contributi, per le donne si guarda alla pensione a 63 anni con almeno 20 anni di contributi.

Per i giovani con carriera nel regime contributivo, si vuole riconoscere una pensione minima di mille euro e considerare anche i periodi di inattività. Per la Lega, Opzione Donna deve diventare strutturale, si punta anche all’anticipo pensionistico.
Nel programma dei Verdi e Sinistra Italiana, la proposta sulle pensioni verte su l’uscita dal lavoro a 62 anni o con 41 anni di contributi riconoscendo anche i periodi di disoccupazione involontaria, il lavoro di cura non retribuito e la maternità. Unione Popolare guarda all’abolizione della legge Fornero per arrivare all’età pensionabile di 60 anni o 35 anni di contributi, oltre alle pensioni minime di almeno mille euro.

Silvio Berlusconi punta a portare la pensione minima a mille euro. In ogni caso, il programma del Centrodestra sarà più preciso nelle prossime settimane. In linea generale si parla di:

«flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione, favorendo il ricambio generazionale».

Il PD propone l’uscita dal lavoro dai 63 anni di età per alcune categorie dal 1 gennaio 2023. In alternativa l’età per andare in pensione sarà di 67 anni. Inoltre vuole rendere strutturali l’APE sociale, Opzione Donna e introdurre una pensione di garanzia per i giovani.