Beppe Grillo nel suo blog, il 16 settembre 2005, raccontando dell’incidente stradale in cui era stato coinvolto che gli costo, oltre quasi la vita, anche una condanna per omicidio colposo, promise “Non mi candiderò al Parlamento”; ma il Quirinale è un’altra cosa. Voci di corridoio, mormori appena udibili vorrebbero l’esistenza di un piano. Un piano per espugnare il Quirinale. Gianroberto Casaleggio dovrà occuparsi dello slogan per presentare quella che sarà la candidatura di Beppe Grillo al Quirinale. A quanto sembra Beppe Grillo avrebbe istruito già la pratica per la sua candidatura e l’avrebbe fatta studiando attentamente i risultati che portarono i radicali di Marco Pannella a prendere un 9% che non sfiorarono mai più in tutta la loro storia, alle europee che erano concomitanti allo scadere di un mandato presidenziale, quello di Oscar Luigi Scalfaro.

In quel periodo Emma Bonino era molto amata, e un sondaggio della Swg fece sapere che ben il 31% degli italiani l’avrebbe voluta come Presidente della Repubblica; sfruttando questa preferenza i radicali fecero il pieno di voti alle europee del 1999. Quindi Beppe Grillo candidandosi alla Presidenza della Repubblica, per prendere ipoteticamente il posto del tanto bersagliato Giorgio Napolitano (Beppe Grillo: abolire il vilipendio. Napolitano come tutti noi), potrebbe portare al suo Movimento 5 Stelle una valanga di voti. Il Movimento 5 Stelle, infatti, è in una situazione nettamente migliore di quella del partito Radicale nel 1999; si mormora addirittura che Grillo e il suo Movimento abbiano superato virtualmente il Pdl. Un italiano su tre dichiara di voler votare per il Movimento 5 Stelle alle prossime politiche; ora resta da vedere soltanto quando la candidatura di Beppe Grillo verrà resa nota:  prima o dopo l’estate?