Tra inflazione, caro energia e caro benzina, l’estate 2022 per le famiglie italiane non è esattamente delle più semplici, volendo usare un eufemismo. L’unica nota lieta sembra arrivare dalle previsioni meteo, che indicano il ritorno dell’anticiclone delle Azzorre sulla nostra penisola, che si tradurrà in un crollo termico e in un ritorno alla normalità sul fronte delle temperature almeno per gli ultimi giorni di questa settimana e in quelli della prossima. Sulla carta, ci sarebbe anche una seconda buona notizia: l’ennesima proroga dello sconto sui carburanti, al fine di contrastare i rincari per i prezzi di benzina e diesel, in considerazione anche della dinamica crescente del prezzo del carburante.

Lo aveva affermato il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, nel corso dell’assemblea annuale di Unem (associazione libera Unione energie per la mobilità) quando aveva parlato della proroga dopo l’8 luglio.

Prezzi benzina e diesel: lo sconto taglia accise termina il prossimo 2 agosto

Di certo c’è che lo sconto sui carburanti resterà fino al prossimo 2 agosto, in virtù di una prima proroga stabilità dal governo Draghi, con la quale si è andati a intervenire anche sul metano, che presenta oggi un’accisa pari a zero e l’Iva ridotta al 5 per cento. Lo stesso provvedimento garantisce uno sconto di 30 centesimi al litro per gasolio e benzina, e di 10 centesimi per il Gpl. Come dichiarato da Giorgetti in occasione del suo intervento all’assemblea dell’Unem, il governo “sta valutando una ulteriore proroga dello sconto perché la dinamica del prezzo del carburante è ancora, ahimè, crescente” come riporta Italiaoggi. 

I prezzi del carburante sempre più alti

Nel corso del suo intervento all’associazione libera Unione energie per la mobilità, l’esponente della Lega ha inoltre aggiunto come le quotazioni del carburante e del petrolio attuali siano “a livelli insostenibili per tutte le categorie di consumatori”. Riguardo invece al futuro elettrico dei trasporti, Giorgetti ha sottolineato che “sono a rischio il 30% delle imprese della componentistica e 70.000 dipendenti diretti”, invocando lo sviluppo di “tecnologie alternative europee”.