Alla fine è arrivato il via libera definitivo da parte del Parlamento Europeo in merito allo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. Lo stop alle nuove immatricolazioni di auto inquinanti era già arrivato a ottobre quando il Consiglio aveva già anticipato l’accordo. Ora però si tratta di un ok definitivo, che non è stato accolto bene dai produttori e nemmeno dal vice premier Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, che ha parlato di scelta folle. Dal 2035, quindi, le auto a motore termico benzina e diesel non saranno più prodotte.

Le nuove regole fanno parte del provvedimento che rientra nel pacchetto «Fit for 55», delle riforme che hanno lo scopo di ridurre l’impatto ambientale e così da procedere verso l’azzeramento delle emissioni C02.

Auto benzina e diesel addio dal 2035 per le vendite ma potranno continuare a circolare?

In sostanza, dal 2035 si potrà continuare a circolare con le auto a motore termico ma i modelli non saranno più prodotti, usciranno lentamente fuori mercato e dopo il 2035 non sarà possibile comprarli. Nel frattempo, toccherà aspettare il 2025, quando la Commissione europea presenterà un metodo in modo che le istituzioni possano calcolare i dati sulle emissioni rilasciate durante il ciclo di vita di una macchina. Ogni due anni, la Commissione europea pubblicherà una relazione per evidenziare i progressi compiuti nell’ambito della mobilità zero. La prima è fissata al 2025.

Secondo Jan Huitema, relatore all’Eurocamera:

«Tutti questi obiettivi offriranno chiarezza per l’industria automobilistica e stimoleranno l’innovazione e gli investimenti dei costruttori”

In sostanza, tra gli obiettivi ci saranno quelli di guidare vetture a zero emissioni, che diventeranno anche meno costose.
Il provvedimento riguarda i nuovi veicoli che saranno prodotti e non già quelli in circolazione o la vendita dell’usato. Ecco perché, per fare in modo che l’Europa passi a mezzi meno inquinanti, è previsto un meccanismo di incentivi all’acquisto di auto ibride o elettriche.

Chi potrà ancora produrle e la questione delle auto usate

Dal 2035 potranno continuare a produrre auto termiche solo i piccoli produttori. Chi produce meno di mille auto all’anno potrà continuare a farlo. Si tratta del mercato luxury o di nicchia. Nella normativa è stata inserita anche la possibilità di continuare a vendere vetture con motore termico o ibrido purché a zero emissioni.
Per quanto riguarda le auto usate, invece, sarà ancora possibile venderle ma è chiaro che è un segmento che andrà piano piano a morire con un deprezzamento anche per il valore commerciale. La novità, in ogni caso, è che dal 1 gennaio 20235 si potranno immatricolare solo auto green. Per favorire il passaggio ai veicoli elettrici o ibridi sono previsti anche degli incentivi, si tratta di una sorta di rottamazione di massa delle auto. Gli Stati Membri dovranno poi decidere in che modalità. Anche i produttori avranno degli incentivi per favorire la transizione ecologica, ammodernare gli impianti e formare i lavoratori.

Ovviamente anche gli effetti sulle occupazioni non saranno indifferenti. Infatti si stimano conseguenze per 70mila posti di lavoro, visto che le auto elettriche sono più semplici da montare.
Riassumendo, dal 2035 le auto a benzina e diesel non saranno più vendute, ma chi le possiede potrà ancora usarle per circolare. Le auto elettriche, invece, costeranno meno per permettere a tutti di poter passare a questo tipo di auto.

Le polemiche

Il vice premier Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, non ha accolto bene la notizia e su Instagram ha parlato di:

Decisione folle e sconcertante, contro le industrie e i lavoratori italiani ed europei, a tutto vantaggio delle imprese e degli interessi cinesi. Ideologia, ignoranza o malafede?

Anche il Luca de Meo, presidente dell’Acea (Associazione dei Costruttori automobilistici europei), si è espresso in merito alla proposta di introdurre Euro 7 da parte della Commissione, sottolineando che in questo modo “si obbliga i produttori a investire miliardi di euro nella tecnologia di post-trattamento dei motori per guadagni ambientali minimi esponendo a conseguenze economiche e sociali pesanti”.

Sottolinea anche che alcuni impianti potrebbero chiudere e a rischio ci sarebbero 300 mila posti di lavoro se la transizione non viene gestita bene.