La notizia che dal 2023 per qualcuno è previsto un aumento dello stipendio è sicuramente positiva. La nuova legge di Bilancio porta in dote un aumento sullo stipendio a diverse categorie di lavoratori, per effetto della riduzione del cuneo fiscale e dell’estensione della flat tax. A beneficiarne però saranno in pochi, e non sempre una minore pressione fiscale si tradurrà in un vantaggio economico concreto. C’è da dire comunque che il compito del governo Meloni non era semplicissimo, non solo per questione di tempo.

Dall’insediamento del nuovo esecutivo ad oggi non sono trascorsi neanche due mesi, a questo poi si aggiunge una crisi economica legata alla guerra in Ucraina senza precedenti. Quali lavoratori potranno davvero sorridere il prossimo anno, o perlomeno abbozzare un sorriso?

Aumento sullo stipendio: sì alla flat tax al 15% fino a 85mila euro

I primi a beneficiare della nuova manovra economica per il 2023 sono gli autonomi e le partite Iva. Tutto merito dell’estensione della flat tax al 15%, anche a chi ha ricavi fino a 85mila euro all’anno. Se si calcola che fino ad oggi la flat tax al 15% era valida fino a 65.000 euro, è facile capire come la misura riguardi una minoranza di autonomi e chi è in possesso di una partita Iva. Di fatto, ne beneficeranno soltanto chi realizza ricavi tra i 65mila e gli 85mila euro.

Taglio del cuneo fiscale: il governo conferma il taglio del 2% operato dall’esecutivo Draghi

La tanto agognata riduzione del cuneo fiscale è entrata nella legge di Bilancio per il prossimo anno, senza tuttavia soddisfare le aspettative. Il governo Meloni non ha fatto altro che confermare il taglio del 2% introdotto la scorsa estate dall’esecutivo uscente guidato da Mario Draghi, una misura ritenuta già allora insufficiente da parte dei sindacati. Insufficiente perché, a conti fatti, porta benefici esigui alla maggior parte dei lavoratori dipendenti italiani.

Ricordiamo che il provvedimento sul taglio del cuneo fiscale dell’esecutivo Draghi aveva come scadenza il 31 dicembre di quest’anno.

Sempre restando in tema di riduzione fiscale, i dipendenti che percepiscono un reddito lordo inferiore ai 20.000 euro riceveranno un aumento sullo stipendio leggermente superiore, per effetto di un taglio del 3% sul cuneo fiscale (invece del 2%). Una bella notizia, sì, ma calcolatrice alla mano la differenza non sarà poi così importante come ci si aspettava all’inizio.

In ultimo, nella prima manovra finanziaria del governo Meloni c’è anche una detassazione dei premi di produttività di importo non superiore ai 3.000 euro. Riguardo a ciò, l’aliquota passerà dal 10% al 5%. Anche in questo caso, comunque, si tratta di un beneficio destinato a pochi lavoratori.