Stasera alle 21.15 su Rai 3 tornerà una nuova puntata di Report, il programma condotto da Sigfrido Ranucci. Verrà mandata in onda un’inchiesta sull’aumento del prezzo del gas e su chi ci festeggia. Inoltre si parlerà dell’inizio del conflitto in Ucraina e del fatto che l’Italia si è impegnata ad aumentare le fornitura di gas dall’Algeria, dall’Azerbaijan e dalla Libia, ma a quale rischio?

Aumento del prezzo del gas: più forniture da Algeria, Libia e Azerbaijan

Il gas russo importato dall’Italia passa quasi del tutto dal gasdotto ucraino Fratellanza e arriva a Treviso sul confine friulano con l’Austria.

Attraversa una galleria lunga 2640 metri che ospita metanodotti vitali per la sopravvivenza dell’Italia. Senza il gas russo, il nostro paese si fermerebbe in quanto nel 2021 la Russia ci ha fornito il 40% del gas che abbiamo importato. Ma ora con lo stop? Ebbene, è partita la ricerca di nuovi fornitori da sostituire ai russi ed il primo nome sulla lista del governo è l’Algeria da cui l’anno scorso è stato importato il 31% del gas. Attraverso Transmed potrebbero arrivare 2-10 miliardi di gas in più all’anno. Esso potrebbe quindi rimpiazzare il 10-30% del gas russo. Ci sono però dei rischi in quanto quando si è votata la risoluzione all’Onu per escludere dal Consiglio dei Diritti Umani la Russia, tale nazione si è astenuta. Il governo punta anche sulla Libia dove l’esplosione di una guerra civile è sempre dietro l’angolo e soprattutto sul Tap. Quest’ultimo è il gasdotto che collega l’ Azerbaijan all’Italia. Il problema è che esso passa per la Turchia per cui serve la servitù di passaggio di tale paese.

Chi ci guadagna con l’aumento del prezzo del gas?

Per l‘aumento del prezzo del gas le prime a festeggiare sono le prime 3 grandi intermediarie di materie prime.

Parliamo dalla Vitol, della Trafigura e della Glencore. La prima, olandese, passa da 140 miliardi di dollari di fatturato nel 2020 a 279 miliardi nel 2021 con un incremento del 99%. La seconda che è una multinazionale basata a Singapore passa invece da 147 miliardi di dollari a 231 del 2021 con un +57% ed infine c’è la Glencore. Quest’ultima passa da un fatturato di 142 miliardi a 207 miliardi, il 42% in più. Anche nel nostro paese, però, sono stati fatti affari d’oro. Eni ad esempio quest’anno chiuderà con un profitto di 4,3 miliardi che è il miglior risultato dal 2012. Inoltre nell’ultimo trimestre ha aumentato i suoi profitti del 600%.
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