La sanità italiana è sempre più in difficoltà: è aumentato infatti il prezzo dei farmaci, delle visite specialistiche. Inoltre è sempre maggiore la carenza dei medici e si sono allungate sempre più le lista di attesa.

Che ci fossero criticità nel sistema sanitario si è sempre saputo. I problemi, però, si sono aggravati maggiormente negli ultimi mesi per colpa dell’inflazione. Inoltre a causa dell’ incremento generalizzato dei prezzi delle forniture (dovuto anche ai costi più alti dell’energia).

In merito a quello che sta accadendo c’è anche uno studio condotto da Fpress che ci dice che il prezzo dei farmaci comuni (solo tra gennaio e dicembre scorso) è aumentato in media del 10,4%.

La pandemia ha scoperchiato la vulnerabilità del sistema sanitario pubblico. Nonostante con la legge di bilancio del 2021 siano stati messi a disposizione circa 500 milioni per pagare medici e prestazioni, il problema sanità resta, ha spiegato Milena Gabanelli nel suo Dataroom. I motivi principali sono due: il primo riguarda le strutture pubbliche nelle quali c’è carenza dei medici mentre il secondo riguarda le strutture private accreditate. A queste ultime, infatti, ha spiegato la Gabanelli conviene offrire più servizi a pagamento che quelli con il Servizio Sanitario Nazionale.

Ci sono poi i dati del Censis che testimoniano quest’ultimo problema. Emerge, infatti, che sono sempre più gli italiani che pagano di tasca loro le cure. Si è passati infatti dai 34,85 miliardi di euro del 2019 ai 37 miliardi circa del 2021 e la metà di questa spesa è sostenuta per le visite specialistiche e per gli interventi.

Ora, però, gli italiani devono fare i conti anche con gli aumenti delle prestazioni nel pubblico e con i rincari dei farmaci. Un’altra batosta per le tasche dei cittadini che già sono alle prese con i rincari delle bollette di luce e gas e di tutti i prodotti alimentari. Insomma non è proprio un buon momento.

Lo studio

Secondo lo studio condotto da Fpress, ente specializzato in farmacia, uno dei farmaci ad aver subito più rincari è il Tadalafil che è il generico del Cialis. La confezione da quattro compresse da 10 mg è passata, infatti, da 22,90 euro a 47 euro con un rincaro del 149%. Anche la confezione di Sildennafil Zentiva da quattro compresse è passata da 12,20 euro a 24 euro.

Si registrano rincari anche per i farmaci contro le patologie gravi come nel caso del Dantrium utilizzato per l’ipermetabolismo fulminante. Una confezione da 36 flaconi, infatti, costa anche più di 168,8 euro.

Contenuto, invece, è il rincaro della Tachipirina iniettabile la cui confezione da 7 flaconcini ha subito un rincaro del 12%: da 75,84 a 87,96 euro.

Anche il Toradol è più caro, 10 pillole da 10 mg costano ora 14,20 contro i 13,40 euro di prima così come il Muscoril che è arrivato a costare 19,85 euro. E non è finita in quanto sono rincarati anche i farmaci da banco senza ricetta del 5,1% come la Tachipirina, il Buscopan, il Voltaren e l’Aspirina.

Non solo farmaci anche visite mediche

I rincari hanno colpito oltre ai farmaci anche le visite mediche. Il Corriere della Sera, infatti, ha preso come esempio il Centro Santagostino dove dal 4 dicembre le visite specialistiche/ecografie sono passate da 65 a 77 euro.

Quelle ad essere state più ritoccate, in ogni caso, sono le prestazioni più energivore ovvero quelle che richiedono più elettricità per funzionare. Parliamo ad esempio della risonanza magnetica o degli esami del sangue come ha spiegato il gruppo sul suo sito ufficiale.

I rincari delle visite specialistiche pesano ulteriormente sui ritardi delle cure, sui controlli e sulle prestazioni in tutta la penisola. E proprio per questo, si registra un incremento ulteriore dei tempi di attesa nelle strutture pubbliche, motivo per il quale molti pazienti sono costretti a ricorrere alle cliniche private.

I dati parlano chiaro: negli ultimi tre anni le prime visite presso il pubblico sono scese da 21,8 milioni (2019) a 18,7 milioni nel 2022 mentre le visite di controllo sono passate da 32,8 milioni a 27,5 milioni.

Ricordiamoci sempre che “la Repubblica deve tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Questo è quanto recita l’articolo 32 della Costituzione Italiana che si spera verrà rispettato.

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