I risultati di uno studio pubblicato sulla rivista dell’ESC (European Society of Cardiology), Heart Failure, possono essere sintetizzati in questo modo. Una carenza funzionale di ferro nella mezza età espone a rischi molto più elevati di sviluppare malattie al cuore. Si calcola che, prevenendo questa carenza molto diffusa soprattutto a partire da una certa età si potrebbe ridurre la mortalità da patologie a carico del cuore dell’11,7%.

Lo studio sulla connessione tra carenza di ferro nella mezza età e malattie al cuore

Non si tratta del primo studio che cerca di analizzare la connessione tra l’insufficienza di ferro nell’organismo e malattie di carattere cardiovascolare.

Precedenti ricerche avevano dimostrato come nei pazienti che presentassero malattie al cuore, come ad esempio l’insufficienza cardiaca. Inoltre la carenza di ferro fosse connessa a una maggiore probabilità di esiti peggiori, come il ricovero o la morte.
Lo studio pubblicato su Heart Failure ha deciso di approfondire la questione e ha analizzato l’associazione tra carenza di ferro e problemi al cuore anche nella popolazione generale. I ricercatori hanno seguito una popolazione di 12.164 persone, donne e uomini, provenienti da varie aree d’Europa e con un’età media di 59 anni. La valutazione clinica ha ovviamente valutato anche altri fattori di rischio per il cuore come colesterolo alto e diabete, obesità e fumo.

L’autrice principale della ricerca è Benedikt Schrage dell’Università Heart and Vasculature Center di Amburgo. Ha spiegato come lo studio abbia dimostrato una carenza di ferro molto diffusa nella popolazione di mezza età, si presentava infatti in quasi due terzi dei partecipanti. I pazienti sono stati classificati come carenti di ferro funzionale, mediante l’analisi della ferritina (ferro immagazzinato) e della transferrina (ferro in circolazione per l’utilizzazione da parte dell’organismo).

I risultati dello studio: perché è pericolosa la carenza di ferro per i problemi di cuore

Lo studio ha mostrato delle evidenze importanti sulla connessione tra l’insufficienza di ferro funzionale e la possibilità di sviluppare malattie cardiache.

Gli individui che presentano questa carenza infatti hanno maggiori probabilità di ammalarsi di cuore e soprattutto maggiori probabilità di decesso nei 13 anni successivi. Il follow-up ha dimostrato come la carenza di ferro funzionale esponga al rischio di sviluppare una patologia coronarica il 24% in più rispetto a chi non la presenta. La mortalità invece presenterebbe un rischio accresciuto del 26%.

I risultati complessivi, secondo i calcoli sviluppati dai ricercatori, e riferibili a un periodo di 10 anni, sono i seguenti. Sono da attribuire alla carenza funzionale di ferro il 5,4% di tutti i decessi, l’11,7% dei decessi connessi a malattie cardiovascolari. E ancora il 10,7% di tutte le nuove diagnosi di malattie di carattere coronarico.
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