L’esposizione al glifosato, secondo lo studio pubblicato sulla rivista scientifica ScienceDirect dai ricercatori delle università di Seattle e di Berkley insieme alla Icahn School of Medicine di New York, aumenterebbe il rischio di sviluppare il linfoma non Hodkin. Emanuela Taioli che ha partecipato a tale ricerca ha comunicato che i risultati raggiunti con quest’ultimo studio sono molto convincenti. Il glifosato, per chi non lo sapesse, è anche la sostanza che si trova alla base del pesticida Roundup prodotto dalla Monsanto che da giugno è di Bayer, come comunica anche il noto sito Lifegate.it.
Lo studio
Lo studio americano indica un aumento decisamente netto dell’insorgenza di linfomi non Hodgin tra i lavoratori esposti al glifosato.
La Bayer, invece, sempre al quotidiano francese Le Monde, come comunica anche il noto sito Lifegate.it, asserisce invece che quest’ultima pubblicazione non fornisce dei nuovi dati epidemiologici anzi mette insieme dei dati incompatibili. Negli Stati Uniti, comunque, sono in corso ben 9 mila azioni legali da persone che sono affette da linfoma. Tra queste vi è anche quella del giardiniere Johnson che riuscì prima ad avere dalla Monsanto un risarcimento i 289 milioni di dollari che venne poi ridotto a 78 milioni.
L’analisi: ecco com’è stata condotta
I ricercatori americani nel condurre la nuova meta-analisi hanno comunicato di essersi concentrati sul gruppo più esposto di ogni studio sul glifosato. In relazione a tali studi, poi, non sono stati soltanto esaminati quelli sull’uomo ma anche quelli condotti sugli animali.
Linfoma Non Hodgkin: ecco cos’è
Il linfoma non Hodgkin è un tumore maligno che si origina dai linfociti B e T che sono le cellule principali del sistema immunitario che si trovano nel midollo osseo, sangue milza, timo e nel tessuto linfatico di linfonodi. Le cause di tale linfoma non sono ancora chiare ma si crede che tra i fattori esterni l’attenzione vada rivolta all’esposizione a ionizzanti, radiazioni, insetticidi e benzene. La diagnosi di tale malattia, invece, viene fatta esclusivamente mediante la biopsia di un intero linfonodo o di un campione che dovrà però essere congruo alla massima tumorale.
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