È semplicemente vergognoso quello a cui stiamo assistendo in questi giorni, con il maltempo che stanno piegando il paese e le alluvioni che hanno messo in ginocchio l’Emilia Romagna. Un disastro naturale, si potrebbe dire, tutta colpa dei cambiamenti climatici, si potrebbe sostenere, ma le cose non stanno proprio così e i politici devono assumersi la piena responsabilità di quanto sta accadendo, visto che nulla è stato fatto per prevenire queste sciagure.

Dove sono finiti i fondi?

Quanti soldi servono per salvare gli italiani dalle alluvioni? Il piano era stato avviato e l’obiettivo era quello di stanziare 26 miliardi di euro. Questa la somma preventivata per interrompere il ciclo che ormai da decenni mette il paese in ginocchio con tragedie periodiche.

Ma ecco che la vergogna sala in alto in tutta la sua tragica bruttezza: dei 26 miliardi richiesti per l’intervento, ne sono stati messi a disposizione solo 7 in 20 anni. Stiamo parlando di appena un quarto della somma richiesta. È soltanto uno il sentimento che gli italiani stanno provando verso la classe politica tutta, compresi i 14 governi che si sono alternati in questi ultimi due decenni: vergogna!

Erano stati 7000 i comuni che avevano aderito al piano per contrastare il problema alluvioni nel nostro paese. La missione sul tavolo dei politici aveva assunto il titolo di: Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico. Tutto molto bello, peccato che i soldi non sono stati messi tutti quanti. E la problematica era passata proprio al vaglio della Corte dei Conti il luglio scorso, quanto si era appunto dibattuto in merito al completamento dei fondi. E dire che l’analisi era stata chiarissima: il 16,6 per cento del territorio nazionale è classificato a “maggiore pericolosità”, con 7.275 Comuni interessati dal fenomeno. Ma non è tutto, visto che l’Italia risulta essere il paese europeo maggiormente a rischio.

Perché non arrivano i soldi?

Tempi lunghi e fondi incerti. Sono queste le due motivazioni che stanno alla base della mancanza di soldi. La giunta proprio dell’Emilia Romagna aveva approvato a febbraio la graduatoria di 13 progetti di intervento per 17 milioni. Questi comprendevano impianti sollevamento, ripristino funzionalità idraulica, sicurezza rete scolante, casse di espansione e si sarebbero dovuti effettuare a Modena, Ferrara, Fidenza, Rimini, Sala Bolognese. Tra i 12 e i 13 mesi la durata dei lavori, forse un po’ troppo. Ed ecco il risultato. Qualcosa però non sta funzionando anche nel sistema, poiché appare chiaro che spesso le strutture di missione finiscono per cozzarsi tra loro.

Pensiamo ad esempio al Dipartimento della Protezione Civile e al Ministero dell’Ambiente, il quali a volte finiscono per sovrapporsi anziché cooperare. E non è nemmeno condivisibile il piano dell’intervento di emergenza a discapito della prevenzione, anche se tutto sommato comprensibile. Pensiamo ad esempio al caso specifico degli alluvioni. Come abbiamo visto, probabilmente potevano essere evitati con un accurato progetto di prevenzione, ma ora l’Italia deve far fronte all’emergenza e quindi il tempo della prevenzione è già passato. Dobbiamo però ragionare anche in maniera più lungimirante, e capire che, benché non si possa lesinare sull’emergenza, allo stesso tempo si deve trovare il modo di prevenire ora e in questo preciso momento le future tragedie.

Alluvioni, quanti miliardi servono per salvare gli italiani?

Il piano era stato chiaro: 26 miliardi per interrompere quali alluvioni che ciclicamente colpiscono il nostro paese. Eppure la nostra classe politica ha fatto spallucce. Ecco i risultati, con l’Emilia Romagna che piange i morti di oggi, come le altre regioni negli ultimi anni hanno pianti i morti di ieri. E come, purtroppo, faranno altri regioni del nostro paese, quando tra qualche anno si ritroveranno a piangere i morti di domani.