In Italia è stato confermato il quarto caso di vaiolo delle scimmie. Si tratta di un 32enne di Arezzo tornato da un viaggio alle Canarie, che si aggiunge ai tre casi ricoverati allo Spallanzani di Roma e che ora è ricoverato presso il reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Donato di Arezzo. Nel mondo sono circa 92 i casi confermati in 12 paesi, tra cui anche l’Italia. Intanto, cresce la preoccupazione per il virus del vaiolo delle scimmie e alcuni esperti hanno chiesto un intervento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Allarme per il virus del vaiolo delle scimmie, esperti chiedono chiedono lo stato d’emergenza

Secondo Fabrizio Pregliasco, docente all’università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi:

“Un’eventuale dichiarazione dell’Oms, che decreti il vaiolo delle scimmie emergenza sanitaria pubblica internazionale (Pheic), andrebbe vista in un’ottica formale di facilitazione della comunicazione, dello scambio di informazioni e dunque di un’azione coordinata”.

Pensiero condiviso anche da Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano e da direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti secondo cui:

“Innalzare il livello di emergenza sarebbe corretto per una sensibilizzazione di tutto il mondo sanitario e medico nel mondo: se hai un caso sospetto, devi saperlo riconoscere. Questo ci consentirà di individuare prima i contagi, isolarli e intervenire nel modo corretto”.

Sintomi che devono far allertare

Ma quali sono i sintomi del vaiolo delle scimmie che fanno preoccupare e mettono in allarme? Monkeypox presenta dei sintomi ben definiti, simil influenzali, come stanchezza, dolori muscolari, mal di testa, febbre, linfonodi ingrossati ma soprattutto il tratto distintivo: le lesioni sui palmi delle mani molto dolorose, ma anche sul tratto genitale o sull’area perigenitale. Segnalate anche ulcere orali.

Tra le complicanze rare sono state segnalate anche broncopolmonite, shock secondario a diarrea e vomito, cicatrici corneali, encefalite soprattutto nelle persone con infezione batterica secondaria e setticemia.

La maggior parte delle persone guarisce entro qualche settimana ma il tasso di mortalità è del 3,3%.

Come si trasmette

Il virus del vaiolo delle scimmie si trasmette con contatti ravvicinati, tramite fluidi corporei, contatto con la pelle e goccioline respiratorie. Ecco perchè a rischiare di più sono operatori sanitari, membri della famiglia e partner sessuali visto che le lesioni sulla cavità orale e sulla pelle sono contagiose, così come gli abiti o le lenzuola con cui è stato a contatto il pus della persona infetta. Una ricerca del 2013 condotta dagli scienziati del Tulane National Primate Research Center negli Usa parla anche di trasmissione via aerosol, visto che può restare fino a 90 ore.

Il virus delle scimmie è contagioso fino a quando sono presenti i sintomi, cioè fino a quando sono presenti le lesioni guarite mentre l’incubazione varia tra 5 e 21 giorni. Ecco perché in Gran Bretagna viene consigliato di andare in quarantena per 21 giorni nel caso di contatto diretto con persone immunodepresse, donne in gravidanza e bambini di età inferiore ai 12 anni. A rischiare maggiormente il contagio sono giovani tra 20 e 40 anni mentre le persone con una vaccinazione contro il vaiolo hanno una certa protezione anche contro il vaiolo delle scimmie, quindi gli over 50 in particolare, visto che il vaccino contro il vaiolo era stato interrotto negli anni ‘80.