La pandemia di covid-19 non è finita, solo in estate ci sarà un calo dei casi ma ora a preoccupare è anche in long covid, che potrebbe mandare all’ospedale molte persone, soggetti che potrebbero avere un peso nel sistema sanitario.

Allarme Long Covid dopo Omicron, quando finirà questa ondata

Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera dove ha dichiarato:

“La discesa dovrebbe cominciare a metà aprile per poi proseguire fino a luglio, anche grazie alla bella stagione.

Tra giugno e agosto si prevedono zero casi.”

Quindi dalla metà di aprile, secondo il professore i casi di covid-19 dovuti alla variante Omicron 2, che ormai è al 90%, si dovrebbe assistere ad un calo generale dei contagi per poi arrivare all’estate con pochissimi casi o addirittura zero.

A preoccupare è anche il long covid, quella fastidiosa sindrome che colpisce una larga percentuale di persone che si sono ammalate di covid e che a distanza di mesi continuano a presentare malessere e sintomi come stanchezza, confusione, nebbia mentale etc.:

«Tra il 5 e il 10% dei pazienti guariti da Covid presenta sequele di vario genere, una condizione erroneamente definita “Long Covid”: abbiamo quindi una platea di persone che non sono né malate né sane e che peseranno nei prossimi anni sul sistema sanitario».

Un problema non di poco conto secondo Giuseppe Remuzzi che ha sottolineato come anche il long covid potrebbe diventare un’emergenza. Per quanto riguarda la variante Xe, sicuramente è già arrivata in Italia ma a preoccupare rimane sopratutto quella fascia di popolazione fragile o anziana per cui anche la variante Omicron 2 può essere pericolosa e solo con la terza dose di vaccino ci si può proteggere dalla malattia grave.

La ricerca sui problemi al sistema della coagulazione dopo il covid-19

Secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal infatti, anche il long covid, quindi anche dopo la guarigione, si possono manifestare problemi al sistema della coagulazione, e che rende più facile l’insorgenza di trombosi.

Fino a tre mesi dopo il covisod ci sarebbe un aumento del rischio di trombosi venosa profonda, di embolia polmonare fino a sei mesi dopo la guarigione, e di emorragia fino a due mesi dopo.

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