Airbnb, croce per le città più assaltate dai turisti, delizia per i turisti stessi che spesso trovano strutture più a misura di singola esigenza. Il servizio, ormai presente in Italia da decenni, ha portato tante innovazioni. Se da un lato ha permesso a innumerevoli turisti di effettuare soggiorni anche brevissimi in località turistiche, grazie all’affitto a tempo di case ad hoc (a volte) a prezzi concorrenziali, ha avuto conseguenze complicate sulle città stesse. Il servizio, considerato a lungo l’alternativa abbordabile ai classici hotel, ha avuto una tale diffusione da “drogare” il mercato immobiliare, saturandolo di affitti a brevissimo o breve termine.

Il risultato? È difficile trovare abitazioni o stanze in affitto per precari e studenti anche in periferia. Intanto i prezzi degli immobili in zone centrali o molto turistiche crescono senza freno. In generale, ha preso l’abbrivio la cosiddetta precarietà abitativa delle classi meno abbienti. Non è tutto, perché Airbnb stimolerebbe anche un turismo meno controllato, toccata e fuga, ma di massa. Se da tempo proseguono le discussioni sul fenomeno, i primi provvedimenti sui soggiorni brevi tramite Airbnb arrivano adesso. Ecco cosa prevedono.

Airbnb contro il turismo fuori controllo

A chiedere un intervento contro i soggiorni brevissimi tramite Airbnb è stata Federalberghi, associazione nazionale che rappresenta gli albergatori italiani. Quest’ultima da tempo richiedeva una limitazione per le prenotazioni inferiori ai tre giorni consecutivi. Il problema principale, in questo caso, è quello del turismo sovradimensionato rispetto alle città riceventi. Uno degli esempi più noti è quello di Venezia: chi ci vive lamenta da tempo l’impossibilità a muoversi. L’eccesso di turisti, le infinite code e la necessità sovradimensionata di servizi tende a mandare in tilt anche le mete più rodate, con disagi infiniti per tutti.

La proposta di limitare i pernottamenti brevi è giunta sul tavolo del Ministro del Turismo, Daniela Santanchè.

Proprio ieri è stata diffusa agli operatori di settore l’ultima bozza del disegno di legge a riguardo. Perfettamente in linea con le tempistiche promesse. Lo scopo di questo ddl, dichiarato in bozza, è quello di:

“Fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento”.

Arrivando al dunque, il dll prevede che il Ministero del Turismo assegni agli affittuari richiedenti un codice identificativo nazionale (Cin) per ogni immobile a uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche.

Un provvedimento che strizza l’occhio proprio a Federalberghi

Il codice va poi esposto sui portali e all’ingresso di ogni casa affittata tramite Airbnb, pena una multa fino a 5mila euro. Chi poi affitta più di quattro appartamenti dovrà presentare una comunicazione di inizio attività, con una nuova categoria economica assegnata specificamente alle locazioni turistiche. Ciò per chiarire che si tratta di un’attività imprenditoriale vera e propria. Per i turisti, la stretta sui soggiorni Aibnb prevede anche che:

“A pena di nullità la durata minima del contratto di locazione per finalità turistiche non può essere inferiore a due notti”.

Ciò non vale solo se gli affittuari compongono un nucleo familiare numeroso con almeno un genitore e tre figli. Cosa fare se vogliamo passare una sola notte in una città turistica? Dobbiamo trovare un albergo, ovviamente. E qui nascono le polemiche: è una misura ad hoc per salvaguardare le città dal turismo incontrollato o per dare una mano agli alberghi in Italia? Probabilmente entrambe le cose, ma è comunque difficile ignorare il vantaggio che il provvedimento porta a Federalberghi.

Come se non bastasse, questa stretta ignora totalmente le richieste di molti sindaci. A rappresentarli troviamo Dario Nardella, sindaco di Firenze, che chiede da tempo di mettere un tetto agli affitti brevi a 120 giorni l’anno per porre un rimedio anche all’emergenza abitativa.

Solo così sarà di nuovo possibile calmierare il prezzo degli affitti e dare una casa a tutti, anche a chi annega nel carovita.

Dubbi e perplessità

Insomma, il ddl non soddisfa le richieste importanti. Affronta in parte un problema molto sentito, quello del turismo di massa di pochi giorni, ma aiuta a limitare gli effetti negativi di Airbnb sulle città. Per ora Federalberghi non ha commentato la bozza, mentre gli esperti del settore hanno molto da ridire. Il minimo di notti prenotabili è valido per 14 comuni metropolitani (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Palermo, Catania, Bologna, Firenze, Venezia, Genova, Messina, Reggio Calabria, Cagliari) e altri 950 comuni ad alta densità turistica. In questo caso, trovare posto in albergo non sarà affatto facile, come sottolineato da Marco Celani, presidente di Aigab.

Le limitazioni, invece, non saranno valide per i comuni con meno di 5000 abitanti e considerate a bassa densità turistica. Gli effetti sul turismo si faranno sentire eccome. Per Celani:

“L’impatto economico di questa misura è sicuramente depressivo. Solo una parte verrà recuperata dal mondo alberghiero e una parte si trasformerà in allungamento di pernotti altrove o in nero”.

Airbnb deve cambiare rotta, il ddl Santanchè prevede nuove regole per i soggiorni brevi: la difficile applicazione

D’altra parte la crisi imperversa e Airbnb resta una soluzione molto amata, ma se inaccessibile scende in campo l’ingegno. Oltre alle critiche, appare evidente anche l’impossibilità di applicare l’eccezione sulla stretta ad Airbnb per le famiglie numerose. Come fa notare Celani, chiunque potrebbe pernottare per una sola notte dichiarandosi famiglia numerosa perché chi affitta non potrà, anche per motivi di privacy, “verificare la consistenza dei nuclei familiari”. Insomma, il provvedimento è già aggirabile.

In breve

Riassumendo:

  • Airbnb, oltre a incidere negativamente sui costi degli affitti poiché ha diffuso il modello dell’affitto breve o brevissimo, porta al breve turismo di massa insostenibile per molte città;
  • Federalberghi ha proposto di limitare i pernottamenti brevi tramite Airbnb che dovranno essere superiori a due notti. Si fanno eccezioni solo per le famiglie numerose, mentre chi vuole passare una sola notte fuori dovrà andare in albergo;
  • chi desidera affittare su Airbnb dovrà richiedere ed esporre un codice identificativo nazionale;
  • la bozza del provvedimento, noto come ddl Santanché, è già stata diffusa agli esperti del settore;
  • sono numerosissime le critiche sulla sua reale applicabilità;
  • le richieste dei sindaci delle maggiori città turistiche non sono state prese in considerazione.