Per tanto tempo in pochi l’hanno avuta, poi la Pec è diventata di uso comune per tutti e praticamente indispensabile per inviare o ricevere comunicazioni istituzionali o da parte della Pubblica Amministrazione. Nonostante sia diventata di uso comune, la posta elettronica certificata non avrà più la stessa importanza di prima e sarà sostituita dalla REM, un nuovo meccanismo di email che rispetta gli standard europei. Con la Rem, infatti, si superano alcuni limiti non di poco conto come il fatto che si potrà usare in tutta Europa.

Segno che anche l’identità digitale o le comunicazioni si guarda sempre più ad uno standard unico.

La Pec sarà sostituita con un nuovo sistema europeo

Solo pochi giorni fa è arrivata la notizia che anche lo Spid diventerà europeo e che la carta d’identità elettronica sarà valida anche per accedere a dei servizi digitali con una password temporanea. Ora, anche la Pec cambia volto e amplierà i suoi orizzonti per diventare fruibili in tutti gli stati membri dell’Ue trasformandosi in Rem. Ma quali sono le differenze tra la Pec e la Rem e che cosa cambierà in sostanza?
Mentre la Pec non rispetta del tutto i requisiti del regolamento per il servizio elettronico di recapito certificato qualificato a livello europeo, la Rem invece, li possiede. In pratica, con la Pec, quando si invia un documento non si ha la certezza dell’identità del destinatario che non è protetta. Problemi che non sussisteranno con la Rem.

Quando arriva e come funziona

La Rem, ovvero registro elettronico mail, ha tutte le carte in regola per cambiare e migliorare alcune “pecche” della posta elettronica certificata che conosciamo oggi. Con la Rem, ad esempio, un professionista che invia un documento importante a un cliente in possesso di Rem, avrà la garanzia che il documento arrivi senza il rischio di intrusioni.

La differenza sostanziale, quindi, è che la Pec garantisce sia la ricezione che l’invio. Non verifica però l’identità del destinatario e del mittente in quanto il servizio non obbliga a confermare l’identità. Con la Rem c’è, invece, questa sicurezza e, inoltre, anche una maggiore garanzia per quanto riguarda possibili attacchi informatici.

Ma da quando sarà disponibile la Rem? La Ue ha fatto sapere che entro il 2024 chi è già in possesso di Pec dovrà fare il cambio con la Rem. Quindi entro fine 2023 bisognerà fare il passaggio. Chi non ha avuto mai la Pec, invece, dal prossimo anno dovrà fare direttamente la Rem. Con il cambio, in sostanza, si riceveranno le multe, notifiche di atti giudiziari, ma anche comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate e della PA direttamente nel nuovo strumento. L’identità del titolare della casella postale, sarà verificata con lo spid. Ma anche con la carta d’identità elettronica o la firma digitale e per accedere servirà l’autenticazione a due fattori.

Pec, addio alla posta elettronica certificata: ora arriva la Rem che cosa cambia con il registro elettronico mail

Dopo lo Spid che diventa europeo, quindi, anche la Pec o Posta elettronica certificata cambia volto e si trasformerà in Rem dal 2024. La differenza con la Pec, in sintesi, sta nel fatto che non solo si potrà usare anche a livello europeo, ma sarà garantita la conferma dell’identità oltre a una maggiore sicurezza da attacchi informatici. L’avvio della Rem è previsto dal 2024. Quindi, chi ha in uso la Pec sarà per forza di cose obbligato a passare al nuovo sistema di registro elettronico mail.

Le dichiarazioni di Aruba

In riferimentoalla notizia legata al tema PEC, Aruba tiene a chiarire alcuni elementi che potrebbero risultare fuorvianti:

“La notizia potrebbe diffondere il dubbio che si tratti di uno strumento totalmente diverso; invece, si tratta sempre dello stesso sistema che si evolverà in chiave europea e manterrà invariate le modalità di fruizione e funzionalità. Oggi sono oltre 14 milioni le caselle PEC attive, e presto sarà possibile utilizzarle oltre i confini nazionali per lo scambio sicuro di comunicazioni con valore legale. Ci teniamo, inoltre, a rassicurare che gli indirizzi delle caselle PEC rimarranno invariati e che gli utenti non dovranno quindi compiere alcuna migrazione, poiché siamo noi provider a gestire questo aspetto.”