Keen Security Lab, un gruppo di ricercatori sulla sicurezza, ha rilasciato un nuovo rapporto sul sistema Autopilot di Tesla e su come ingannarlo. Gli hacker già in passato sono riusciti a prendere il controllo dei veicoli Tesla in diverse occasioni e la loro ricerca ha portato  la casa americana ad aggiornare la sicurezza del suo software. Ora gli stessi stanno rivolgendo la loro attenzione al sistema  di guida semi autonoma presente nelle auto del produttore californiano così come si evince da un nuovo documento di ricerca pubblicato nelle scorse ore.

Invece di hackerare direttamente il software ADAS (Advanced Driver Assistance System), Keen Lab ha mostrato come il sistema potrebbe essere ingannato con input visivi fuorvianti. Inizialmente, hanno semplicemente cercato di ingannare i tergicristalli automatici, che sono alimentati dal sistema di visione artificiale e dalle telecamere di Autopilot, mostrando immagini di acqua alla fotocamera frontale, attivando il sistema. Il team successivamente ha cercato di testare qualcosa di molto più pericoloso, usando piccoli adesivi sulla strada per confondere il sistema di riconoscimento della corsia. Autopilot infatti  riconosce le corsie e assiste il controllo identificando i segnali stradali. Sulla base della ricerca, il team di ricercatori ha dimostrato che posizionando adesivi nella strada, il sistema Autopilot acquisisce queste informazioni e emette un giudizio anormale, che induce il veicolo a entrare nella corsia sbagliata “.

Tesla ha risposto a queste pubblicazioni del team Keen Security Lab affermando: “In questa dimostrazione i ricercatori hanno adattato l’ambiente fisico (ad esempio mettendo il nastro sulla strada o modificando le linee della corsia) attorno al veicolo per fare in modo che l’auto si comporti diversamente quando è in uso il pilota automatico. Questo non è un problema del mondo reale dato che un pilota può facilmente scavalcare il pilota automatico in qualsiasi momento usando il volante o i freni e dovrebbe essere pronto a farlo in ogni momento.

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