BMW, Mazda, Subaru e Toyota hanno raggiunto accordi per risolvere la controversia relativa agli airbag Takata depositata dai proprietari di numerosi modelli in cui erano presenti gli airbag difettosi a rischio di esplodere nel caso di incidente. Sebbene gli accordi non siano stati conclusi dal tribunale, entrambe le parti sono convinte che tutto sia a posto. Tanto che gli accordi avranno inizio prima ancora che arrivi il consenso del giudice.
BMW, Mazda, Subaru e Toyota: raggiunto accordo per la controversia sugli airbag Takata
I programmi offerti da Bmw, Mazda, Subari e Toyota garantiscono una serie di benefici per i proprietari dei veicoli interessati.
Ad alto rischio sono tutte le auto che si trovano in zone ad alta umidità. Questo a causa del fatto che l’umidità destabilizza il nitrato di ammonio che viene utilizzato per l’apertura degli airbag e che in questi casi può provocare l’esplosione. Sulla base di questi fattori di rischio, i veicoli sono stati divisi in quattro gruppi di priorità. Nel primo gruppo rientrano i modelli prodotti nel 2008 o prima di quella data che hanno trascorso del tempo in zone ad alta umidità assoluta. Entro il 31 dicembre 2017, i veicoli dei primi 3 gruppi devono essere richiamati per evitare rischi.
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Ecco quanto sborseranno le case coinvolte
Gli accordi con BMW, Mazda, Subaru e Toyota sono arrivati dopo che almeno 16 persone sono state uccise in tutto il mondo dall’esplosione degli airbag Takata che si trasformano in bombe quando gli airbag si gonfiano.
Gli accordi, una volta ultimati, comporteranno per le case automobilistiche coinvolte l’esborso di un totale di circa 553 milioni di dollari da utilizzare per tutte le spese causate dalla vicenda. E’ Toyota l’azienda che dovrà sborsare l’assegno più grande pari a circa 278,5 milioni di dollari, seguito da BMW a 131 milioni di dollari, Mazda pagherà 76 milioni e Subaru circa 68 milioni di dollari.