Il cantiere della Legge di Bilancio 2025 è ufficialmente aperto. Il governo ha iniziato a predisporre la nuova manovra finanziaria e, di conseguenza, le misure che fino a poche settimane fa erano solo un “pour parler” iniziano a prendere forma concreta.
Tra i temi più rilevanti in discussione ci sono pensioni, tasse e cartelle esattoriali, ossia le questioni che toccano più da vicino milioni di contribuenti. Vediamo quali sono le possibili novità della manovra che entrerà in vigore dal 2026.
Pensioni nella manovra: le novità dal 2026
Le pensioni restano uno degli argomenti più caldi della politica economica. Molti contribuenti attendono di capire come cambierà il sistema e una delle modifiche più significative riguarda il passaggio da Quota 103 a Quota 41.
Oggi con Quota 103
- Almeno 62 anni di età
- Almeno 41 anni di contributi
- Pensione massima pari a 4 volte il trattamento minimo
- Calcolo interamente con il metodo contributivo
Dal 2026 con Quota 41
- Almeno 62 anni di età
- Almeno 41 anni di contributi
- Pensione calcolata con metodo misto
- Penalizzazioni del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni, ma solo per le famiglie con un ISEE superiore a 35.000 euro
Inoltre, è allo studio la possibilità di consentire la pensione a 64 anni per tutti, non solo per chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1996. In questo caso i requisiti sarebbero:
- Almeno 64 anni di età
- Almeno 25 anni di contributi
- Pensione non inferiore a 3 volte l’assegno sociale, con la possibilità di integrare il calcolo con la rendita da previdenza complementare
Cartelle esattoriali: la “rottamazione quinquies”
Anche le cartelle esattoriali saranno al centro della nuova manovra. È prevista una nuova sanatoria, la cosiddetta rottamazione quinquies, che consentirà di chiudere i conti con tutte le cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate-Riscossione fino al 31 dicembre 2023.
Le novità previste:
- Azzeramento di sanzioni, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e diritti del concessionario
- Possibilità di pagare a rate mensili fino a 120 mesi (10 anni)
- Nessun aggravio di interessi
- Maggiore flessibilità: si potranno saltare fino a 8 rate senza decadere dalla sanatoria (oggi basta una sola rata mancata per perdere il beneficio)
È inoltre allo studio:
- Un saldo e stralcio per i debiti fino a 5.000 euro
- Una nuova forma di rottamazione per i debiti sopra i 50.000 euro, con maxi rata iniziale del 5% e il resto da pagare in 120 mesi
Taglio IRPEF per il ceto medio
Un altro capitolo caldo della Legge di Bilancio riguarda il taglio dell’IRPEF. Dopo la riforma del 2024 che ha ridotto gli scaglioni da quattro a tre, il governo punta ora a intervenire sul secondo scaglione.
L’aliquota passerebbe dal 35% al 33%, con un beneficio diretto per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro. Il risparmio sarebbe di circa 440 euro annui.
Inoltre, l’intenzione è di alzare il limite del secondo scaglione a 60.000 euro. In questo modo, chi guadagna tra 50.000 e 60.000 euro, oggi tassato al 43%, risparmierebbe circa 1.000 euro annui.