Arriva la tassa sulla carne? L’idea di una Sin tax sulla carne per salvare il clima non è più un’idea remota. Pagare una tassa per un determinato alimento, insomma, potrebbe salvarci dall’inquinamento, un problema che non deriva propriamente dalla carne ma dal consumo di essa e il fatto che gli animali da allevamento producono il 15% di tutte le emissioni globali.

Il perché di questa tassa

Dunque, tassare la carne equivarrebbe a ridurne il consumo per promuovere una dieta più equilibrata, secondo quando confermato dalla Farm Animal Investment Risk and Return (Fairr), un modo per salvaguardare il pianeta alla lunga, considerando che se le cose non miglioreranno entro pochi anni l’unica soluzione potrebbe essere davvero quella di mettere una tax.

L’argomento è già stato affrontato da alcuni paesi come Danimarca, Svezia e Germania. A tal proposito Marco Springmann, dell’Oxford Martin Programme on the Future of Food ha dichiarato: “Gli attuali livelli di consumo di carne non sono salutari o sostenibili. I costi associati a ciascuno di questi impatti in futuro potrebbero avvicinarsi ai trilioni di dollari. Tassare la carne potrebbe essere un primo e importante passo”.

Il discorso si allaccia a quello dei prezzi altissimi, in particolare della carne bovina, che arriverà al 40% in più contro l’8,5% in più della carne di pollo. “Se i responsabili politici devono coprire il costo reale delle epidemie umane come l’obesità, il diabete e il cancro e le epidemie del bestiame come l’influenza aviaria, affrontando anche le sfide gemelle dei cambiamenti climatici e della resistenza agli antibiotici, allora un passaggio dalle sovvenzioni alla tassazione dell’industria della carne sembra inevitabile. Degli investitori lungimiranti dovrebbero pianificare in anticipo in previsione di quel giorno” conclude Jeremy Coller, fondatore di Fairr. Un futuro con meno carne ma meno inquinamento insomma. Utopia o realtà possibile?

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