Il Disegno di Legge di Bilancio 2025 non è ancora legge dello Stato. Infatti, adesso il testo è alle Camere per i soliti emendamenti. Ovvero proposte di correzione di alcuni provvedimenti e di inserimento di altri provvedimenti. Questo è ciò che fanno gli emendamenti. Quindi, la manovra è ancora in discussione per arrivare alla votazione finale con il testo definitivo a metà dicembre. Per poi entrare in vigore dal primo gennaio 2025 dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Diverse le proposte presentate che adesso attendono la loro valutazione in Commissione Bilancio alle Camere. E molti emendamenti riguardano punti cardine di interesse per tutti i contribuenti.
Ecco in sintesi quelli su cui l’attenzione è elevata da parte della popolazione.
Pare siano oltre 3.000 gli emendamenti che hanno superato il vaglio di ammissibilità, ma ciò non vuol dire che verranno approvati. Perché, in base a ciò che l’esecutivo riterrà prioritario, i 3.000 emendamenti diventeranno molti meno. E poi ci sarà la verifica delle condizioni atte ad inserirli eventualmente nella manovra e nel testo definitivo della finanziaria.
Legge di Bilancio 2025 si cambia: pensioni minime, nuovo reddito di cittadinanza, tasse, bonus, ecco alcune proposte
Per esempio, ci sarebbe un emendamento alla Legge di Bilancio che mira a ripristinare l’ecobonus al 65% ed un altro che prevede un nuovo bonus elettrodomestici al 50%. Nel dettaglio, per gli elettrodomestici si punta, come sempre, alla detrazione Irpef al 50% su un massimo di 5.000 euro di spesa per chi sostituisce gli elettrodomestici più vecchi, obsoleti e meno virtuosi dal punto di vista energetico, con nuovi apparecchi di ultima generazione. Un emendamento nel segno del green. In questo caso, la proposta per l’ecobonus è di ritornare al 65% di detrazione, che oggi è valida fino al 31 dicembre 2024, per poi ridursi al 50% e solo per l’abitazione principale.
Un tema sempre molto atteso sono le pensioni. E non potevano mancare emendamenti su questo argomento. Anche se non ci sono proposte di nuove misure di pensionamento anticipato con la Legge di Bilancio, che resta fissata alle sole proroghe di Ape sociale, opzione donna e di quota 103, oltre a piccoli interventi per le lavoratrici madri nel sistema contributivo. Sulle pensioni, l’emendamento che potrebbe trovare i connotati giusti per la sua ammissibilità definitiva è quello sull’aumento della rivalutazione delle pensioni minime. Dopo le polemiche sugli aumenti di 3 euro previsti dalla manovra, ecco che c’è chi propone un incremento extra. Ovvero che dal 2,2% passi al 2,7%, con 7 euro di aumento anziché 3 e con le minime che salirebbero a circa 621 euro al mese.
Tasse, imposte e cosa propongono gli emendamenti alla manovra
Anche le tasse sono oggetto di alcuni emendamenti alla Legge di Bilancio 2025. Per esempio, c’è quello che vuole ritoccare ancora una volta le aliquote IRPEF, che il governo ha confermato come lo scorso anno, sulla base dei soliti 3 scaglioni. Oggi, i contribuenti pagano l’IRPEF con progressione in base al 23% sul loro reddito fino a 28.000 euro, il 35% sulla parte di reddito eccedente 28.000 euro e fino a 50.000 euro, e il 43% sulla parte ancora eccedente.
La proposta mira a tagliare il secondo scaglione, portando l’aliquota dal 35% al 33%, aumentando anche la soglia massima da 50.000 a 60.000 euro.
Alcuni emendamenti, soprattutto delle opposizioni, tornano a spingere su alcuni autentici cavalli di battaglia che usano per criticare il governo. Così, si chiedono nuove dotazioni per la Sanità, su cui le opposizioni criticano il governo di aver tagliato risorse. Una proposta torna sulle banche e sulle multinazionali digitali, con la solita tassa sugli extraprofitti sia delle banche che delle grandi aziende. Addirittura c’è un emendamento che punta dritto alla nuova introduzione o alla reintroduzione del reddito di cittadinanza al posto degli attuali Supporto Formazione e Lavoro e Assegno di Inclusione.