L’introduzione della Misura di Inclusione Attiva (MIA) porta con sé importanti novità. Nata come più efficiente sostituta del Reddito di Cittadinanza, divenuto ormai insostenibile per le casse dello Stato, dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri entro la fine di questo marzo. Questa Misura mira a conservare la natura di strumento di sostegno economico e di politica attiva a favore dell’occupazione, ma cerca di correggere tutte le inefficienze che hanno reso il RdC così dannatamente impopolare. Il Reddito di Cittadinanza, infatti, era accusato di non condurre i percettori a trovare davvero lavoro.

Numerosi navigator hanno confessato che le proposte di lavoro non erano affatto congrue.

L’offerta congrua studiata per il RdC prevedeva la compatibilità con le competenze della persona, una retribuzione superiore del 20% rispetto a quanto percepito con il Rdc e svolta a una distanza non superiore a 80 km dalla residenza o raggiungibile entro 100 minuti con il trasporto pubblico. Questi criteri, spessissimo, non venivano applicati. C’era poi la questione del numero di offerte di lavoro declinabili. Inizialmente, in caso di doppio rifiuto delle proposte, i detentori del RdC dovevano essere costretti ad accettare la terza proposta, pena la decadenza del beneficio. Poi si è parlato di una sola offerta di lavoro: prendere o lasciare (il sussidio).

La Misura di Inclusione Attiva mira a correggere il tiro su tutti questi aspetti. Ecco cosa prevede soprattutto in termini di lavoro, il focus di nostro interesse.

Differenze con il Reddito di Cittadinanza in breve

Prima di tutto, facciamo un breve excursus sulla Misura di Inclusione Attiva che dovrebbe entrare in vigore già da quest’anno, a seguito dei 7 mesi di proroga accordati ai beneficiari del RdC con la Manovra 2023. Le domande di adesione, quindi, potrebbero essere presentate a partire da settembre 2023. Un nuovo decreto legge ne chiarirà tutte le caratteristiche, ma sappiamo già che si tratta di una misura di welfare per combattere le difficoltà economiche, aggravate dalla pandemia di Covid-19 e dal caro energia, che sostituirà l’attuale Reddito di cittadinanza a partire dagli ultimi mesi del 2023.

Tra le novità che la Misura di Inclusione Attiva prevede:

  • una durata più breve del nuovo sostegno per gli occupabili;
  • una differenziazione degli aventi diritto in due categorie con quote a scalare: gli occupabili e i non occupabili. I primi otterranno l’importo base di 375 euro per un massimo di 12 mesi. I non occupabili incasseranno circa 500 euro al mese, più un contributo per l’affitto per un massimo di 280 euro, per 18 mensilità;
  • la riduzione del tetto Isee e controlli più intensi e regolari per scoraggiare abusi e irregolarità;
  • il requisito della residenza in Italia scenderà da 10 a 5 anni;
  • l’obbligo di partecipazione attiva, formazione e lavoro per i minorenni con almeno 16 anni d’età, se non sono già impegnati in un percorso di studi. Sono tenuti a questo obbligo «tutti i componenti il nucleo familiare maggiorenni ovvero minorenni che abbiano adempiuto agli obblighi scolastici». Sono esclusi i beneficiari della Mia over 60, nonché i componenti con disabilità;
  • il lavoro dovrà essere trovato non solo tramite centri pubblici per l’impiego, ma anche agenzie private del lavoro. Quest’ultime otterranno un incentivo per ciascuna persona occupabile che firmerà un contratto di lavoro.

Misura di Inclusione Attiva e lavoro: offerta è congrua e possibile rifiuto

Prima di tornare sull’ultimo punto, ovvero sui nuovi meccanismi previsti per la ricerca del lavoro, capiamo meglio quali sono i nuovi criteri pensare per la Misura di Inclusione Attiva per stabilire se l’offerta di lavoro è congrua o meno. Per riuscire finalmente a migliorare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, aspetto tanto discusso in cui il Reddito di Cittadinanza falliva miseramente, sarà istituita una piattaforma nazionale e digitale.

Questa sarà guidata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Gli occupabili dovranno iscrivervisi per ricevere le offerte congrue e accettarle (o perdere il beneficio, come vedremo a breve).

In base alle indiscrezioni attualmente in nostro possesso sui nuovi meccanismi, l’offerta sarà ritenuta congrua se davvero compatibile con la profilazione della persona occupabile (tenendo conto delle competenze) e se la sede di lavoro si trova nell’area della provincia di residenza o delle province vicine. Quindi si dovrebbe applicare quanto già era previsto per il RdC. Il MIA introduce una tanto chiacchierata e desiderata novità: le possibilità di rifiuto sono ridotte all’osso. In caso di anche un solo rifiuto dell’offerta di lavoro il beneficio decadrà con effetto immediato.

Misura di Inclusione Attiva e patto per il Lavoro: come funziona

Anche se il Reddito di Cittadinanza viene profondamente rivisitato, ne restano le fondamenta del sistema di ricerca del lavoro previsto per lui, ma mai applicato correttamente. La Misura di Inclusione attiva prevede che gli occupabili stringano un patto per il Lavoro tramite i centri per l’impiego. Come già accennato nell’elenco delle novità, la riforma prevede anche il coinvolgimento di agenzie private per il lavoro. Queste, per ogni contratto chiuso (anche part time o a termine), otterranno un bonus. Saranno più facilmente stimolate a trovare davvero l’offerta congrua che porti i percettori della misura all’occupazione.

Verrà inoltre creata la piattaforma online con l’obiettivo di rendere ancora più semplice la ricerca di lavoro: metterà in contatto i beneficiari della MIA e le aziende che offrono lavoro, sempre basandosi sul principio dell’offerta congrua. Come previsto dalla legge di Bilancio 2023, i percettori della Misura di Inclusione Attiva conserveranno il sussidio anche ottenendo contratti di lavoro dipendente, di qualsiasi tipo, per una retribuzione massima di 3mila euro. Superare questa soglia, la MIA verrà sospesa (e poi riattivata) se la durata del contratto sarà inferiore a quello della misura di sostegno.