Ma tu sei un investitore o un trader? La domanda può sembrare banale; eppure, fidatevi: la risposta non lo è. Dai messaggi che quotidianamente arrivano in redazione s’intuisce che, in gran parte dei casi, questa distinzione non sia chiara ai più. Molte persone impiegano il loro capitale senza sapere se rientrano nella prima o nella seconda categoria. E la confusione mentale porta a un approccio spesso incomprensibile alla gestione del denaro, che a sua volta si traduce nel rischio di risultati insoddisfacenti, se non di perdite vere e proprie.
La regola dell’investitore
Qual è la differenza tra investitore o trader? Il primo è tipicamente colui o colei che entra sul mercato per acquisire una posizione di lungo termine (“buy and hold”).
Se dovessimo citare l’esempio massimo di investitore, sarebbe Warren Buffett. L’arzillo 95-enne (a fine mese) è noto per inserire in portafoglio titoli azionari che mantiene anche per sempre. Tra questi ci sono Coca Cola e Bank of America.
Qual è l’obiettivo di un investitore? Ricavare valore da un capitale, mettendolo a frutto per un lungo periodo. Può così ottenere sia un flusso di reddito derivante dal rendimento periodico, sia una plusvalenza nel caso, soprattutto, di asset come azioni o immobili dopo anni. L’orizzonte temporale è lungo: anni, se non decenni. Questo non significa che non possa disinvestire anche dopo qualche mese, se si accorge di avere puntato sul cavallo sbagliato. Tuttavia, le fluttuazioni di prezzo quotidiane non lo tangono più di tanto. Egli rivolge il suo sguardo al lungo periodo.
La regola del trader
E il trader? Punta a guadagnare dalle oscillazioni di prezzo di un asset.
Il suo orizzonte temporale è breve: giorni, settimane, eccezionalmente qualche mese, ma può anche essere di poche ore o persino minuti. C’è una tecnica diffusa e ardita come lo “scalping”, che punta ad aprire e chiudere un’operazione nell’arco di pochi secondi. La chiusura diventa necessaria anche in perdita. La filosofia alla sua base consiste nel cercare di guadagnare pochissimo, ma tante volte al giorno.
Rispetto all’investitore il trader ha una maggiore propensione al rischio. Per questo si espone su asset tendenzialmente più volatili, potendone sfruttare le oscillazioni di prezzo. Guarda quasi esclusivamente all’analisi tecnica, mentre il primo è o dovrebbe essere più interessato all’analisi fondamentale, alla politica economica, alla geopolitica, ecc. Il trader è tipicamente colui che passa le giornate dinnanzi allo schermo di un PC o tablet per monitorare l’andamento dei mercati. Spesso, non conosce quasi nulla del titolo che acquista. Per lui è importante più che altro che riesca a generare valore proprio grazie al saliscendi dei prezzi.
Approccio confuso
Il paradosso è che molte famiglie entrano sul mercato comportandosi da trader anche quando sarebbero un investitore. Puntano a un rendimento nel tempo impiegando la liquidità a lungo termine. Eppure, comprando e rivendono anche nell’arco di qualche giorno se i prezzi si muovono in direzione contraria alla loro previsione.
Questo comportamento è la soluzione più rapida per bruciare il capitale. Se vuoi “investire”, devi spendere tempo ed energie per valutare con accortezza le asset class (azioni, obbligazioni, ETF, criptovalute, ecc.) su cui puntare e, successivamente, i titoli specifici da inserire in portafoglio.
Una volta che l’investitore ha compiuto la sua scelta, non deve cambiarla in base a fluttuazioni giornaliere o periodiche dei prezzi. A meno di prendere atto di avere compiuto una scelta sbagliata (a seguito di eventi imprevisti o analisi errata), deve chiudere gli occhi e attenersi alla sua strategia. Questo lo differenzia dal trader, che ha altri obiettivi e deve chiudere al più presto le posizioni accese.
Scelta delle asset class
In base a tale differenza, anche la scelta delle asset class varia. Un investitore sarà più portato a comprare bond a medio-lungo termine, così come azioni di società solide e oro. Quest’ultimo è un tipico investimento di lungo periodo. Non ha senso, come molte famiglie fanno, acquistarlo nella speranza di rivenderlo dopo qualche mese a prezzi più alti. La storia insegna che il metallo tende a rendere nel tempo. Vero è che negli ultimi anni abbia fatto faville anche in pochi mesi. Le quotazioni in dollari segnano un +28% quest’anno. Naturale che stimolino gli appetiti dei più.
Investitore e trader figure differenti
In conclusione, investire e fare trading sono due concetti differenti. Conoscerli è d’uopo per evitare scelte sbagliate. Un investitore non passa le giornate a monitorare l’andamento dei titoli in portafoglio, il trader sì. Ciò non impedisce al primo di approfittare di un trend molto più favorevole delle previsioni per chiudere la posizione e realizzare i guadagni. Così come non è detto che il secondo non possa tenere un titolo anche a lungo, se ne intravede le potenzialità. Pensate ai Bitcoin, che si prestano ad essere asset ottimali sia per gli investimenti che per il trading.
giuseppe.timpone@investireoggi.it