Sapete quanto valgono 1.000 euro di 50 anni fa? OK, c’era ancora la lira italiana fino al 2002. Facendo un rapido calcolo, ai tassi di conversione definitivi parliamo di circa 1 milione 936 mila del vecchio conio. Tradotto: meno di 78 euro di oggi in termini reali. Il resto se l’è pappato l’inflazione, che ha moltiplicato i prezzi di quasi 13 volte in mezzo secolo. Una media del 5,24% all’anno. Numeri che confermano per l’ennesima volta l’assoluta necessità di investire i propri risparmi per evitarne l’erosione con il semplice trascorrere del tempo.
Inflazione pizzo di stato
Espressioni come “tenere i soldi sotto il materasso” appaiono deleterie da un punto di vista economico.
Il denaro non investito sono sacrifici progressivamente perduti. Anche se oggi l’inflazione non fa più paura come un tempo – ad eccezione degli anni passati post-Covid – anche solo il 2% all’anno dopo un quinquennio riduce il valore reale di 1.000 euro a meno di 906 euro. L’inflazione è un “pizzo di stato”, una tassa occulta di cui non ci accorgiamo nell’immediatezza e che riduce il nostro potere di acquisto. Alzi la mano chi ritiene che oggi con la stessa somma di denaro riesca a comprare molti meno beni e servizi di appena un lustro fa.
Case e oro, dati in 50 anni
La buona notizia è che, in un certo qual modo, gli italiani hanno dimostrato di saper investire i risparmi più di quanto non dicano certi rapporti. Siamo un popolo di proprietari di case, i cui prezzi in media sono aumentati di quasi 17 volte in mezzo secolo. Questo vuol dire che se al termine del primo trimestre di quest’anno in media un metro quadrato veniva venduto a più di 1.800 euro, 50 anni prima costava intorno alle 205.000 lire. Il boom del mercato immobiliare ha battuto l’inflazione.
Il valore del denaro è stato preservato.
Ancora migliore si sarebbe rivelata la scelta di investire in oro. In dollari le quotazioni del metallo sono aumentate di quasi 20 volte. E considerando il cambio con la lira italiana prima e l’euro dopo, risultano moltiplicatesi di 51,61 volte. Un grammo si comprava per meno di 3.450 lire e oggi può essere rivenduto per oltre 91 euro. Ci sarebbero bastati 23 euro per compensare l’aumentato costo della vita.
Investire risparmi paga anche in borsa
E persino chi ha deciso di investire i propri risparmi in borsa è riuscito a contrastare gli effetti dell’inflazione. Piazza Affari, che certo non ha brillato negli ultimi decenni, ha visto crescere le quotazioni medie di quasi 41 volte da inizio 1975. E stiamo escludendo dal calcolo i dividendi azionari, così come abbiamo fatto con i canoni di affitto delle case (incassati o risparmiati). L’oro, invece, in qualità di asset senza cedola si rivela un investimento penalizzante per chi impiega i capitali nel lunghissimo periodo, durante il quale si rimane a bocca asciutta.
giuseppe.timpone@investireoggi.it


