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Oggi: 13 Dic, 2025

Invalidi in pensione senza limiti di età: ecco come sfruttare i contributi figurativi

In pensione prima gli invalidi ci possono andare anche senza necessariamente passare dall'Ape sociale e da quota 41.
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In pensione prima gli invalidi ci possono andare anche senza necessariamente passare dall'Ape sociale e da quota 41.
Foto © Pixabay

È vero che in Italia gli invalidi vanno in pensione in anticipo? La domanda è assolutamente lecita anche perché ci sono diverse misure che consentono effettivamente agli invalidi di andare in quiescenza in anticipo. Tralasciando delle misure particolari perché hanno negli invalidi al 74% almeno una delle categorie a cui queste misure vengono destinate, gli invalidi possono andare in pensione prima anche perché godono di una sorta di sconto contributivo.

Per l’esattezza, parliamo di una maggiorazione contributiva che permette di completare prima le carriere contributive previste. In questo modo si può andare in pensione senza alcun limite di età sfruttando la pensione anticipata ordinaria.

Ecco quindi nel dettaglio cosa il sistema offre agli invalidi per poter anticipare la prestazione pensionistica maturando la giusta carriera contributiva.

Non solo Ape sociale e quota 41, notevoli i vantaggi per la pensione degli invalidi

Come detto per gli invalidi esistono delle misure loro dedicate che permettono di anticipare la quiescenza. Naturalmente facciamo riferimento all’Ape sociale e alla quota 41 per i lavoratori precoci.

Queste due misure infatti, che saranno in funzione anche nel 2026, sono misure di pensionamento anticipato che permettono l’uscita dal lavoro anche agli invalidi civili almeno con il 74% di grado di disabilità. Perché questa è la percentuale minima da avere per poter rientrare nel perimetro dei beneficiari di queste due misure.

Con l’Ape sociale però bisogna arrivare almeno a 63 anni e 5 mesi di età e contemporaneamente bisogna completare almeno 30 anni di contributi versati. Per la quota 41 precoci invece non esistono limiti di età però è anche vero che bisogna arrivare almeno a 41 anni di contributi versati.

E di cui almeno 12 mesi devono essere presenti già prima di aver compiuto 19 anni di età. Oggi però non parliamo di misure di pensionamento anticipato per gli invalidi bensì parliamo della maggiorazione contributiva invalidi che parte sempre dal 74% di invalidità civile confermata dal verbale delle competenti commissioni mediche INPS/ASL.

Invalidi in pensione senza limiti di età: ecco come sfruttare i contributi figurativi

Un grado di invalidità pari al 74% permette di iniziare a godere di una sorta di maggiorazione contributiva valida per svariate misure di pensionamento. La maggiorazione contributiva invalidi non è altro che un potenziamento dei contributi versati che, solo per il diritto alla prestazione, in alcuni casi valgono di più. In modo da arrivare, per esempio, ai 42 anni e 10 mesi di contributi versati che servono ad un uomo per andare in quiescenza con la pensione anticipata ordinaria. Infatti ci sono due mesi di contributi figurativi in più per ogni anno di lavoro svolto dopo il riconoscimento dell’invalidità civile.

In buona sostanza un anno di lavoro dopo essere stato riconosciuto invalido vale 14 mesi. Lo sconto in termini di contributi da raggiungere è netto e può arrivare fino a 5 anni. Quindi chi ha lavorato dopo il riconoscimento dell’invalidità civile per diversi anni può godere di una contribuzione figurativa. Che gli permetterebbe di arrivare più facilmente ai requisiti per le pensioni anticipate ordinarie ma non solo.

Ecco come si sfrutta il vantaggio per il diritto all’uscita ma non per l’importo delle prestazioni

Infatti questa stessa maggiorazione può essere utile per qualsiasi altra misura previdenziale. Persino per la pensione di vecchiaia ordinaria. Chi per esempio ha difficoltà ad arrivare ai 20 anni di contributi versati, se ha iniziato un’attività lavorativa dopo essere stato riconosciuto disabile, può sfruttarla per raggiungere proprio questi 20 anni di contributi.

La maggiorazione invalidi non è automatica ma va chiesta all’INPS nel momento in cui si presenta la domanda di pensione. Chi per esempio crede di non aver diritto ad una prestazione pensionistica per carenza dei requisiti contributivi, in questo modo durante la presentazione della domanda di pensione può chiedere all’INPS l’accredito di questa contribuzione figurativa aggiuntiva. Che, come detto prima, non vale certo per il calcolo della pensione, ma solo per maturare il diritto.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.