Inps: incassa la pensione della madre morta. Truffa da 100 mila euro, ma i controlli dove sono?

L’Inps paga per 21 anni la pensione della madre deceduta nel 1998. Una falla nelle verifiche di esistenza in vita costa 100 mila euro. Come funzionano i controlli.
2 anni fa
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Un uomo ha continuato a incassare la pensione della madre morta dal 1998 tramite delega. L’Inps ha quindi pagato per ben 21 anni una rendita non dovuta al figlio accumulando così un debito da 100 mila euro.

L’uomo, di origini francesi, riscuoteva periodicamente la pensione della defunta presso le Poste di Ventimiglia ed è stato smascherato dalla Procura di Imperia. Dovrà rispondere di truffa aggravata ai danni dell’Inps. Oltre a dover restituire il mal tolto.

I controlli dell’Inps sulle pensioni

Partiamo da questo fatto di cronaca, peraltro non singolare, per domandarci dove stanno i controlli dell’Inps.

Qualcuno è sicuramente responsabile del danno patrimoniale dell’istituto e non si può semplicemente dare la colpa al truffatore. Vi sono delle responsabilità anche in capo a chi deve controllare prima di pagare la pensione.

Una di queste riguarda l’esistenza in vita. In Italia vi sono molti modi per verificare se un pensionato è ancora vivo per potergli pagare regolarmente la pensione. Normalmente l’Inps verifica questa cosa incrociando periodicamente i dati dei beneficiari con gli archivi anagrafici dei Comuni.

Uno dei campanelli di allarme più frequenti scatta quando il decesso è comunicato all’anagrafe che subito si attiva per segnalarlo all’Inps. In difetto, si può verificare se il documento di identità è scaduto e non è stato rinnovato.

Pertanto eventuali appropriazioni indebite della pensione non potrebbero perdurare per molto tempo. Di sicuro non per 21 anni, come accaduto a Ventimiglia. Ma anche in altri casi balzati in passato all’onore della cronaca.

Trasmissione dei certificati online di decesso

Dal 1° gennaio 2015, i medici necroscopi sono tenuti a trasmettere online, attraverso il servizio dedicato, il certificato di accertamento del decesso sia all’Inps che al Comune attenendosi agli stessi termini di invio.

In ogni caso, le anagrafi comunali devono inviare telematicamente, attraverso il canale messo a disposizione dal Ministero dell’Interno (SAIA), le comunicazioni di decesso entro 48 ore dal verificarsi dell’evento.

Tutto parte dal Comune, quindi, che tiene aggiornati gli elenchi dei decessi sul territorio nazionale. Per le rilevazioni di esistenza in vita dei pensionati italiani all’estero, invece, l’Inps si appoggia agli uffici consolari con il supporto di Citibank. I controlli, sempre più meticolosi, sono svolti ogni anno.

L’Inps, a seguito di segnalazione di decesso da parte dell’anagrafe comunale o del consolato, provvede, in via del tutto automatizzata, a sospendere e poi revocare il pagamento della pensione.

E’ quindi oggi sempre più difficile, se non impossibile, evitare i controlli di esistenza in vita dei pensionati. Le procedure automatizzate digitali e i costanti aggiornamenti degli elenchi anagrafici comunali non lasciano più spazio ad errori.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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