Chiudere la partita IVA è ovviamente un diritto di tutti i liberi professionisti e i lavoratori autonomi. Tuttavia sussistono ipotesi in cui questa operazione viene effettuata con intenti fraudolenti e configura evasione fiscale. Esemplare da questo punto di vista è il caso recente che ha visto protagonista un avvocato di Ragusa i cui beni sono stati sottoposti la scorsa settimana a sequestro preventivo per un valore complessivo di 400 mila euro. L’evasione fiscale accertata riguarda i periodi di imposta 2011, 2012 e 2013.

Chiudere la partita IVA e aprirne subito un’altra è lecito?

Nel caso di specie la Guardia di Finanza ha riscontrato che il professionista aveva presentato infedeli dichiarazioni nel modello unico omettendo di specificare elementi attivi e, nello specifico, corrispettivi di prestazioni professionali per circa 1.800.000 euro. Gli importi sono stati desunti dal controllo delle operazioni di versamento o prelievo non giustificate sui conti correnti intestati all’imputato. La decisione di chiudere la partita IVA, il 30 aprile del 2014, in questo contesto è stata interpretata come un tentativo di eludere la pretesa dell’Erario e gli accertamenti fiscali della guardia di finanza. Con la chiusura della partita IVA, in particolare, il professionista rappresentante legale dello studio legale associato aveva cercato di evitare possibili responsabilità penali e fiscali. Subito dopo infatti aveva ripreso a svolgere la professione con