L’Agenzia delle Entrate ha avviato una nuova campagna di controlli automatizzati sulle fatture elettroniche trasmesse tramite il Sistema di Interscambio (SdI). L’obiettivo è verificare il corretto pagamento dell’imposta di bollo dovuta e individuare eventuali irregolarità, soprattutto quelle relative al quarto trimestre del 2022.
L’imposta di bollo: quando si applica sulle fatture
L’imposta di bollo è un tributo fisso di 2 euro che deve essere applicato alle fatture elettroniche non soggette a IVA. Il bollo è dovuto ogni volta che l’importo del documento supera 77,47 euro. In questi casi, il contribuente è tenuto a versare l’importo dovuto all’Agenzia delle Entrate, che controlla automaticamente la correttezza dei versamenti tramite i dati trasmessi dallo SdI.
Molti professionisti e imprese, tuttavia, possono incorrere in errori o dimenticanze nel versamento. Proprio per questo motivo l’Amministrazione finanziaria sta inviando comunicazioni per segnalare eventuali anomalie e offrire la possibilità di sanare la situazione senza incorrere nelle sanzioni ordinarie.
Le comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate
I le comunicazioni inviate dall’Agenzia hanno lo scopo di permettere ai contribuenti di verificare e correggere spontaneamente la propria posizione. In particolare, vengono segnalate due tipologie di situazioni, suddivise in due elenchi distinti:
- Elenco A: raccoglie le fatture elettroniche per le quali l’imposta di bollo era stata indicata correttamente fin dall’origine.
- Elenco B: comprende invece le fatture che inizialmente non prevedevano il bollo, ma che successivamente sono state considerate soggette, sia dal contribuente stesso sia dall’Agenzia delle Entrate.
Alla fine dell’attività di verifica, il sistema genera un prospetto riepilogativo che specifica gli importi da versare e i relativi codici tributo da utilizzare nel modello F24.
I codici tributo per pagare
Per regolarizzare i versamenti dell’imposta di bollo, il contribuente deve fare riferimento ai seguenti codici:
- A400 – Imposta di bollo dovuta;
- A401 – Sanzione ridotta (pari a un terzo del minimo previsto);
- A402 – Interessi maturati.
Un esempio pratico può aiutare a comprendere meglio il meccanismo: se un contribuente non ha versato l’imposta di bollo per un totale di 70 euro, la sanzione piena sarebbe pari al 30% (la sanzione è quella di cui all’art. 13 D. Lgs. n. 471/1997 in vigore prima del 1° settembre 2024), ossia 21 euro. Tuttavia, grazie alla riduzione a un terzo prevista in caso di regolarizzazione spontanea, la sanzione effettiva scende a 7 euro.
Imposta bollo non pagata: le opzioni per i contribuenti
Chi riceve la comunicazione dall’Agenzia delle Entrate ha due possibilità principali per gestire la situazione:
- pagare direttamente le somme richieste per l’imposta di bollo, utilizzando il modello F24 precompilato allegato alla comunicazione. Il pagamento deve avvenire entro 30 giorni dal ricevimento della lettera;
- richiedere una revisione dell’addebito, nel caso in cui si ritengano errate le informazioni contenute nella comunicazione. In questo caso, il contribuente può utilizzare il canale telematico CIVIS nella sezione “Assistenza”, oppure rivolgersi direttamente a un ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate, previa prenotazione dell’appuntamento.
Cosa succede se non si regolarizza entro i termini
Qualora il contribuente non provveda a regolarizzare la propria posizione entro i 30 giorni previsti, l’Agenzia delle Entrate procederà con l’iscrizione a ruolo degli importi dovuti.
In questo caso, non sarà più possibile usufruire della sanzione ridotta e verranno applicate le sanzioni piene previste dall’articolo 13 del decreto legislativo n. 471/1997 (ante 1° settembre 2024), pari al 30% dell’imposta non versata, oltre agli interessi di legge.
Oltre all’aggravio economico, il mancato pagamento nei termini può comportare anche conseguenze amministrative, come l’avvio delle procedure di riscossione coattiva da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione.
Imposta bollo non assolta: un’occasione per mettersi in regola
L’invio delle comunicazioni rappresenta un’occasione per i contribuenti di verificare la propria posizione fiscale e regolarizzare eventuali irregolarità in modo semplice e con costi ridotti. Si tratta, infatti, di una fase di “compliance”, cioè di collaborazione tra fisco e contribuente, volta a prevenire contenziosi e sanzioni più pesanti.
È importante controllare con attenzione la corrispondenza ricevuta e gli elenchi allegati, verificando se effettivamente le fatture segnalate rientrano tra quelle soggette all’imposta di bollo. L’utilizzo del canale telematico CIVIS consente inoltre di chiarire rapidamente eventuali dubbi e correggere errori senza recarsi di persona negli uffici.
Riassumendo
- L’Agenzia delle Entrate controlla il corretto pagamento dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche.
- L’imposta di bollo è di 2 euro per fatture senza IVA superiori a 77,48 euro.
- Le comunicazioni includono due elenchi: fatture con bollo corretto e fatture successivamente soggette.
- I codici F24 da usare sono A400, A401 e A402.
- I contribuenti possono pagare entro 30 giorni o chiedere revisione tramite CIVIS.
- Mancata regolarizzazione comporta sanzioni piene e iscrizione a ruolo.