Il prezzo del gas in Europa è crollato, ma nelle case degli italiani la differenza si vede appena. Sul mercato olandese TTF la materia prima è scesa fino a 27 euro per Mega-wattora, sui minimi da aprile 2024. Eppure la bolletta resta elevata. Il motivo non è un’anomalia di mercato, ma la struttura stessa dei costi: quasi metà dell’importo finale non dipende dal prezzo del gas. Le ragioni di questo trend sono molteplici. Le esportazioni di Gas Naturale Liquido dagli Stati Uniti sono salite a livelli record e adesso incidono per il 56% delle nostre importazioni di GNL. E le forniture dalla Norvegia sono stabili, riuscendo a compensare le minori importazioni dalla Russia.
Infine, le trattative di pace per l’Ucraina stanno portando una ventata di ottimismo sui mercati.

Bolletta del gas, alta incidenza dei costi (semi)-fissi
E allora perché la bolletta del gas ancora resta alta? Anzitutto, i prezzi di cui parliamo sono spot. Molti fornitori hanno contratti indicizzati e ARERA, che è l’authority italiana per l’energia, usa le medie mensili e non giornaliere. In buona sostanza, i risultati si vedono tipicamente a distanza di diverse settimane. Ma non è tutto. La bolletta è composta da diverse voci, oltre alla materia prima:
- trasporto
- distribuzione
- oneri di sistema
- IVA e accise
La materia prima incide, in genere, per il 45-55% del totale. Il trasporto assorbe il 20-25% dell’intero costo, mentre gli oneri di sistema un altro 5-10%. Infine, il 15-20% è dovuto alle imposte: IVA e accise. Trattasi di componenti fisse o semi-fisse della bolletta. Questo comporta che, ad esempio, se il prezzo del gas sul mercato spot scende del 20%, la bolletta non diventa meno cara della stessa percentuale, ma probabilmente dell’8-10%.
Ed è evidente che ciò crea frustrazione tra gli utenti, che si ritrovano a pagare tanto anche quando leggono notizie positive in merito.
Differenze tra mercato regolato e libero
L’alta incidenza dei costi fissi e semi-fissi colpisce particolarmente le famiglie con bassi consumi. Altra differenza la fa la distinzione tra mercato regolato e libero. Rientrano nel primo gli utenti cosiddetti “vulnerabili”, tra cui over 75, disabili e percettori del bonus sociale. Per loro la voce “materia prima” è fissata mensilmente dall’ARERA in base al costo. Per gli altri i fornitori fissano tale voce a loro piacimento, seguendo logiche di mercato. C’è da dire che nel tempo le differenze tendono a rientrare, dato che alla fine prevale sempre la regola della domanda e dell’offerta.
Occhio agli stoccaggi
Cosa dobbiamo aspettarci nelle prossime settimane? Gli stoccaggi in Europa erano al 72% del loro massimo al 7 dicembre scorso, molto meno del target del 90% fissato dall’Unione Europea. Ci potrebbe essere, specie in condizioni meteo invernali avverse, la tendenza dei fornitori ad accaparrarsi la materia prima per recuperare e ciò potrebbe impattare negativamente sulla bolletta del gas. Per contro, se l’accordo di pace arrivasse, la tensione sui mercati si ridurrebbe ulteriormente a beneficio dei prezzi di petrolio e gas per i consumatori.
giuseppe.timpone@investireoggi.it