Il tema della previdenza integrativa entra per la prima volta in Italia nella vita dei più piccoli, grazie a una misura approvata recentemente dal consiglio regionale del Trentino Alto Adige. E chissà se su questa scia ci saranno altre regioni. L’iniziativa prevede un sostegno economico diretto per l’apertura e l’alimentazione di un fondo pensione destinato ai bambini nati, adottati o affidati a partire dal 2025. Una novità assoluta che mira a stimolare fin dall’infanzia la costruzione di una sicurezza previdenziale futura.
Contributo per il fondo pensione dei bambini: una misura pionieristica in Italia
L’idea di un aiuto pubblico che confluisca in un fondo pensione per i bambini rappresenta un progetto senza precedenti sul territorio nazionale.
La norma è stata approvata da poco più di una settimana, ma ha già attirato un’attenzione enorme. Secondo quanto dichiarato dall’assessore regionale Carlo Daldoss, le richieste di chiarimenti arrivano sia da parte delle famiglie sia dal mondo della finanza, interessato agli sviluppi di questo nuovo strumento.
Nonostante l’interesse crescente, occorrerà attendere la definizione del regolamento attuativo per comprenderne nel dettaglio le modalità operative. È, quindi, ancora prematuro presentare le domande, ma le basi normative sono state gettate e la prospettiva è chiara: favorire la diffusione della previdenza complementare anche tra le nuove generazioni.
Come funziona il contributo
Il sostegno regionale prevede un sistema a più fasi. Per ogni nuovo nato, adottato o affidato dal 2025 in avanti, la Regione verserà soldi in un fondo pensione aperto a suo nome. Non si tratta di una somma unica e immediata, ma di un meccanismo strutturato:
- 300 euro iniziali saranno destinati all’apertura del fondo pensione.
- Nei quattro anni successivi, la Regione contribuirà con 200 euro all’anno, a condizione che la famiglia versi almeno 100 euro nello stesso periodo.
In pratica, con ogni 100 euro versati dai genitori o tutori, ne arriveranno altri 200 dalla Regione. Un sistema che incentiva la partecipazione diretta della famiglia, rafforzando la logica del risparmio previdenziale condiviso.
La misura non si limita ai bambini appena nati. È, infatti, previsto un contributo anche per i più piccoli che abbiano già fino a cinque anni di età al momento dell’entrata in vigore della norma. Questa scelta amplia notevolmente la platea dei beneficiari, offrendo la possibilità di creare un fondo pensione anche a chi non rientra nei nuovi nati del 2025, ma è comunque in una fascia d’età precoce.
Il contesto locale: una regione già attenta alla previdenza
Il Trentino Alto Adige non parte da zero sul fronte della previdenza complementare. In questa regione, infatti, oltre la metà della popolazione possiede già un fondo pensione. Un dato molto più alto rispetto alla media nazionale, segno di una cultura previdenziale diffusa e consolidata.
Tuttavia, le nuove generazioni faticano a inserirsi in questo meccanismo. I giovani sono spesso poco attratti o poco informati sui vantaggi della previdenza integrativa, ed è proprio qui che si inserisce l’iniziativa regionale. L’obiettivo è quello di colmare questa lacuna, partendo dall’infanzia e responsabilizzando le famiglie nel costruire una base solida per il futuro dei figli.
Il vantaggio fiscale del fondo pensione bambini del Trentino
Un aspetto di rilievo riguarda la possibilità di dedurre le somme versate al fondo pensione dalla famiglia. I 100 euro richiesti ogni anno per beneficiare del contributo regionale rientrano infatti tra le spese deducibili. Questo significa che, oltre a ricevere un sostegno economico triplo rispetto a quanto versato, le famiglie potranno godere anche di un beneficio fiscale.
Il sistema appare quindi particolarmente conveniente: con un impegno minimo, è possibile avviare un fondo pensione che accumula risorse nel tempo e si arricchisce grazie al sostegno pubblico e al vantaggio fiscale.
Una strategia per il futuro
La previdenza integrativa è spesso vista come un tema distante, legato solo alla fase adulta o all’approssimarsi della pensione. Con questo intervento, il Trentino Alto Adige prova a ribaltare l’approccio: il fondo pensione non è più uno strumento da attivare a carriera avviata, ma un percorso da intraprendere sin dall’inizio della vita.
L’idea di accantonare risorse fin dai primi anni significa dare ai futuri adulti un capitale che potrà maturare nel lungo periodo, beneficiando degli interessi composti e delle performance del mercato. Più tempo ha un fondo pensione per crescere, maggiore sarà il suo potenziale.
Fondo pensione bambini: interesse nazionale e prospettive
Il progetto non ha suscitato attenzione solo a livello locale. Anche altre regioni e diversi operatori finanziari hanno iniziato a osservare con curiosità questa iniziativa, considerandola un possibile modello replicabile. In un Paese dove il tema pensionistico è da anni al centro del dibattito politico ed economico, la proposta del Trentino Alto Adige potrebbe aprire la strada a soluzioni innovative a livello nazionale.
L’interesse dei fondi pensione e delle assicurazioni non è casuale: un ampliamento della platea dei sottoscrittori, con l’ingresso dei più giovani, potrebbe garantire stabilità al sistema nel lungo termine.
Riassumendo
- Contributo regionale euro per aprire un fondo pensione ai bambini.
- Misura approvata in Trentino Alto Adige, prima in Italia, in attesa regolamento attuativo.
- 300 euro iniziali dalla Regione e 200 annui se la famiglia versa 100.
- Beneficiari: neonati dal 2025 e bambini fino a cinque anni già presenti.
- I versamenti familiari sono deducibili, offrendo vantaggi fiscali oltre al contributo pubblico.
- Obiettivo: diffondere la cultura del fondo pensione tra le nuove generazioni.
