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Oggi: 05 Dic, 2025

Il colpo di spugna alle cartelle esattoriali, ecco quelle che saranno cancellate nel 2026

Ecco quali cartelle esattoriali adesso potrebbero venire cancellate automaticamente e come funziona il colpo di spugna ai debiti.
2 mesi fa
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cartelle esattoriali
Foto © Investireoggi

Rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali, ma non solo. Il governo sta pensando a soluzioni straordinarie per poter finalmente dire addio alle cartelle esattoriali. La cancellazione automatica e definitiva di questi debiti diventa ora un obiettivo concreto dell’esecutivo.

Se da un lato l’intento è quello di dare una mano ai contribuenti con debiti verso il Fisco e il concessionario della riscossione, dall’altro c’è la necessità di ridurre il peso enorme delle cartelle che paralizza l’attività dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, causando anche ingenti costi alle amministrazioni pubbliche tra tentativi di incasso e personale dedicato.

Il colpo di spugna alle cartelle esattoriali è un tema che suscita sempre grande interesse nell’opinione pubblica, perché milioni di contribuenti si trovano a fare i conti con debiti di varia natura.

Ma quali sono, nello specifico, le cartelle che potrebbero essere azzerate da questo intervento?

Il colpo di spugna alle cartelle esattoriali, ecco quelle che saranno cancellate nel 2026

Per circa 9 milioni di italiani arriva una notizia potenzialmente positiva. Non per tutti, ma per molti di loro: una parte delle cartelle esattoriali — che ammontano complessivamente a circa 400 miliardi di euro nelle mani dell’Agenzia delle Entrate Riscossione — potrebbe essere definitivamente annullata.

L’obiettivo è alleggerire il carico del concessionario, eliminando soprattutto vecchie cartelle non riscosse e ormai considerate non più esigibili.

Secondo lo Stato, mantenere queste cartelle negli archivi è ormai inutile: la loro gestione comporta spese considerevoli e impegna personale che potrebbe invece concentrarsi sulle cartelle realmente incassabili.

Se fino a poche settimane fa sembrava solo un’ipotesi lontana, ora le cose cambiano. Una recente relazione ha evidenziato che oltre 400 miliardi di euro di cartelle esattoriali hanno probabilità quasi nulle di essere riscosse.

E sono più di 9 milioni i contribuenti italiani che risultano coinvolti da questo genere di debiti.

Quali cartelle esattoriali verrebbero cancellate?

Ma quali cartelle e quali debiti saranno realmente cancellati? È la domanda che si pongono in tanti. Trattandosi di una sorta di resa del sistema di riscossione, è chiaro che il tema susciti interrogativi.

Chi dispone di stipendi, pensioni, beni pignorabili o conti correnti difficilmente rientrerà nella cancellazione automatica. La misura riguarderebbe soprattutto i soggetti da cui la riscossione non ha più alcuna possibilità concreta di recupero: nullatenenti, falliti, deceduti senza eredi o con debiti che non si trasferiscono agli eredi.

A meno che il governo non decida di adottare un approccio più ampio, eliminando le cartelle più obsolete e di scarso importo, come già avvenuto in passato.

In quel caso, la cancellazione potrebbe riguardare tutti i contribuenti che hanno cartelle più vecchie di una certa data, lasciando solo quelle più recenti. Generalmente, in simili operazioni, si stabilisce una data limite: tutti i debiti trasformati in cartelle esattoriali (ossia passati a ruolo) entro quella data vengono eliminati.

Se sarà questa la strada, il numero di beneficiari potrebbe essere molto più ampio rispetto a quello stimato in un primo momento.

Addio ai debiti, ma come funziona per davvero?

Secondo la relazione tecnica citata, la cancellazione riguarderebbe le cartelle relative a debiti affidati all’agente della riscossione fino al 2024.

In particolare, oltre ai soggetti non più “attaccabili”, potrebbero essere cancellate anche le cartelle risalenti fino al 2010. Quelle che pur essendo ancora formalmente valide hanno ormai scarsissime possibilità di incasso.

In questo modo, l’Agenzia delle Entrate Riscossione manterrebbe in carico solo i crediti con maggiori chance di recupero, concentrando le risorse su pratiche davvero esigibili.

L’effetto sarebbe quello di rendere la riscossione più snella ed efficace, liberandola dal peso di milioni di cartelle che oggi rappresentano uno dei principali fattori di inefficienza e congestione del sistema.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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