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Oggi: 05 Dic, 2025

Gli sceicchi stanno perdendo la sfida del petrolio, le quotazioni resteranno basse

L'Arabia Saudita ad oggi sembra avere perso la sfida contro USA e Russia per difendere le sue quote sul mercato del petrolio mondiale. Le quotazioni resteranno basse a lungo e il regno vive una crisi fiscale.
10 anni fa
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L'Arabia Saudita ad oggi sembra avere perso  la sfida contro USA e Russia per difendere le sue quote sul mercato del petrolio mondiale. Le quotazioni resteranno basse a lungo e il regno vive una crisi fiscale.

   

Offerta petrolio in crescita, nonostante bassi prezzi

A differenza della Russia, che ha attutito il crollo con le quotazioni con il deprezzamento del rublo, il cambio tra rial e dollaro è fissato a 3,75. Ciò impedisce all’Arabia Saudita di aumentare i suoi ricavi (prodotti in dollari) in valuta locale. L’unico modo che ha per cercare di porre un freno al deficit fiscale, oltre che tagliando la spesa pubblica e/o aumentando le altre entrate, è di accrescere la produzione di petrolio, che in effetti è salita di circa 800 mila barili al giorno in un anno, portandosi ai livelli più alti da almeno 32 anni a questa parte. Poiché parliamo, però, del secondo produttore mondiale (primo tra i paesi OPEC), questa strategia sta tenendo bassi i prezzi del greggio. Questi ultimi sono legati al valore del dollaro, valuta in cui sono espressi. L’annuncio di nuovi stimoli da parte della BCE dovrebbe dare il via a una nuova ondata di rafforzamento del biglietto verde, che non farà certamente bene alle quotazioni delle materie prime, in quanto abbassa la domanda dei clienti non americani. A ciò si aggiungano le difficoltà mostrate dalle economie emergenti proprio per la crisi delle commodities e al rallentamento della crescita in Cina, che rappresenta l’11% della domanda mondiale di greggio.

Il quadro che ne viene fuori non è incoraggiante per il Regno Saudita, tenendo anche conto che l’Iran si prepara a sbarcare sul mercato a pieno ritmo, dopo la fine delle sanzioni ONU a suo carico e già pratica politiche di sconto per sottrarre alla concorrenza, specie saudita, quote di mercato in Asia. Tra i benefici accordati da Teheran alla Cina e agli altri paesi acquirenti ci sono crediti a medio-lungo termine e spedizioni gratuite.    

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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