Grazie a questi aiuti statali per le pensioni basse è possibile arrivare fino a 1.500 euro al mese. Come canta Mr. Rain con il brano Supereroi: “Non puoi combattere una guerra da solo, il cuore è un’armatura, ci salva ma si consuma. A volte chiedere aiuto ci fa paura, ma basta un solo passo come il primo uomo sulla luna“.
Parole che parlano di fragilità, coraggio e speranza, mettendo in risalto sentimenti familiari a tante persone che, dopo una vita di lavoro, si ritrovano a fare i conti con pensioni troppo basse per vivere con dignità.
In un contesto economico sempre più complesso e all’insegna del carovita, chiedere aiuto non è una debolezza, bensì una scelta consapevole per affrontare al meglio la quotidianità. Ed è proprio in questo ambito che entrano in gioco gli strumenti di supporto previsti dallo Stato. Ovvero una rete di aiuti, integrazioni e bonus pensati per aiutare chi percepisce pensioni particolarmente basse. In particolare, interesserà sapere, se richiesti tutti è possibile portare l’importo mensile fino a 1.500 euro netti.
Entriamo quindi nei dettagli e vediamo di quali si tratta.
Gli aiuti statali per le pensioni basse: se li prendi tutti arrivi a 1500 euro al mese
L’importo della pensione minima nel 2025 è pari a 603,40 euro mensili. A questa cifra si aggiunge un incremento straordinario del 2,2% per chi ha un trattamento inferiore al minimo, che porta l’importo fino a 616,67 euro al mese. Ma come fare ad arrivare a quota 1.500 euro al mese? Ebbene, bisogna sapere che non si tratta di una cifra automatica per tutti, bensì di una somma che può essere raggiunta grazie a più misure combinate, riservate in particolare a pensionati con redditi bassi, invalidi civili, over 65 alle prese con delle difficoltà economiche o anziani soli.
Ne è un chiaro esempio l’assegno sociale che permette di ottenere fino a 538,69 euro per 13 mensilità. Ad averne diritto sono le persone con un’età pari o superiore a 67 anni e che registrano un reddito personale non superiore a 7.002,97 euro. Tale soglia aumenta fino a massimo 14.005,94 euro in caso di soggetto coniugato. Come spiegato sul sito dell’Inps:
“Hanno diritto all’Assegno in misura intera (538,69 euro per 13 mensilità):
- i soggetti non coniugati che non possiedono alcun reddito;
- i soggetti coniugati che hanno un reddito coniugale inferiore all’importo totale annuo dell’Assegno sociale (7.002,97 euro)”.
L’assegno viene corrisposto in misura ridotta ai soggetti non coniugati che registrano un reddito inferiore all’importo totale annuo dell’assegno sociale. Stesso discorso vale per i soggetti coniugati che hanno un reddito coniugale compreso tra 7.002,97 euro e 14.005,94 euro.
Assegno di inclusione: chi ne ha diritto
Tra le misure che permettono di incrementare l’importo del trattamento pensionistico si annovera anche l’Assegno di Inclusione. Quest’ultimo, come ricordato sempre sul sito dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, è riconosciuto ai nuclei familiari in possesso di determinati requisiti economici, come:
- Isee non superiore a 10.140 euro;
- “un valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di 6.500 euro annui, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza ADI. Se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni, o da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, la soglia di reddito familiare è fissata a 8.190 euro annui, moltiplicata secondo la medesima scala di equivalenza;
- un valore del reddito familiare inferiore a 10.140 euro nei casi in cui il nucleo familiare risiede in abitazione in locazione, secondo quanto risulta dalla Dichiarazione Sostitutiva Unica resa ai fini dell’ISEE;
- un patrimonio immobiliare in Italia e all’estero, come definito ai fini ISEE diverso dalla casa di abitazione di valore ai fini dell’imposta municipale propria (IMU) non superiore a 150.000 euro, non superiore a 30.000 euro;
- un patrimonio mobiliare (ad esempio depositi, conti correnti, ecc.) come definito ai fini ISEE non superiore a:
- 6.000 euro per i nuclei composti da un solo componente;
- 8.000 euro per i nuclei composti da due componenti;
- 10.000 euro per i nuclei composti da tre o più componenti (soglia aumentata di 1.000 euro per ogni figlio a partire dal terzo)”.
Conclusioni
Combinando le varie misure disponibili, quali integrazione al minimo, assegno sociale, maggiorazioni e Assegno di Inclusione, quindi, è possibile arrivare a 1.500 euro netti al mese con una pensione bassa.
Questo, però, non è un diritto automatico e garantito a tutti. Bensì rappresenta una possibilità concreta per molte persone che rispettano determinati requisiti anagrafici e reddituali, così come stabilito dalla legge. Per ottenerli è importante conoscere tutte le misure esistenti. E in caso di dubbi rivolgersi direttamente all’Inps oppure a un Caf o Patronato per ottenere maggiori informazioni in merito.
