Yemen e la guerra INcivile araba (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
La guerra civile araba

di Thierry Meyssan
Riprendendo un tema che aveva già affrontato, Thierry Meyssan mostra che, al di là delle strategie degli Stati, i popoli del mondo arabo si dividono ora in due campi che non sono determinati da conflitti di classe, né dalla Resistenza al sionismo, e nemmeno da guerre di religione. Il confronto che sta diventando sempre più comune con il bombardamento dello Yemen da parte dell’Arabia Saudita mostra una frattura sociale che nessuno si aspettava: due nuovi campi stanno emergendo intorno alla questione dei diritti delle donne.






L’Occidente ha applaudito al bombardamento dello Yemen da parte dell’Arabia Saudita e alla presa di Ileb da parte di al-Qa’ida. Tuttavia, ufficialmente, al-Qa’ida sarebbe un’organizzazione terroristica anti-saudita responsabile degli attentati dell’11 settembre. Che cosa dunque accade per far sì che i discepoli di Osama bin Laden passino dalla parte dei "combattenti per la libertà", proprio come una volta, quando combattevano contro i sovietici in Afghanistan, per il fatto che abbiano sottratto Idleb alla Siria di Bashar al-Assad?

La realtà sul campo conferma purtroppo quello che ho scritto in queste colonne, due settimane fa: la follia omicida che si è impadronita di tutto il mondo arabo non ha nulla a che fare con le classi sociali né con spaccature ideologiche, né con sensibilità religiose. Per quattro anni, molte persone si sono riposizionate e hanno cambiato campo. A poco a poco, le cose decantano e una nuova linea di divisione appare senza che le popolazioni ne siano consapevoli.
Durante gli anni ’50, il mondo arabo era diviso tra filo-americani e filo-russi. Nel corso degli anni ’90, si è diviso tra filo-israeliani e Resistenti. Ma la logica degli interessi statali venne rotta da George W. Bush e Dick Cheney a favore degli interessi delle compagnie petrolifere. E oggi raccogliamo i frutti della politica di Barack Obama.
Stiamo assistendo a un’esplosione di violenza da parte dei sostenitori della poligamia contro quelli dei diritti delle donne. Monarchie arabe e i Fratelli Musulmani difendono una società dominata dagli uomini, mentre l’Iran e i suoi alleati difendono una nuova società in cui uomini e donne sono in controllo della propria fertilità e uguali nei diritti. Siamo in grado di ruotare e capovolgere i fatti in tutti i sensi, ma non c’è quasi nessun’altra scissione tra i due campi.
Due visioni del mondo si oppongono.

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La guerra civile araba, di Thierry Meyssan
 
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tontolina

Forumer storico
Sono stato testimone di un crimine contro l’umanità!

Un messaggio di Caleb Maupin dal porto di Gibuti


Aide humanitaire iranienne en direction du Yémen : entretiens avec les étrangers à bord du navire https://www.youtube.com/watch?v=rxMZLcEAd_g



Dal porto di Gibuti in Nord Africa, è con grande tristezza e bruciante indignazione che annuncio che il viaggio della nave di salvataggio Iran Shahed si è concluso. Non raggiungeremo la nostra destinazione al porto di Hodiedah in Yemen per consegnare aiuti umanitari.
La conclusione senza successo della nostra missione è il risultato di una sola cosa: il terrorismo saudita appoggiato dagli Stati Uniti.
Ieri [23 maggio 2015 – ndr], come il nostro arrivo apparve imminente, le forze saudite hanno bombardato il porto di Hodiedah. Essi non hanno bombardato il porto solo una volta, o anche due. Le forze saudite hanno bombardato il porto di Hodiedah un totale di otto volte in un solo giorno!
Il numero totale di innocenti lavoratori portuali, marinai, scaricatori di porto, e passanti uccisi da questi otto attacchi aerei è ancora da calcolare.
Inoltre, i rivoluzionari yemeniti hanno arrestato 15 persone ieri, che facevano parte di un complotto per attaccare la nostra nave. Il piano era quello di attaccare l’Iran Shahed al nostro arrivo, e uccidere tutti a bordo, me compreso.
Con le sue tante minacce e azioni criminali, il regime saudita stava mandando un messaggio alla squadra di medici, tecnici medici, anestesisti, e altri volontari della Mezzaluna Rossa a bordo della nave. Il messaggio era: “Se tentate di aiutare i bambini affamati dello Yemen noi vi uccideremo”.
Queste azioni, progettate per terrorizzare e intimidire coloro che cercano di portare aiuti umanitari, sono una chiara violazione del diritto internazionale. Posso dire, senza alcuna esitazione, che ho assistito a un crimine contro l’umanità.
Nel contesto delle estreme minacce saudite, dopo lunghi negoziati che hanno avuto luogo tutto il giorno a Teheran, è stato stabilito che la Società della Mezzaluna Rossa non può completare questa missione. Le 2.500 tonnellate di forniture mediche, cibo e acqua vengono scaricati, e consegnati al Programma Alimentare Mondiale, che ha accettato di distribuirle per nostro conto entro il 5 giugno.

Gibuti e l’imperialismo statunitense
Qui a Gibuti, posso vedere chiaramente ciò contro cui i popoli di Yemen e Iran hanno combattuto per così tanto tempo. A differenza di Teheran, qui a Gibuti vedo masse di gente disperata che soffre la fame. Impoveriti Africani, alla disperata ricerca di una giornata di lavoro, sono allineati al di fuori del porto. Essi sono insieme a profughi yemeniti che sono fuggiti dai combattimenti, e hanno attraversato il mare. I profughi yemeniti vivono in tendopoli.
C’è una enorme base militare americana qui a Gibuti, e questo piccolo Paese di soli 3 milioni di persone è ben sotto il controllo del neo-liberismo occidentale. Questo Paese è stato fondamentalmente scolpito sulle mappe del mondo dagli imperialisti. Mentre i saccheggiatori europei si spartivano il continente africano, hanno creato questo piccolo Paese in modo che basi navali possano essere comodamente collocate in una posizione strategica.
Gli imperialisti hanno falsamente disegnato i confini del continente africano nello stesso modo in cui hanno diviso i popoli arabi e i popoli dell’America Latina. Le mappe sono state disegnate per servire i colonizzatori, e determinare chi abbia il diritto di rubare e sottomettere la popolazione di ogni regione specifica.
Le condizioni di vita che vedo qui a Gibuti sono terribili rispetto all’Iran. L’Iran ha rotto le catene dell’imperialismo, e si sta sviluppando in modo indipendente. In Iran, ho visto poche persone mendicare un lavoro, e le poche che ho visto sono rifugiati provenienti dall’Afghanistan.
Dal momento dell’invasione statunitense dell’Afghanistan, la Repubblica Islamica ha aperto le porte a 3 milioni di rifugiati, e la maggior parte di loro sono costantemente impiegati. Le risorse petrolifere dell’Iran sono nelle mani di un governo nato da una massiccia rivoluzione popolare. I ricavi del petrolio sono stati utilizzati per creare un vasto apparato di programmi sociali.
Uno dei volontari della Mezzaluna Rossa mi ha detto: “Il governo iraniano ha un dipartimento per fare in modo che nel nostro Paese tutti quelli che vogliono lavorare, possano farlo”. Alle madri iraniane viene dato un sussidio garantito per ciascuno dei loro figli. L’istruzione nelle università iraniane è assolutamente gratuita, e il Ministero della Sanità offre assistenza medica gratuita a tutti nel Paese.
Rispetto ai milioni di lavoratori stranieri schiavizzati in ​​Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti, o la gente immiserita in tutto il continente africano, anche gli Iraniani più poveri sono molto, molto ricchi. Rompendo con il neoliberismo, l’Iran è stato in grado di garantire a tutti i suoi cittadini una grande quantità di sicurezza economica.
Il Leader Supremo della Rivoluzione Islamica ha denunciato a gran voce il sistema del capitalismo, e ha detto che i principi religiosi e la compassione per i bisognosi, dovrebbero sempre avere la priorità rispetto ai profitti e alla finanza.

“Stare con gli oppressi”
Se le forze della resistenza hanno successo nella loro lotta contro l’attacco saudita, lo Yemen si unirà presto all’Iran nel diventare un Paese indipendente. Il logo dell’organizzazione Ansarullah mostra una mano che tiene un fucile per rappresentare la resistenza armata. Perpendicolare al fucile sul logo Ansarullah è uno stelo di grano, a rappresentare lo “sviluppo economico”.
Non è un segreto che lo Yemen ha vaste risorse petrolifere, non sfruttate. Se le forze di resistenza sono vittoriose, possono valersi di queste risorse, e iniziare a utilizzarle per costruire la società yemenita. Lo Yemen può quindi cominciare a fare ciò che il popolo del Venezuela ha fatto, e trasformare il Paese con il controllo pubblico delle risorse naturali.
Il gruppo religioso che guida Ansarullah, gli Zaidi, ha uno slogan. Dicono: “Un vero Imam è un Imam che combatte”.
Essi oppongono le loro credenze religiose a quelle dei Wahabiti che guidano l’Arabia Saudita. I leader religiosi sauditi affermano che i musulmani devono evitare la ribellione e la protesta perché ciò porta a instabilità e caos. Essi sottolineano l’obbedienza al governo e alle figure autorevoli.
Gli Zaidi, che guidano Ansurrullah e sono al centro dell’attuale rivoluzione yemenita, sottolineano che un capo religioso non sta veramente facendo il lavoro di Dio, a meno che non prenda una spada o una pistola e “combatta per gli oppressi”.
Mentre mi preparo a tornare a Teheran sono diventato ancora più convinto della necessità di rovesciare il sistema del capitalismo monopolistico occidentale. Sto rafforzandomi nella convinzione che ci deve essere un’alleanza globale di tutte le forze che si oppongono all’imperialismo. Che si tratti di marxisti-leninisti, bolivariani, anarchici, sciiti, sunniti, cristiani, o nazionalisti russi, tutte le forze che si oppongono alla continua dominazione sul pianeta dei banchieri di Wall Street devono fermamente stare insieme.
Il popolo dello Yemen, come le forze della resistenza in tante altre parti del mondo, si è rifiutato di arrendersi. Come si trovano ad affrontare un attacco terribile con le bombe saudite di fabbricazione USA, mi auguro che la notizia della nostra pacifica, missione umanitaria li abbia raggiunti. Spero che siano consapevoli del fatto che nella loro lotta contro il re saudita, i banchieri di Wall Street, e tutte le grandi forze del male, essi non sono soli. Ci sono milioni di persone in tutto il pianeta che stanno dalla loro parte.
L’imperialismo è condannato, e l’intera umanità dovrà presto essere libera!
Fonte – traduzione di F. Roberti.
Nel video che accompagna questo articolo, alcune interviste con i componenti del convoglio umanitario, realizzate da Jonathan Moadab di Agence Info Libre prima della partenza dall’Iran.

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tontolina

Forumer storico
sabato 5 settembre 2015

Un missile SS-21 yemenita distrugge base saudita! Oltre cento morti, elicotteri e mezzi blindati polverizzati!


Un altro SS-21 yemenita é piovuto su una base militare saudita distruggendola quasi completamente.
Quando i FROG e gli SCUD delle forze armate dichiaratesi per la Rivoluzione arrivano in testa ai regnicoli di Salman i media di Riyadh cercano di mentire dicendo che il vettore é stato "intercettato coi Patriot" (come se qualcuno ci credesse ancora), ma questa volta la devastazione é stata tanta che non é rimasta altra scelta ai Sauditi di ammettere la verità.

Oltre 100 militari di Riyadh sono morti, più un numero imprecisato di soldati degli UAE. Tre elicotteri Apache sono volati in schegge insieme a quaranta veicoli blindati, camion e trasporti vari.

Il conflitto che vede lo Yemen difendersi da oltre cinque mesi dall'aggressione sfacciata dei regimi reazionari del Golfo Persico dimostra come, molto più dell'aviazione, l'arma del missile balistico consenta a un paese anche infinitamente più piccolo e povero dei propri nemici di far pagare a questi ultimi un altissimo prezzo per la loro aggressione.

In una notizia collegata, le forze della Rivoluzione Nazionale Yemenita hanno inflitto un'altra sconfitta ai vendipatria terroristi di Rabbo Mansour Hadi strappando loro il controllo delle Alture di Al-Waesh nella Provincia di Taizz.

Palaestina Felix: Un missile SS-21 yemenita distrugge base saudita! Oltre cento morti, elicotteri e mezzi blindati polverizzati!
 

tontolina

Forumer storico
Panoramica sulla situazione nello Yemen, una guerra dimenticata dai più; anche la Terra Dei Pazzi c’entra qualcosina.

Di Nuke The Whales , il 11 dicembre 2015 7 Comment





Premetto, ragazzi, la situazione nello Yemen è incasinatissima.
La versione saudita è la seguente:
“le nostre truppe vittoriose hanno schiantato gli straccioni Huthu e sono arrivate fino alla costa del Golfo di Aden”
Ovviamente i fanatici barbuti delle varie fazioni tipo Al Quaeda e Isis nell’est del paese non sono state toccate.
Ovvio , visto che sono correligionari dell’Isis e che credono nella stessa versione del Corano.
Il sospetto può venire, dato che in Arabia saudita e negli vari emirati gli adulteri non vengono lapidati, ma “solo” frustati, non esistono leggi e costituzione, ma il Corano e i vari libi di interpretazione dello stesso, e centinaia di persone sono state decapitate per “stregoneria” negli ultimi decenni-.
Ok, le donne non possono guidare l’automobile e neanche votare, e portano il velo, ma non conta, giusto?
Ecco la mappa dei combattimenti,dal 5 all’11 novembre scorso, come vedete molta attività al confine, lungo la costa, controllata in parte da truppe di alleati dei sauditi, e nel centro della zona controllata dagli Huthu.

Una mappa aggiornata fino a pochi giorni fa mostra una situazione molto cambiata.


Le incursioni aeree continuano, la superiorità aerea dei sauditi è schiacciante.


Però la situazione si fa molto incandescente lungo la costa e ai confini con l’Arabia saudita.


Prima c’era l’impressione della presenza di un misterioso “qualcuno” che aiuta la fazione Huthu degli yemeniti. Ora, c’è il sospetto che alcuni di questi misteriosi qualcuno parlino russo, ma la certezza è che gli altri parlano iraniano.


Il risultato è una attività di “guerriglia ” degli “straccioni” decisamente sopra le righe, con l’uso di artiglieria, mezzi blindati e missili.
Una attività di “guerriglia” che ha messo decisamente in crisi l’esercito saudita , malgrado l’uso smodato di bombe e di mezzi sofisticatissimi.

Pare che i sauditi, tendenzialmente dei tranquilli borghesi, abituati ad aver intorno schiere di schiavi sottopagati per eseguire i lavori pesanti, non siano dei soldati d’eccezione.
I soldi dei sauditi possono molto ed è nota la presenza di mercenari colombiani nella zona, precisamente nelle retrovie, per fare fronte alle incursioni dei “terroristi”.
Presto arriveranno in zona 1500 soldati marocchini, ufficialmente aiuti da un paese amico, ma in realtà altri mercenari ben pagati.

Logicamente i sauditi, non ottenendo il controllo del territorio distruggono sistematicamente le infrastrutture, per fiaccare i “terroristi”, e nella parte del paese controllata dagli alleati dei sauditi, ovvero dall’ISIS e simili non è che la popolazione si diverta tanto.

A proposito, vediamo se ci arrivate a capire come mai i media insistono a chiamare i fanatici dell’ISIS (traslitterazione per “Stato Islamico”) DAESH (traslitterazione per stato islamico di Siria e Iraq).
Per distinguerli dai fanatici che bazzicano in Libia e in Yemen, altrimenti non si riuscirebbe a trovare una differenza.
L’utonto medio occidentale potrebbe pensare : ” ma perché non bombardiamo anche loro?
Il risultato di tanta è prevedibile, alcuni milioni degli abitanti dello Yemen emigrano, e , non potendo dirigersi verso un paese, L’Arabia Saudita, dove tagliano la testa alla gente accusata di stregoneria,(figurarsi cosa combinano ai clandestini), si dirigono in massa verso la Somalia.



La Somalia, uno dei paesi più poveri ed incasinati al mondo.
Questo dà l’idea di come sono messi da quelle parti.


Panoramica sulla situazione nello Yemen, una guerra dimenticata dai più; anche la Terra Dei Pazzi c'entra qualcosina. - Rischio Calcolato | Rischio Calcolato
 

tontolina

Forumer storico
ribelli sciiti Houti dello Yemen sostenuti da Teheran, contro i quali Riad sta conducendo un conflitto che per il suo disastroso andamento è diventato una sorta di Vietnam arabo, dove imperversano le bande di Al Qeada e gli attentati dei gruppi affiliati al Califfato. L'equazione saudita è evidente: sciiti uguali a terroristi.
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Il jihadismo doveva essere nei piani delle potenze mediorientali, come Turchia e Arabia saudita, lo strumento per abbattere un regime ostile a Damasco e modificare i confini della Siria di Assad e quelle dell'Iraq sciita:
ora appare l'avanguardia della loro stessa disgregazione sul fronte interno ed esterno.
L'Iran è nervoso anche per questo: sulla mappa non vede più stati con cui negoziare ma entità vacillanti che gli Stati Uniti hanno incoraggiato passivamente e attivamente verso una deriva bellica e sempre più autoritaria. E più queste entità mostrano aggressività, come la Turchia di Erdogan e la Casa reale dei Saud, e maggiormente dimostrano la loro fragilità, sulla questione araba, curda e delle minoranze religiose e politiche.
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questi giochi sanguinosi sono diventati senza frontiere, in Medio Oriente e in Europa.




Il «missile virtuale» di Riad - Il Sole 24 ORE
 

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