Fed: tassi fermi, politica accomodante. Yellen cauta sui tempi della stretta
17 settembre 2014
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Argomenti: Politica | Janet Yellen | Fed | La Fed | Borsa Valori | Fomc
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Una politica monetaria «molto accomodante» sarà «appropriata per un tempo
considerevole» anche dopo il termine del programma di acquisto di titoli «Qe3», che verrà chiuso entro la fine dell'anno. È quanto ribadisce la Federal Reserve. Pertanto, i tassi di
interesse dovrebbero restare ai minimi storici ancora a lungo. I deboli dati sull'inflazione statunitense diffusi oggi (-0,2% in agosto) potrebbero aver contribuito a dissuadere la banca centrale dall'alludere a un rialzo del costo del denaro più rapido del previsto. La maggior parte dei membri del board comunque continua a prevedere che il primo aumento dei tassi avverrà nel corso del 2015. I tempi della stretta, ha ribadito il presidente della Banca centrale Usa Janet Yellen nella conferenza stampa che ha seguito la decisione, dipenderanno dall'andamento dell'economia: dati migliori del previsto porteranno a un rialzo anticipato, dati peggiori delle stime faranno slittare l'aumento dei tassi. Janet Yellen insomma si tiene le mani libere ma non sembra aver fretta di alzare il costo del denaro.
Tassi fermi per almeno sei mesi
Gli analisti sottolineano infatti che nel comunicato finale è rimasto il riferimento al «considerevole periodo di tempo» dopo la fine del programma di acquisto di bond, che segnala la volontà di mantenere l'attuale politica monetaria invariata per diversi mesi. La Yellen in passato aveva parlato di almeno sei mesi. Le prime reazioni del mercato vedono una Borsa che continua nel suo moderato rialzo (+0,3%) mentre i rendimenti sui Treasury Usa decennali sono leggermente saliti (dal 2,56% al 2,6%) dopo che i membri del Fomc hanno rivisto al rialzo le stime sui tassi nei prossimi anni.
Avanti con il «tapering»
La Fed ha inoltre ridotto gli aiuti all'economia di ulteriori 10 miliardi di dollari al mese a 15 miliardi di dollari mensili, di cui 10 miliardi di dollari di Treasury e 5 miliardi di dollari di titoli legati ai mutui. A questo punto è probabile che il programma di acquisti, il cosiddetto Qe3, termini in ottobre. La Fed continuerà a riacquistare i titoli in scadenza.
Stime sul Pil riviste al ribasso
La banca guidata da Janet Yellen ha anche rivisto leggermente al ribasso le stime per il Pil americano nel 2014 e nel 2015. L'economia crescerà quest'anno in una forchetta del 2,0-2,2%, meno del 2,1-2,3% stimato in precedenza. Nel 2015 il Pil crescerè del 2,6-3,0% rispetto al +3,0-3,2% stimato in giugno. Per il 2016 il Pil è previsto in crescita del 2,6-2,9%, mentre nel 2017 si attesterà al 2,3-2,5%. Migliorate invece le stime sul tasso di disoccupazione, che ora è previsto al 5,9-6% nel 2014 e dovrebbe tornare alla sua media storica nel corso del 2016. Quanto all'inflazione, salirà molto gradualmente per arrivare vicino al 2% solo nel 2017. È quest'ultimo il dato che più degli altri frena la Federal Reserve da una stretta anticipata sui tassi.
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