WiWa la concorrenza onesta (1 Viewer)

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Trasporti Milano: arriva gruppo straniero e biglietti si dimezzano



Grazie a una societa' britannica, alla fine di 18 mesi di iter burocratico, ridotti del 50% i biglietti degli autobus che collegano il capoluogo lombardo all'aeroporto di Orio al Serio. Creati 40 posti di lavoro.



Trasporti Milano: arriva gruppo straniero e biglietti si dimezzano


L'azienda che e' riuscita a riportare una sana concorrenza nel settore dei trasporti lombardi e' stata fondata da Fabio Petroni (un imprenditore la cui storia viene raccontata da Bill Emmot, per 13 anni direttore dell'Economist, nel libro "Forza, Italia. Come ripartire dopo Berlusconi").
 

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ecco cominciamo a liberalizzare:
- le frequenze tv
- gli orari di lavoro
- tutto il settore dei trasporti
- le dorsali telefoniche
- le farmacie
- i mini-supermarket aperti 24ore
 

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il costo del lavoro è più alto e le ripercussioni sono sulle esportazioni, sugli investimenti e sulla profittabilità
da Ocse, il caro prezzo della pressione fiscale | Trend Online

Ocse, il caro prezzo della pressione fiscale

Se confrontiamo il caso italiano con altri paesi europei, vediamo che il nostro cuneo fiscale è piuttosto allineato con quello francese e tedesco. L’Ocse però è cosciente del fatto che sono associazioni delicate perché non esistono dei valori assoluti. Di Azzurra Zaglio


Dal Rapporto Ocse "Taxing Wages" emerge che l’Italia riscuote in media alte tasse e oneri previdenziali sui redditi da lavoro. Il cuneo fiscale italiano, come ha anche spiegato la Banca d’Italia, è superiore del 5,5% alla media europea: andrebbe ridotto, ma è difficile perché comporterebbe la diminuzione delle entrate delle amministrazioni pubbliche.

Avere un cuneo superiore alla media europea comporta due conseguenze: un ritardo sulla competitività delle imprese e delle merci, perché a parità di reddito percepito dal lavoratore, l’impresa spende di più, il costo del lavoro è più alto e le ripercussioni sono sulle esportazioni, sugli investimenti e sulla profittabilità.



L’altra conseguenza è sulla domanda interna, perché comprime il potere di acquisto; a parità di costo del lavoro per le imprese, le famiglie italiane percepiscono un reddito inferiore con conseguenze sui consumi e indirettamente sugli investimenti.


Singoli contribuenti con alti redditi, single o coppie di lavoratori con bambini nel 2011 hanno fronteggiato la loro terza più alta pressione fiscale.
Infatti, secondo gli economisti dell’organizzazione singoli contribuenti con redditi medi hanno portato a casa il 53% in meno rispetto a quello che essi stessi costano al datore di lavoro e quelli con redditi medio-alti il 47% in meno.



Dal 2010 al 2011, l’onere fiscale complessivo è aumentato per tutti, principalmente per l’effetto combinato del congelamento delle imposte sul reddito e dei crediti d’imposta. Infatti l’Italia per salario netto medio annuo in busta paga si posiziona al 22°posto, con 25.155 dollari (dati Ocse 2010).
Non da sola…
Se confrontiamo il caso italiano con altri paesi europei, vediamo che il nostro cuneo fiscale è piuttosto allineato con quello francese e tedesco. L’Ocse però è cosciente del fatto che sono associazioni delicate perché non esistono dei valori assoluti: il cuneo fiscale è un indicatore comprensivo delle aliquote contributive, quindi dei contributi sociali, pensionistici, ma anche dell’Irpef e dell’Irpeg, che sono progressive. L’Italia si colloca al quinto posto tra i Paesi Ocse per differenza tra il costo del lavoro per l’impresa (versamenti contributivi) e il netto percepito in busta paga dal lavoratore, con il 46,9%. Ma prima ci sono il Belgio, la Francia, la Germania e l’Austria, con rispettivamente il 55,4%, il 49,3%, il 49,1% e il 47,9%.

 

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