VERRA' IL GIORNO iN CUI GLI ALBERI CAPIRANNO CHE E' SBAGLIATO DARE OSSIGENO PROPRIO (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Che intendono fare, concretamente, i russi?
A Baghdad è stata creata un’unità di guerra (war room) in cui collaborano i servizi segreti russi, iraniani, libanesi (hezbollah), siriani e iracheni.
È stato deciso di mettere in campo lungo il confine tra Siria e Turchia una brigata di spetsnaz, truppe speciali russe.
Sorveglieranno soprattutto Aazaz e Bab al-Salamah, due punti attraverso cui passano le armi turche dirette al califfo, specialmente i missili anti-tank Tow.

Domenica scorsa anche Assad, ricevendo l’inviato iraniano Ali Akbar Velayati, aveva denunciato - e fatto scrivere nei comunicati - che «Ankara fa arrivare i Tow ai terroristi».
I russi stanno pensando di raddoppiare la forza aerea, aggiungendo alla base di Hmeimim i 45 hangar di Al-Shayrat.
L’abbattimento dell’aereo russo da parte dei turchi sarebbe stato causato dalla volontà di Erdogan di porre fine all’opera di documentazione messa in atto da Mosca con i continui sorvoli sulle rotte armi-petrolio.
 

DANY1969

Forumer storico
Buongiorno :)

:lol::D
 

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Val

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..e pure la scorta paghiamo ......:lol::lol:

La Russia lo accusa di essere lo smerciatore turco del petrolio dell'Isis.
Il suo nome ora è su tutti i giornali del mondo, non vuole rispondere?

«Non sono interessato a dire niente. Arrivederci».

Nessuna breccia con il giovane Erdogan.
Lo chiamiamo nella sua città di adozione, Bologna.

Sì perché il terzo figlio trentacinquenne del presidente turco sta studiando sotto le torri da un paio di mesi.
La pedina di collegamento tra l'oro nero del Califfato e gli Stati «acquirenti», secondo la ricostruzione di una Russia precisa, spietata, e ferita dopo l'abbattimento del caccia da parte degli F-16 turchi, è dottorando alla prestigiosa John Hopkins University, sede bolognese dell'università di studi internazionali di via Belmeloro e aperta a duecento selezionati ragazzi e ragazze di trentotto nazioni.

Bilal si prepara a concludere il dottorato in Relazioni internazionali avviato a Washington.
Un curriculum d'elite: studi al Campus di Washington, master in Public Policy ad Harvard.
A Bologna era già stato nel 2009, assistente con il professor Erik Jones.

Rimarrà in Italia sicuramente per un anno come minimo, e ha preso in affitto un appartamento con la moglie e i due figli in una zona centrale della città.
I bambini sono stati iscritti regolarmente in una scuola bolognese.

Da quando è arrivato, lo Stato italiano gli ha accordato una scorta.
Il giovane Erdogan è seguito da una sorveglianza fissa.

La scorsa settimana è stato avvistato all'ufficio immigrazione.
I giornali di opposizione turchi hanno detto di tutto in queste settimane sul soggiorno di Necmeddin Bilal Erdogan in Italia: «è una fuga» dalla tangentopoli turca, lo scandalo che dal 2013 ha portato alle dimissioni quattro ministri e ha coinvolto lo stesso figlio del presidente, poi uscito dall'inchiesta a settembre, ma non senza strascichi sulle presunte interferenze governative sui giudici.

Bilal si allinea e continua la sua vita bolognese: casa, studio, qualche pratica per la regolarizzazione in Italia.
E una super scorta, con agenti turchi ma anche polizia italiana.
 

Val

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“Gli Stati Uniti hanno voluto creare l’Europa unita e l'euro per estendere e rafforzare i propri interessi sul vecchio continente”. A spiegarlo è Morris Mottale, professore di relazioni internazionali, politica comparata e studi strategici presso la facoltà di Scienze Politiche della Franklin University, università americana con sede a Sorengo, vicino a Lugano.

"Il nodo così stretto che lega gli Stati Uniti all’Europa inizia con la vittoria militare americana nella Seconda Guerra Mondiale. L’Europa occidentale, cioè quella parte di continente rimasta fuori dall’orbita sovietica, venne ricostruita attraverso i fondi provenienti dal piano Marshall e le prime forme di mercato unico europeo, cioè la CED e la CECA che furono l’anticamera dell’attuale UE, si realizzarono in un sistema in cui l’economia europea era fortemente vincolata a quella americana. Gli Stati Uniti non hanno mai nascosto che la creazione di un’Europa unita e da loro controllata fosse la premessa della propria politica estera. Per costruirla hanno utilizzato e utilizzano la NATO. Dal primissimo dopoguerra ad oggi ogni Paese europeo che voleva entrare a far parte del processo di integrazione europea è prima dovuto diventare membro dell’Alleanza Atlantica."

"Esattamente. Lo vediamo in questi giorni con il Montenegro, che per farsi ammettere nella UE ha richiesto l’ingresso nella NATO. Nonostante le opposizioni di alcune sinistre e dei nazionalisti tutti gli attuali Paesi della UE sono anche membri della NATO, tranne Irlanda e Svezia che però con la NATO hanno dovuto siglare una partnership. E’ una regola non scritta: se vuoi entrare in Europa devi prima entrare nell’Alleanza Atlantica."
 

Val

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"Prima di tutto viene richiesta loro la liberalizzazione degli scambi economici. Tutti i Paesi devono abbassare le tariffe doganali sui propri prodotti per permettere al libero mercato di svilupparsi. La liberalizzazione degli scambi è quindi è l’idea sulla quale convergono sia gli americani che gli attuali leader europei. In secondo luogo non va dimenticato che a seguito della conferenza di Bretton Woods del 1944, quando la guerra stava per terminare e i vincitori stabilivano le regole per amministrare il mercato globale, il dollaro è diventata la moneta principale di scambio. Dal 1944 fino al 1950 avvenne la formazione di un sistema internazionale gestito dagli americani e inizialmente anche dagli inglesi, che però poi si sono defilati perché troppo deboli. Quando nei primi anni ’50 nacquero le prime forme di integrazione europea esse erano e saranno in seguito sempre promosse dagli Stati Uniti e seguiranno le regole dettate da Washington."

"Certamente. La moneta unica è da considerarsi a tutti gli effetti come un prodotto americano. Non è difficile capire perché: una unica moneta al posto delle 32 che c’erano prima rende molto più semplici e razionali gli scambi commerciali tra Stati Uniti ed Europa e facilita la circolazione delle merci all’interno del mercato unico globale guidato dalle regole americane. La creazione, l’estensione e il rafforzamento del libero mercato e dei valori sociali ad esso connessi è da sempre il principale obiettivo della politica estera americana. Appena hanno avuto l’occasione di introdurre una moneta unica europea andasse in questa direzione non si sono lasciati sfuggire l’occasione."
 

Val

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"Ciò che ha dato una spinta incredibile alla creazione della moneta unica è stata la caduta della Germania Est nel 1989. La Germania diventava improvvisamente una potenza di 80 milioni di abitanti con una forza economica di prim’ordine. Inglesi, francesi e molti americani erano terrorizzati dall’ipotesi di un ritorno sulla scena di un grande player globale come quello tedesco. Ciò era dovuto ad un retaggio storico ben preciso: chi conduceva la politica estera inglese, francese e americana aveva vissuto la Seconda Guerra Mondiale o aveva partenti morti nella Prima. La componente emotiva e il terrore di un ritorno dell’aggressività tedesca – peraltro per nulla plausibile – erano così forti da fare trovare tutti d’accordo nel volere creare uno strumento per controllare la Germania. E per questo venne inventata la moneta unica. Gli americani non erano tutti anti-tedeschi, ma sfruttarono l’occasione per veicolare l’introduzione dell’Euro per favorire i propri interessi economici. L’Euro venne dunque concepito come un modo per ingabbiare da Germania da parte di francesi, inglesi e anche di Andreotti, che per scongiurare l’ipotesi di un ritorno tedesco si coalizzarono per controllarne insieme l’economia attraverso una moneta comune. Gli americani sfruttarono questo loro sentimento condiviso per rafforzare il mercato unico da essi gestito. Spesso in Europa si parla dei complotti americani. Tutte cose false! Gli Stati Uniti hanno fatto tutto alla luce del sole: dissero apertamente di volere un’Europa unita per incentivare gli scambi commerciali e ottennero ciò che volevano. Ciò è oggi apertamente riconosciuto dalla politica americana, non dalle istituzioni comunitarie."

"Gli Stati Uniti esercitano in Europa una capacità decisionale notevole grazie alla propria forza militare e alle proprie politiche monetarie. E stanno cercando di estendere i loro interessi nel vecchio continente. Per farlo hanno offerto all’Europa un trattato di libero scambio, il TTIP. Gli europei devono decidere se accettarlo o meno e hanno diverse divisioni interne, per esempio il timore che la competizione europea con l’America non possa reggere. Le opposizioni sono forti perché ci sono delle obiezioni alla cultura americana."

"No, perché non ne hanno bisogno. Hanno già la NATO. L’Unione europea ha totalmente fallito nello sviluppo di una difesa comune, che è completamente stata devoluta agli americani. Essi hanno già capacità decisionale perché sono i monopolisti della forza militare in Europa. E stimolando il timore reale o immaginario nei confronti della Russia per convincere gli europei che ciò sia un bene. Finché ci sarà la NATO l’Europa dipenderà totalmente dagli Stati Uniti."
 

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