vendita del patrimonio immobiliare, sì no , forse (1 Viewer)

ConteRosso

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PATRIMONIO PUBBLICO: BASTA CON L'INGEGNERIA FINANZIARIA

di Tito Boeri e Giuseppe Pisauro 11.11.2011 Circola in questi giorni un'idea affascinante: un programma di vendite massicce di beni pubblici per abbattere il debito, migliorando la percezione dei mercati sulla sua sostenibilità. Vendere partecipazioni e immobili statali non è poi così facile, ma il problema del patrimonio dello Stato è che rende troppo poco. Meglio darlo in gestione a una società pubblica, con una supervisione europea e l'obiettivo della valorizzazione. E tutti i proventi destinati alla riduzione del debito pubblico. La legge di stabilità, invece, si affida una volta di più all'ingegneria finanziaria.

Uno dei miraggi più ricorrenti in questi giorni così difficili consiste nel vedere all’orizzonte una vendita di beni pubblici per ridurre in modo consistente il debito pubblico. L’idea sembra in effetti attraente: un programma di vendite massicce dovrebbe servire ad abbattere il debito, migliorando quindi la percezione dei mercati sulla sua sostenibilità.
NON È FACILE VENDERE
In apparenza, il patrimonio pubblico è cospicuo, vale quasi quanto il debito pubblico. Ma molte cifre di cui si discute sono a vanvera. Il patrimonio liquido dello Stato (le partecipazioni in Eni, Enel, Finmeccanica, Anas, eccetera) è di “soli” 55 miliardi ed è quello che oggi ha un rendimento più alto: attorno al 5,5 per cento contro lo 0,5 per cento del resto del patrimonio gestito da Stato, regioni ed enti locali. Viene da chiedersi se vale la pena di venderlo nelle presenti condizioni di mercato, rinunciando a questi rendimenti: ad esempio Finmeccanica ha perso più di metà del proprio valore di borsa nell’ultimo anno. La proprietà pubblica è poi dispersa in mille rivoli, dalle autorità portuali alle comunità montane, dalle camere di commercio alle agenzie regionali di sviluppo, e non è immediatamente disponibile.
Se guardiamo in particolare agli immobili, la valutazione del patrimonio non residenziale è di 368 miliardi, una cifra certamente cospicua. Ma attenti a facili entusiasmi, la parte libera - non utilizzata per le loro esigenze dalle amministrazioni - vale 42 miliardi, solo l'11 per cento del totale. Impossibile, dunque fare il botto, abbattere in modo significativo il debito pubblico. Non convince l’ipotesi, più volte avanzata, di ridurre in tempi brevi il debito con la creazione di una holding cui trasferire cespiti di proprietà pubblica per centinaia di miliardi. Dall'esperienza recente si ricavavano due lezioni. Da un lato, vendere effettivamente gli immobili pubblici è un’operazione complessa e richiede tempo (bene ricordarsi dell’insuccesso di Scip 2 che valeva meno di 7 miliardi). Dall’altro, trasferire solo formalmente la proprietà allettando gli acquirenti con un rendimento garantito è molto costoso, ben più del normale servizio del debito (l’operazione “vendi e riaffitta” realizzata nel 2005 con il Fondo immobili pubblici: trasferiva a privati la proprietà di immobili strumentali delle amministrazioni, garantendo agli acquirenti un rendimento, rappresentato dai canoni di affitto pagati dalle stesse amministrazioni, del 7,5 per cento l’anno).
UN PROBLEMA DI GESTIONE
Il vero problema del nostro patrimonio pubblico è che rende troppo poco, perché viene dato in concessione a privati a prezzi stracciati oppure viene utilizzato per amministrazioni pubbliche che potrebbero avere sede altrove liberando risorse da mettere a frutto, basta pensare al caso delle caserme nei centri cittadini o ai terreni di proprietà della Difesa. Inoltre ci sono sprechi evidenti nell’utilizzo degli edifici di proprietà di Stato ed enti locali da parte delle amministrazioni pubbliche. Ad esempio, viene destinato uno spazio fisico ai dipendenti nettamente superiore che nel privato: quasi 50 mq a dipendente pubblico contro uno standard nazionale degli uffici privati di 20 mq. (1) I costi della nostra politica sono, oltre che nei compensi eccessivi che si concede, anche e soprattutto in una gestione clientelistica del patrimonio di noi tutti. Con una gestione oculata di questo patrimonio, si può legittimamente pensare di farlo fruttare attorno al 5-6 per cento all’anno. Sommando il patrimonio fruttifero di Stato, Regioni ed enti locali, si raggiungono circa 600 miliardi, che potrebbero portare al bilancio pubblico circa 30 miliardi all’anno a fronte dei 5 raccolti oggi.
Per arrivare a questo risultato occorrerebbe dare in gestione questi beni a una società pubblica, l’Agenzia del Demanio è il candidato naturale, possibilmente con una supervisione europea. L’obiettivo non dovrebbe essere la vendita, ma la valorizzazione del nostro patrimonio, e la destinazione automatica, obbligatoria di tutti i proventi del patrimonio alla riduzione del debito pubblico. Un modello di riferimento è quello della Treuhandanstalt che si è trovata a gestire il patrimonio pubblico dello Stato tedesco-orientale, un patrimonio altrettanto, se non più, eterogeneo di quello pubblico italiano. L'agenzia dovrebbe fissare rendimenti standard che vanno raggiunti anche a livello locale, nella gestione del cosiddetto "federalismo demaniale". Laddove questi rendimenti non fossero raggiunti, il patrimonio potrebbe essere almeno temporaneamente sottratto alla gestione degli enti locali in questione.
ANCORA INGEGNERIA FINANZIARIA
L'emendamento governativo al disegno di legge di stabilità per il 2012, da quanto si capisce, non sembra andare nella direzione qui auspicata e si affida una volta di più all’ingegneria finanziaria. Si prevede il trasferimento da parte dello Stato di beni immobili non residenziali a uno o più fondi comuni di investimento immobiliare. Le quote dei fondi verrebbero poi collocate sul mercato mediante offerta pubblica di vendita. Correttamente, si stabilisce che i proventi netti di tale collocamento saranno destinati alla riduzione del debito pubblico (non potranno cioè essere usati per finanziare nuove spese o riduzioni di imposte). Tutto chiaro se si tratta di immobili liberi. Ma abbiamo visto che questi rappresentano solo una piccola parte, l’11 per cento, del patrimonio trasferibile. Cosa accade per gli immobili utilizzati dalle amministrazioni e conferiti al fondo immobiliare? In quel caso, i proventi della cessione delle quote vengono trasferiti all'Agenzia del Demanio per l'acquisto di titoli di Stato da parte della medesima Agenzia. Quest'ultima dovrà poi destinare gli interessi dei suddetti titoli di Stato al pagamento dei canoni di locazione e degli oneri di gestione degli immobili stessi. Sembrerebbe un'operazione di sale-and-lease-back (vendi e riaffitta) analoga a quella del Fondo immobili pubblici del 2005, con la novità di un passaggio intermedio con l'acquisto di titoli di Stato. In realtà le cose non stanno esattamente così. A differenza di allora, non viene previsto un rendimento garantito in termini di canone di locazione. Un sottoscrittore che acquistasse quote del fondo immobiliare si vedrebbe riconosciuto un rendimento (canone di locazione) pari al tasso di interesse sui titoli di Stato meno gli oneri di gestione degli immobili. Alla fine, l'investitore che acquistasse quote del fondo immobiliare starebbe, in realtà, acquistando un titolo del debito pubblico garantito dal patrimonio immobiliare. Presumibilmente, in questo modo, si accontenterà di un interesse inferiore a quello pagato da un titolo non assistito da analoga garanzia. Questo dovrebbe essere il vantaggio per le finanze pubbliche: usare il patrimonio per garantire una quota del debito, servirebbe a far diminuire l'onere degli interessi. Non è chiaro se un'operazione del genere potrà avere successo, nel senso di portare a una diminuzione del costo medio del servizio del debito. Il patrimonio immobiliare pubblico oggi fa da garanzia implicita per il complesso del debito pubblico. Legare esplicitamente tale garanzia a una parte del debito farà diminuire l'interesse pagato su quella parte e presumibilmente aumentare l'interesse pagato sui titoli restanti non più assistiti da quella garanzia. C'è quindi da essere scettici sull’efficacia dell'operazione. Sarebbe invece preferibile, senza cercare scorciatoie, mettere mano a un serio piano di revisione della gestione degli immobili strumentali delle amministrazioni che, senza pretendere di ottenere risultati immediati, consenta in un periodo ragionevole di due-tre anni risparmi reali.

la voce.info
Lavoce.info - ARTICOLI - PATRIMONIO PUBBLICO: BASTA CON L'INGEGNERIA FINANZIARIA


fin qui l'artciolo lunghissimo della voce.info
di mio aggiungo solo una cosa , la vendita del patrimonio immobiliare - e non - è certamente una ipotesi affascinante , ma come tutte le scorciatoie può trarre in inganno... mentre sarei molto cauto sulla vendita delle primarie aziende italiane : Eni,Enel finmeccanica che come detto nell'articolo 'rendono' allo stato e si tratta di rendita "sicura " , molto meglio la vendita di caserme e comunque di patrimonio non usufruito direttamente dallo Stato (penso ad arenili, ma anche musei , siti archeologici ..perché a vere pregiudizi? discutiamone!)



 

EUGE

Senior Utente
molto meglio tagliare gli stipendi a Mastrapasqua, Befera & CO

... oltre che portare a non più di 250 il numero complessivo dei parlamentari romani


poco, forse, ma sarebbe un buon inizio
 

big_boom

Forumer storico
molto meglio tagliare gli stipendi a Mastrapasqua, Befera & CO

... oltre che portare a non più di 250 il numero complessivo dei parlamentari romani


poco, forse, ma sarebbe un buon inizio

per quello che fanno e anche male massimo 2.000 euro al mese

se vuoi lo fai per il tuo paese altrimenti vai a fare altro
 

tontolina

Forumer storico
Vertici della Finlandia in visita in Italia per discutere le dismissioni del patrimonio pubblico. Lo sapevate?

Scritto il 28 agosto 2012 alle 09:00 da Dream Theater
italia-finlandia.jpg

Si parla di uscita della Grecia dall***8217;Euro ma anche dell***8217;ipotesi di uscita da parte della Finlandia.
Grexit e Fixit.

Ovviamente molto di quanto sta accandendo è ***8220;romanzato***8221; dai media che spesso dicono mezze verità o sputano sentenze senza sapere asolutamente dove si potrebbe andare a parare.
Abbiamo assistito alla diatriba Asmussen ***8211; Weidmann direttamente dall***8217;intero della Bundesbank***8230;.
La Bce fa ***8220;filtrare***8221; le linee guida di quanto deciderà nella riunione del 6 settembre con il nuovo piano di acquisti dei bond in funzione anti-spread, distanziandosi dalle posizioni oltranziste della Bundesbank che accusa Mario Draghi di voler finanziare gli Stati in modo indiretto, attraverso un intervento di Jörg Asmussen, il membro tedesco del bord dell***8217;istituto centrale.
L***8217;intera discussione in seno alla Bce «si orienterà sul principio che qualsiasi riserva sul fatto che si tratti di un finanziamento ai Governi contrario ai Trattati venga cancellata», ha premesso Asmussen per cercare di evitare frizioni con il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
Il nuovo piano di acquisti di bond della Bce, presentato in sintesi a inizio agosto e in via di definizione, sarà strutturato in modo tale «da non ripetere l***8217;errore commesso con l***8217;Italia l***8217;estate scorsa, quando la Bce ha acquistato titoli di Stato italiani e il tempo guadagnato non è stato purtroppo usato per le necessarie misure di aggiustamento». Il riferimento esplicito è al governo Berlusconi che ***8211; non appena l***8217;allora presidente dell***8217;Eurotower, Jean-Claude Trichet, diede il via all***8217;aquisto di bond italiani ***8211; frenò sul varo delle riforme accordate in precedenza con la famosa lettera contenente i punti da recepire per recuperare la competitività perduta, spaventato dall***8217;impopolarità delle riforme (liberalizzazioni, mercato del lavoro, tagli di spesa).
Lo ha detto Jörg Asmussen, membro tedesco del Comitato esecutivo della Bce ed ex consigliere economico del Cancelliere tedesco Angela Merkel, in un discorso tenuto ad Amburgo. (Source)
merkel-nazi-apona.jpg


***8230;abbiamo assistito alla ***8220;Euroconversione***8221; della nostra signora di Berlino, Tata Merkel***8230;
«Ich will Europa», voglio l***8217;Europa. A Berlino impazzano le baruffe inter-tedesche sul futuro della moneta unica e della Ue, sull***8217;espulsione della Grecia dal club, sulla presunta eccessiva disinvoltura della Bce di Mario Draghi nella gestione delle crisi. Ma questa volta Angela Merkel non tentenna, invita tutti alla cautela nell***8217;uso delle parole e tira dritto. Ha ormai maturato la sua scelta di campo, il cancelliere, tanto da far circolare un video per spiegare la «sua Europa», le ragioni di una politica che vorrebbe veder realizzata a tamburo battente. Magari con l***8217;avvio già in dicembre dei lavori di una nuova Convenzione per un***8217;altra riforma dei Trattati europei. Nonostante i pesanti incerti dell***8217;avventura. (Source)
Questi sono i media, ormai li conosciamo. Stupisce però che altre notizie non vengano invece considerate. Per esempio questa che ha scovato il grande Lampo ieri sera navigando su siti finlandesi***8230;
Ebbene cari lettori, lo sapevate che proprio oggi avremo delle visite? Verranno a trovarci gli amici della Finlandia. Il motivo? Capire come l***8217;Italia potrebbe mettere in sicurezza il suo debito vendendo il patrimonio pubblico e/o garantendo con asset reali.
Il giornale da cui è tratta la notizia è l***8217;indicibile Yle Uutiset.
Vi lascio un pezzo della traduzione (tramite Google translate).

Ovviamente è MOLTO relativa ma il senso è comprensibile***8230;
Finlandese ufficiale top management di recarsi a Roma il Martedì tranquillamente discutere l***8217;italiano con alti funzionari su come ottenere prestiti agevolati italiani.
Finlandia ha proposto al vertice di giugno che l***8217;Italia possa dare i propri beni in garanzia, al fine di tasso di interesse pressioni hellittäisivät e per facilitare l***8217;accesso ai mercati del credito. La proposta della Finlandia è stato pesantemente criticato, ma la notizia Yle che il primo ministro italiano Mario Monti è ora interessato alla proposta finlandese.
Ecco perché, tra le altre cose, il segretario del Primo Ministro di Stato per gli affari europei Kare Halonen e il Ministero Sottosegretario Martti Hetemäki volare a Roma il Martedì. Lo scopo è quello di discutere, potrebbe in qualche modo in Italia la Finlandia ha proposto l***8217;utilizzo di titoli di debito garantiti.
Le decisioni non sono ancora stati fatti, e l***8217;Italia cerca di gestire senza discussione pubblica.Segretario di Stato Martin Hetemäki non ha voluto commentare le richieste di trasmissione notizie Yle. L***8217;incontro è per discutere del futuro dell***8217;euro in generale.
Droga si pensa sia stata la depressione efficaci
Finlandia offre in Italia della sua stessa medicina. Nel 1990 la recessione Finlandia ha dato la proprietà dello stato come garanzia nel prendere il mercato dei prestiti. Il governo finlandese ritiene che è stata facilitata dalla Finlandia recessione, l***8217;accesso al credito e il finlandese ha aiutato nel recupero dalla depressione.
Ora l***8217;Italia vuole sentire la proposta finlandese, come il primo ministro Mario Monti, interessato a tutte le nuove idee. Monti guidato attraverso le riforme di crisi economica non sono ancora stati convinti del mercato italiano, capacità di far fronte. I tassi di interesse sui prestiti huitelevat ancora pericolosamente alta.
Secondo un finlandese idea ***8211; dando la proprietà dello stato in garanzia ***8211; Italia potrebbe prendere in prestito a tassi di interesse più bassi. Questo tempo supplementare dovrebbe Italia fino a quando i mercati sono convinti che le riforme economiche italiane per sollevare i piedi, e, quindi, si spera, l***8217;italiano non dovrebbe essere il prossimo paese a chiedere assistenza in coda. (Source)
Cari signori dei giornali, perché non pubblicare anche queste notizie, oltre alle solite diatribe senza capo ne codà tra Merkel & Co?
STAY TUNED!
DT​
 

marofib

Forumer storico
prima va tappato il lavandino
se i ciarlatani che comandano si trovano con 2 lire le magnano ancora prima di vederle
 

tontolina

Forumer storico
prima va tappato il lavandino
se i ciarlatani che comandano si trovano con 2 lire le magnano ancora prima di vederle
guarda che vogliono rubare tutto
fino a che costringeranno il popolo a vendere un rene per poter dar da mangiare ai figli



io insturerei un tribunale speciale che giudichi il loro operato e li condannino al carcere duro assieme ai loro amici
 

lorenzo63

Age quod Agis
guarda che vogliono rubare tutto
fino a che costringeranno il popolo a vendere un rene per poter dar da mangiare ai figli



io insturerei un tribunale speciale che giudichi il loro operato e li condannino al carcere duro assieme ai loro amici

:lol:

Tribunale? Ah si?! con ampissimi settori della magistratura presumibilmente + che schierati?
Con una giustizia che presumibilmente è meno di una del terzo mondo ...
Ma x favore.
 

tontolina

Forumer storico
:lol:

Tribunale? Ah si?! con ampissimi settori della magistratura presumibilmente + che schierati?
Con una giustizia che presumibilmente è meno di una del terzo mondo ...
Ma x favore.
certo alla maniera della rivoluzione francese


però sono buona

niente ghigliottina
solo carcere duro :D:D:D
a vita:lol::lol::lol:
 

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