Vale la pena, oggi che i prezzi sono spesso assai bassi, di acquistare grafiche come investimento? (1 Viewer)

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
OK, vado a dormire e risparmio i soldi dell'elettricità :wall:
Comunque, sì, alcuni testi li conosco, ma è raro vederli interi.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Visti i risultati della grafica nell'asta di Artesegno, con più invenduti del solito, direi che il trend al ribasso viene confermato.
 

lastra.biffata

Forumer attivo
Nella domanda "vale la pena" acquistare grafica come "investimento" c'è un grosso errore di base a mio parere.
Io l'investimento lo vedo in altro modo ovvero aprire un'attività, investire su un progetto, acquistare un immobile per metterlo a reddito e via dicendo.
Anni fa c'era il periodo dei mobili antichi, sembrava fossero un bund tedesco quanto ad investimento...oggi non li vuole nessuno.
Poi il periodo dei tappeti, mi ricordo mio zio andava ogni anno in vacanza in Oman e ritornava con 3-4 tappeti. Ora li vedi in televendita a due soldi.
Poi il periodo della grafica e via dicendo.

L'errore per me sta nell'utilizzare la parola "investimento". Io utilizzerei il termine, più corretto ed intellettualmente onesto, "diversificazione". Quindi rielaborando la domanda iniziale sostituendo il termine ed avendo "vale la pena,....,acquistare grafiche come diversificazione?", la risposta è "SI, ma...". Vale la pena se si costruisce una collezione dove ci siano nomi che "tengono botta" quindi nomi medi, molto buoni ed eccellenti. Sempre ovviamente pensando al gusto personale e non solo al risvolto patrimoniale. Vale la pena spendere qualcosa in più per avere magari una grafica di Fontana. Vale la pena "avventurarsi" nell'acquisto di una grafica di Santomaso o Vedova che girano a due soldi e tenerle perchè son due colossi.
Vale la pena comprare le grafiche optical Vasarely se li vedi in asta a 200€, vale la pena prendere un multiplo bello di Baj, vale la pena prendere un multiplo in legno di Ceroli, vale la pena prendere una grafica di Christo, vale la pena prendere i francesi tanto cari a @baleng. Suggerimento: spulciate le collezioni di grafica dei vari musei che ora sono accessibili anche online tipo MoMa, Tate o delle Fondazioni per capire cosa hanno in pancia loro.
Vale sempre la pena acquisire la grafica cosi come anche i quadri ma sempre con una linea collezionistica chiara e che guarda avanti e lasciando sempre spazio alla "stanzina degli sconosciuti" dove tenere la grafica che commercialmente vale 0 ma per noi tanto.
 

Barlafuss

Forumer storico
Nella domanda "vale la pena" acquistare grafica come "investimento" c'è un grosso errore di base a mio parere.
Io l'investimento lo vedo in altro modo ovvero aprire un'attività, investire su un progetto, acquistare un immobile per metterlo a reddito e via dicendo.
Anni fa c'era il periodo dei mobili antichi, sembrava fossero un bund tedesco quanto ad investimento...oggi non li vuole nessuno.
Poi il periodo dei tappeti, mi ricordo mio zio andava ogni anno in vacanza in Oman e ritornava con 3-4 tappeti. Ora li vedi in televendita a due soldi.
Poi il periodo della grafica e via dicendo.

L'errore per me sta nell'utilizzare la parola "investimento". Io utilizzerei il termine, più corretto ed intellettualmente onesto, "diversificazione". Quindi rielaborando la domanda iniziale sostituendo il termine ed avendo "vale la pena,....,acquistare grafiche come diversificazione?", la risposta è "SI, ma...". Vale la pena se si costruisce una collezione dove ci siano nomi che "tengono botta" quindi nomi medi, molto buoni ed eccellenti. Sempre ovviamente pensando al gusto personale e non solo al risvolto patrimoniale. Vale la pena spendere qualcosa in più per avere magari una grafica di Fontana. Vale la pena "avventurarsi" nell'acquisto di una grafica di Santomaso o Vedova che girano a due soldi e tenerle perchè son due colossi.
Vale la pena comprare le grafiche optical Vasarely se li vedi in asta a 200€, vale la pena prendere un multiplo bello di Baj, vale la pena prendere un multiplo in legno di Ceroli, vale la pena prendere una grafica di Christo, vale la pena prendere i francesi tanto cari a @baleng. Suggerimento: spulciate le collezioni di grafica dei vari musei che ora sono accessibili anche online tipo MoMa, Tate o delle Fondazioni per capire cosa hanno in pancia loro.
Vale sempre la pena acquisire la grafica cosi come anche i quadri ma sempre con una linea collezionistica chiara e che guarda avanti e lasciando sempre spazio alla "stanzina degli sconosciuti" dove tenere la grafica che commercialmente vale 0 ma per noi tanto.

Sono d'accordo,il mio problema e' che non ho una linea.Poi si finisce come per gli album di francobolli,collezionati senza metodo e ordinati a caso.
 

lastra.biffata

Forumer attivo
La linea è mentale, associativa e che va a creare un percorso.
Non è detto che si debba avere tutti informali o tutti optical.
A mio parere possono convivere entrambi se c'è un trait d'union.
 

Ziig

Forumer attivo
Sto guardando di fronte a me la massa di cose a casaccio appese alle pareti.
Filo logico zero, mi illudo che il trait d'union sia la qualità ma non son mica troppo sicuro...non sono mai soddisfatto, c'è sempre un opera di qualità maggiore...
Non è questione di investimento, quello è spesso la conseguenza di una conoscenza e di una scelta (e di buon occhio negli acquisti o, ogni tanto, di portafoglio quando serve), il nocciolo è avere chiaro quali sono LE OPERE.
Se per un multiplo è difficile figuriamoci per i pezzi unici.
Un incubo praticamente :D
 

baleng

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La linea è mentale, associativa e che va a creare un percorso.
Non è detto che si debba avere tutti informali o tutti optical.
A mio parere possono convivere entrambi se c'è un trait d'union.
Hai accipicchiamente sollevato il tema della unita' della collezione. Per me, pero' non si tratta di un elemento necessario, e mi spiego.
Qui a Cuba ho acquistato sia lavori di Calderon che quadretti interessanti di artisti ''di strada'', o statuette della Santeria, o ancora delle maschere di cartapesta per bambini dai colori deliziosi.. Saro' anche un po' onnivoro, ma quello che mi guida sempre e' il ricercare qualita' di qualunque tipo ove non sia riconosciuta come tale (va da se' che l'essere non riconosciuta ne abbatte il prezzo e puo' creare l'occasione). Con questo principio sara' difficile trovare una linea unitaria negli oggetti acquistati. E per fortuna i cavallini di legno a colori vivaci che riempiono Piazza di Marte nei week-end rendendo felici i ragazzini non sono trasportabili in aereo, senno' dovrei affittare un garage nuovo.
Poi magari ad un mercatino compro l'acquatinta anni 20 di un francese che raffigura in modo per l'epoca commerciale alcune barche nel porto. Se uno la vede accostata ai Calderon, alle mascherine cubane e magari ai Goya la famosa linea unitaria proprio non la trova.
Tu mi dirai che il trait d'union e' la stessa ricerca descritta prima, la qualita' non abbastanza riconosciuta. Pero' questo e' aspetto estrinseco alle opere, non lo si riconosce alla semplice vista.
Inoltre, non ritengo che la mia sia una situazione cosi' eccezionale, basta vedere gli acquisti di @RedArrow, o anche altri.
In pratica, la tua linea puo' riguardare gli spazi di una collezione, ma soprattutto allo scopo di non frastornare il visitatore.
Pero' se hai presente il bambino in spiaggia, quello che cerca le conchiglie, e poi anche il legno levigato, e poi anche le pietre strane, e poi ... e poi ... magari scoprirai che esiste anche un tipo di collezionista che il ''mercato'' non considera abbastanza: il collezionista che ama arricchire la propria intima galleria di immagini, che diventa un gigantesco museo suddiviso nei modi piu' vari, reale o virtuale non importa, in modo da conoscere e riconoscere le cose belle del mondo e il genio grande o piccolo che le ha create. In tutto questo la proprieta' degli oggetti appare un accidente piu' che un fatto di sostanza.
Vivere vedendo o immaginando tutto cio', in cui quanto conta non e' il valore artistico o venale dell'oggetto, ma proprio il pensiero della mano umana che creo' dal nulla immettendo un proprio (valido) senso estetico, mi pare come un collezionismo privo di ansie e di frustrazioni.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
In post separato aggiungo qualcosa sull'aspetto ''investimento''.
In effetti la cosa e' difficile con la grafica, visti gli assurdi costi in caso di rivendita, e lo spread mostruso proposto da chi vende quando (eventualmente!) compra.
Tuttavia il resto del titolo suggeriva che in caso di prezzi stracciati potremmo essere di fronte ad un minimo insuperabile, quindi ad occasioni quasi a livello mercatino.
Non c'e' molto altro da dire, se non: avra' la grafica un valore in futuro, o il suo destino copiera' quello dei mobiloni antichi o dei tappeti orientali? - per non parlare di quegli orologetti svizzeri con cui orde di italiani furono maniacalmente spinti a rifinanziare la repubblica elvetica - ora gli Swatch valgono briciole - ovvero dei miniassegni, sfigato chi se li tenne, poi ci sarebbero i francobolli, i marenghi d'oro, e tutto quanto per un periodo fu ricercato, o meglio survenduto, ed iperpagato ai soliti noti.
Almeno la buona grafica e' un'opera d'arte!
 
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mantegna

Forumer attivo
"..Saro' anche un po' onnivoro, ma quello che mi guida sempre e' il ricercare qualita' di qualunque tipo ove non sia riconosciuta come tale (va da se' che l'essere non riconosciuta ne abbatte il prezzo e puo' creare l'occasione)..."

Caro Baleng hai ragione, non c'è alcuna necessità di fare i curatori che allestiscono la mostra della propria collezione. E' giusto comprare quello che abbiamo voglia di comprare senza farsi sfighe particolari. Al limite possiamo imitare alcune mostre di Marco Goldin andando dall'Egitto a Picasso, dal diluvio universale alla fusione nucleare.
L'importante è che la collezione sia "sostenibile", nel senso che non attacchi troppo il portafogli.
:)
 

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