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Torniamo alla LIRA
Più del 90% dei 22 milioni di abitanti di Pechino sarà stato infettato dal coronavirus entro la fine di questo mese,
secondo una stima dei ricercatori dell’Università di Hong Kong riportata da SCMP.


Circa il 76% delle persone a Pechino aveva contratto il Covid-19 al 22 dicembre
e si prevedeva di raggiungere il 92% entro il 31 gennaio, secondo lo studio della HKU,
pubblicato sulla rivista peer-reviewed Nature Medicine il 13 gennaio.

Per lo studio, i ricercatori hanno monitorato il tasso di riproduzione della variante BF.7 dell’Omicron a Pechino
nei mesi di novembre e dicembre, dopo che la Cina aveva dapprima allentato e poi bruscamente abbandonato
la dura strategia di zero Covid in vigore da quasi tre anni.


L’11 novembre le autorità hanno reso note 20 misure per ottimizzare il controllo della pandemia,
tra cui la restrizione della portata dei test, la riduzione del periodo di quarantena per i viaggiatori in entrata
e la semplificazione della classificazione del rischio da tre a due livelli.

Il 7 dicembre sono stati eliminati i test di massa, i blocchi e la quarantena centralizzata,
consentendo alle persone senza sintomi o con sintomi lievi di isolarsi a casa.

Dopo i cambiamenti di politica c’è stata un’impennata di casi in tutto il Paese.

Lo studio stima che il tasso di riproduzione sia passato dall’1,04 dell’11 novembre al 3,44 della settimana successiva,
il che significa che una persona affetta dal virus potrebbe infettare altre 3,44 persone.

Quanto è grave la crisi del Covid in Cina e quanto deve preoccuparsi il resto del mondo?


Gli autori hanno affermato che, poiché i test di massa regolari sono stati sospesi a fine novembre,
era difficile valutare le dinamiche di trasmissione sulla base delle infezioni giornaliere riportate dalle autorità sanitarie.

Per questo nelle valutazioni hanno invece utilizzato un modello di trasmissione con statistiche di mobilità in tempo reale
raccolte dalla metropolitana di Pechino e dati di sondaggi online.

Hanno stimato che il 30 novembre, quando sono stati sospesi i regolari test di massa, il numero di casi giornalieri a Pechino era di circa 94.000.

La loro modellizzazione ha mostrato un picco stimato di 1,03 milioni di casi giornalieri nel mese di dicembre.


Secondo i ricercatori, è probabile che altre grandi città della Cina continentale rispecchino la situazione di Pechino.

Si prevedevano più picchi di infezione, soprattutto perché dopo il primo picco le persone si sono spostate maggiormente,
soprattutto in coincidenza con il capodanno lunare cinese durante il quale le famiglie si riuniscono.


Se questi dati fossero confermati la Cina avrebbe, in un modo molto secco,
risolto il proprio problema del Covid in poco più di due mesi, dopo anni di lockdown durissimo.

Una soluzione costosa, ma probabilmente l’unica per il paese orientale.
 

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